Dieci anni fa il Papa tra noi |
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gioved́ 08 maggio 2003 |
Era l'8 Maggio del 1993: cominciava la storica visita pastorale di Giovanni Paolo II in Sicilia. A Trapani il primo incontro
Vengo a voi come annunciatore di speranza. Essa non s’appoggia sul denaro, sul favore dei potenti, sul sostegno di amici e conoscenti. La nostra speranza s’appoggia su Cristo che ha vinto il mondo. Abbiate speranza e siate seminatori di speranza. Testimoniate che i gravi problemi della Sicilia di oggi possono essere risolti se noi riusciamo a rendere presente Gesù Cristo tra la gente. Non è con la rassegnazione che dobbiamo operare ma con la dedizione fiduciosa e tenace, con il servizio attento e premuroso nella prospettiva del vero bene della popolazione.
E’ un brano tratto dai discorsi che dieci anni fa, l’8 Maggio del 1993 il Santo Padre Giovanni Paolo II rivolgeva ai trapanesi facendo tappa nella nostra diocesi in occasione della sua visita pastorale in Sicilia.
Una giornata indimenticabile per tutti i fedeli e per l’intera comunità diocesana: E’ necessario camminare in fretta perchè il messaggio evangelico non può attendere...Ai giovani dico ‘coraggio, coraggio’.
Queste parole appaino profetiche anche per l’oggi che stiamo vivendo – dice il vescovo Francesco Miccichè - C’è un deficit di speranza che il cristiano deve colmare; c’è un bisogno di resurrezione che deve essere attivato partendo dalle coscienze, passando per le famiglie fino ad arrivare alla società tutta in questo territorio dove constato con amarezza che la vita non è valorizzata pienamente. C’ è un’esigenza di umanità che fa fatica a liberarsi dalla paura dal servilismo dei potenti di turno. La parola del Santo Padre è il richiamo alla riscossa delle coscienze finalmente libere di pensare, di progettare la storia di questo territorio in termini di speranza certa.
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