I laici cattolici riflettono sull'attuale momento ecclesiale
Come esponenti del mondo laicale cattolico rappresentato da gruppi, movimenti e associazioni sentiamo il bisogno di esprimere pubblicamente alcune considerazioni su quanto sta avvenendo nella nostra Chiesa trapanese. Senza voler entrare nel merito di questioni su cui ci affidiamo alla saggezza della Chiesa nella persona del Visitatore Apostolico S.E. mons. Domenico Mogavero e all’opera imparziale della magistratura, vogliamo però ribadire la nostra fede nella Chiesa, la nostra comunione ecclesiale con il Vescovo Francesco Micciché e tutto il clero e il nostro impegno a continuare a lavorare al servizio del bene comune, di una ‘vita buona’ secondo il Vangelo.
Non nascondiamo il nostro sgomento: quello che sta avvenendo è una ferita che colpisce tutti in un contesto desolante fatto di chiacchiere meschine e volgari e in cui l’informazione ha assunto, nella maggior parte dei casi, uno squalificante ruolo di altoparlante di fatti mistificati, se non del tutto falsi, in una girandola a volte grottesca di episodi veri o presunti. Come ci ha ricordato recentemente Benedetto XVI siamo consapevoli che ci troviamo davanti la sfida dell’essere autentici, fedeli a noi stessi, senza cedere all’illusione di costruire artificialmente il nostro ‘profilo’ pubblico (cfr Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata delle Comunicazioni sociali), e vogliamo impegnarci a non cadere nella trappola di alimentare questo clima vivendo pienamente la “tensione spirituale propriamente umana che sta dietro la nostra sete di verità e di comunione, che ci spinge a comunicare con integrità e onestà”. Un invito che vale anche contro la tentazione diabolica di fabbricare false immagini non solo di sé ma di altri, sia per esaltare che per distruggere.
Nonostante a volte, come nell'episodio evangelico della tempesta sedata (cfr Mc 4, 35-41; Lc 8, 22-25), possa sembrare che Cristo dorma e lasci la sua barca in balia delle onde agitate, alla Chiesa – scriveva Giovanni Paolo II - è chiesto di coltivare la certezza che il Signore, attraverso il dono del suo Spirito, è sempre presente e operante in essa e nella storia dell'umanità.
Siamo grati a Dio per il cammino ecclesiale portato avanti in questi anni, non scevro di difficoltà ed errori ma ricco di momenti e di iniziative e soprattutto della testimonianza di uomini e donne che fanno della nostra Chiesa sempre “una vigna feconda”: una vigna che “nonostante alcune difficoltà del terreno, è ben capace di estendere i suoi rami frondosi e di trarre dalla luce e dall’acqua dello Spirito tutto il nutrimento di cui ha bisogno per portare nuovi frutti di opere buone” (Piano Pastorale diocesano “L’albero si riconosce dal frutto”, 59).
Saldi nella fede e nella speranza, uniti tra noi, con la Chiesa, con il nostro pastore, tutto il clero e il Signore Gesù continuiamo, nella fedeltà al Vangelo, a vivere il nostro impegno al servizio della comunità ecclesiale e della società tutta pronti ad assumere la nostra responsabilità di credenti e cittadini e a “rendere ragione della Speranza che è in noi”.
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