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Diario dal Sinodo 2018


SINODO E VOLTI -1 PDF Stampa E-mail
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martedì 02 ottobre 2018

#diariodelvescovo #Synod2018 #2ottobre #inviaggio

2018-10-08_at_13.41.16_diariodelvescovo.jpeg«Quali volti ho cercato nel mio viaggio verso Roma? A #Trapani ho incrociato gli sguardi di chi lascia la Sicilia e di chi desidera stabilirvisi. Saluti e auguri, sorrisi e preghiere: un emozionante corredo umano mi ha preparato a questa immersione nella Chiesa universale e nella società multietnica della capitale. Ho ascoltato una loquace bimba di quattro anni, forse statunitense, che commentava ogni cosa bella che il treno Fiumicino - Termini le mostrava; ho visto un uomo non più giovane che chiedeva all’ufficio informazioni il numero di fermate previste per una meta che forse non esiste; ho risposto a un signore non italiano - con una mano stretta a quella di sua moglie non vedente - quando doveva scendere dall’autobus per piazza Venezia; ho osservato con gioia due fidanzati tedeschi che godevano delle tappe storiche romane; ho dialogato nell’attesa del bus con una suora dell’India che faceva la stessa strada.

Ecco alcuni #volti nella vigilia del Synod2018

E ho pensato a sant’Ireneo che lo “strumento del lavoro” cita al n. 75: “Gesù non rifiutava né oltrepassava la natura umana, né aboliva in se stesso la legge del genere umano, ma #santificava ogni età per la #somiglianza che ciascuna aveva con lui ...: infanti, fanciulli, ragazzi, giovani e adulti. Per questo è passato attraverso ogni età”.

Che bello scoprire il suo volto e in lui i nostri volti!»

 
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mercoledì 03 ottobre 2018

2018-10-08_at_13.41.40_diariodelvescovo.jpeg#diariodelvescovo #PietroMariaFragnelli #Synod2018 #3ottobre #spiegaciMaria

«Nell’aula sinodale Papa Francesco occupa il posto focale, sotto l’icona della Madre di Dio. In piazza San Pietro abbiamo recitato il rosario in latino prima della messa col Papa. Avevo accanto a me confratelli italiani e angolani. Ho pensato alle nostre chiese, in cui l’attenzione a Maria col rosario precede l’incontro con Gesù nell’eucaristia. Il Papa ha incensato la statua della Vergine col Bambino e ha fatto cantare l’antifona antica “sotto la tua protezione troviamo rifugio, santa Madre di Dio”. In tutte le diocesi del mondo 🌎 in queste ore si prega🙏 per i padri sinodali e per i giovani. Quattro di loro, due ragazzi e due ragazze, a #Trapani e a #CastellammaredelGolfo porteranno una rosa rossa alla Madonna. È voce di tutte le nuove generazioni che chiedono a lei: spiegaci come il tuo #Sì, Maria, precede ed eccede, sostiene e accompagna il sì di tutti noi nella Chiesa e nel mondo di oggi.

Sono quattro verbi che illustrano il “principio mariano” della vita cristiana: “la vocazione della Chiesa trova la sua anticipazione reale e la sua piena realizzazione nella persona di Maria , giovane donna che con il suo ‘sì’ ha reso possibile l’incarnazione del Figlio e, di conseguenza, ha creato le condizioni perché ogni altra vocazione ecclesiale possa essere generata” (“Strumento di lavoro “, 96).

La preghiera mariana ci introduce nel Sinodo e porta sotto l’icona di Maria - col Papa e i vescovi - tutti i giovani del mondo».

 
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giovedì 04 ottobre 2018

#Synod2018 #diariodelvescovo #4ottobre

diariodelvescovo3-20181004-wa0026.jpgLa festa di San Francesco ci ha dato la gioia di un augurio calorosamente ‘cattolico’ al santo Padre. L’ascolto di tanti vescovi dell’est e dell’ovest, del nord e del sud ci ha messo di fronte, tuttavia, anche ai tanti mali di cui i giovani sono vittime e protagonisti. Ho pensato agli adolescenti con spinello che mi hanno cercato e allegramente sfidato nella villa cittadina durante la festa di inizio di anno scolastico; ho ricordato le cronache televisive degli assassini seriali (“Dovevo fare il male!”) e le storie di tanti detenuti. Ho avvertito la sindrome del lupo di Gubbio, che la santità del Poverello di Assisi ha fermato e può fermare ancora. San Francesco dice a tutti i fedeli: “Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto semplici, umili e casti. Non dobbiamo mai desiderare di essere al di sopra degli altri, ma piuttosto servi e sottomessi a ogni umana creatura per amore del Signore. E su tutti coloro che avranno fatte tali cose e perseverato fino alla fine, riposerà lo Spirito del Signore. Egli porrà in essi la sua dimora ed abitazione. Saranno figli del Padre celeste perché ne compiono le opere. Saranno considerati come fossero per il Signore o sposa o fratello o madre”. Lo strumento di lavoro del Sinodo dice che “in un contesto di insicurezza e di paura del futuro, i giovani si legano non più alle istituzioni in quanto tali, ma alle persone che, al loro interno, comunicano valori con la testimonianza della loro vita. A livello sia personale sia istituzionale coerenza e autenticità risultano fattori fondamentali di credibilità” (n. 60).

 
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venerdì 05 ottobre 2018

#5ottobre #diariodelvescovo

diariodelvescovo4_img-20181005-wa0029.jpg«Nel Sinodo siamo invitati ad abbandonare tanti cliché. Per esempio quello di lasciare che l’uso del tempo negli interventi dei padri sinodali sia incontrollato. Tutt’altro! Solo quattro minuti ciascuno. Se uno continua oltre, non importa se Vescovo o Cardinale, riceve subito subito un applauso dell’assemblea. E smette di parlare. Un altro cliché l’ha annullato Papa Francesco: arriva prima dei Vescovi e li saluta all’ingresso dell’aula del Sinodo, con sorridente simpatia. Non solo: ci ha stupito il fatto che ieri pomeriggio Egli ha voluto prendere la parola per un breve momento durante lo spazio dedicato agli interventi liberi. Ci ha offerto la sua risonanza su tre espressioni che l’hanno colpito nell’ascolto di tanti vescovi. In particolare ha detto che la parola ascolto, tra le più usate, è per noi un termine teologico, non anzitutto pedagogico.

Ho ripensato a quanto sottolinea lo strumento di lavoro, quando riporta il parere di innumerevoli Conferenze Episcopali: i giovani desiderano una Chiesa meno istituzionale e più relazionale, capace di accogliere senza giudicare previamente, una Chiesa amica e prossima, una comunità ecclesiale che sia famiglia dove ci sente accolti, ascoltati, custoditi e integrati. Lavorare per una Chiesa informale non significa annullare la “forma”, l’anima. Al contrario significa far risplendere la ricchezza del suo contenuto e renderla capace di leggerezza, capace di dialogo con tutti: una Chiesa empatica, che arriva a far scoprire come le pietre umili, passate attraverso il rifiuto e il fallimento, sono quelle che diventano pietre d’angolo».

 
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sabato 06 ottobre 2018
diariodelvescovo5_img-20181006-wa0037.jpgDentro l’aula Paolo VI, il maxischermo permette una visione della piazza San Pietro avvolta da un fascino difficile da descrivere. Gli edifici bagnati da poco dalla pioggia hanno la bellezza tipica di ciò che è in attesa di nuova luce e calore. Ma è all’interno dell’aula che si vive il fascino dei volti e delle storie: i segni della pioggia, che molti ragazzi portano ancora sulla fronte e sulle magliette sono asciugati dal sorriso e dal battimano continuo. È un’aula pregna di sogni e di testimonianze. Panorama multicolore, col Papa che ha sorrisi e abbracci per tutti. Mi fa pensare agli innumerevoli volti di giovani descritti dai padri sinodali in questi giorni. Qui ascoltiamo storie terribili, che la fede e la solidarietà umana portano a buon fine. Ci sono giovani usciti o ancora dentro al tunnel del carcere, iracheni che hanno trovato salvezza in Francia, ragazze cantanti e danzatori... un mondo in discernimento ! Bisogna parlarne con calma. Per ora spazio alla fiducia e alla preghiera affinché i padri sinodali e il Santo Padre diano risposte alle tante domande.
 
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mercoledì 10 ottobre 2018

#diariodelvescovo👣🌟

diariodelvescovo_6-img-20181010-wa0043.jpgLa #polifonia della Chiesa Cattolica nel mondo si coglie anche nel riverbero poliedrico del #volto di Gesù, che emerge dall’aula del Sinodo. Le giovani Chiese dell’Africa e dell’America Latina raccontano un Gesù appassionatamente legato all’umanità più povera. Ascoltare questi confratelli significa immergersi in un popolo giovane, vivo, aperto al futuro. È difficile resistere alla tentazione di considerare vecchia e provinciale la nostra Europa! È difficile non pensare che, se ci chiudiamo, ci lasciamo avvolgere dalla nostra #bolla asfissiante, dalla nostra cultura allergica alla comunione e chiusa alla generazione. Un’ondata di #entusiasmo sale mondo dei poveri e dalle periferie giovanili. Prima missione è fare di ogni ragazzo di strada e di ogni giovane in difficoltà un “uomo degno”, fornito di tutti i mezzi di cui ha bisogno per la sua dignità. Un vescovo del nord Europa afferma che negli ultimi quindici anni i migranti hanno portato i cattolici da tremila a tredicimila, contribuendo a rendere più giovane un Paese invecchiato anche per la chiusura culturale alla vita nascente e al suo termine naturale.

Com’è bello discutere liberamente di #vicoli #ciechi che si aprono gradualmente a #sentieri #nuovi. Questo è Vangelo in cammino, è gioia che vince le nostre tristezze!

 
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