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Festa di san Martino ad Erice PDF Stampa E-mail
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venerd́ 09 novembre 2012

San Martino…ogni mosto diventa vino Nella Chiesa di Man Martino di Erice la festa del Santo Martino, famoso Santo del IV secolo, nacque in Pannonia (attuale Ungheria) da dove si spostò in Italia e in Gallia (Francia) a motivo del suo mestiere di militare dell’esercito imperiale romano. Finito il suo servizio abbracciò la vita eremitica che visse in diverse località dell’alta Italia. Ritornato in Francia divenne monaco a Poitiers; fu infine acclamato vescovo di Tours. L’episodio agiografico più famoso che lo riguarda è la condivisione del suo mantello di cavaliere con un mendicante ignudo. Fu uomo di preghiera, difensore della fede cattolica contro l’eresia ariana, mostrò misericordia verso tutti. L’11 novembre, tradizionale giorno di San Martino, è ricco di tradizioni popolari che sottolineano l’antica devozione al Santo. Così “estate di San Martino” indica l’omaggio che il meteo rende al Santo offrendo giorni pieni di sole intorno alla sua festa. Il proverbio: “San Martino…ogni mosto diventa vino” unisce il giorno di San Martino ad un momento molto importante della vita dei contadini, quello della vinificazione. Così i lavoratori dei campi per sottolineare la particolarità di questo giorno, hanno dedicato al Santo speciali sapori dai prodotti della terra: le “muffulette” panini farciti di ricotta o vino cotto; i biscotti di san martino, prodotti e offerti nella forma povera oppure farciti di crema di ricotta. La letteratura infine ha cantato la magia di questo giorno con la famosissima lirica di Giosuè Carducci.

Ad Erice i nobili Ericini proprietari di terre si aggregarono in una confraternita in onore del Santo e costruirono l’imponente chiesa di San Martino, ancor oggi vanto di Erice, dove l’11 novembre verrà celebrata la Messa solenne con panegirico alle ore 17,30. E’ un’occasione per fare esperienza di fede e cultura visitando lo splendido gruppo scultoreo di San Martino a cavallo e l’ignudo, opera lignea policroma del XVI secolo; gli affreschi del Manno (1802) che riguardano la vita del Santo nella Sala della Congrega e la Pala dell’altare del Santo che lo raffigura da vescovo in orazione, olio su tela dei fratelli Vaccaro della metà dell’800. Dopo la liturgia, come da tradizione, verranno offerte alla degustazione le muffulette e vino cotto.

 
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