Un gruppo di giovani col vescovo al percorso vocazionale regionale
Al servizio di una Amore che chiama
Terzo Percorso per animatori vocazionali
Caltanissetta, in nove presenti dalla nostra Diocesi
Essere grati al Signore perché ci riconosciamo amati da lui: questo è il modo giusto per vivere nella santità la propria vocazione. Questo è stato anche il tema del 3° Percorso per animatori vocazionale delle Chiese di Sicilia che si è svolto a Caltanissetta dal 27 al 29 agosto, guidato dal direttore del Centro regionale vocazioni don Giuseppe Licciardi e dalla paterna presenza del nostro vescovo Pietro Maria Fragnelli, vescovo delegato della Ce.Si. per le vocazioni.
Della nostra Chiesa locale hanno partecipato 9 animatori di vari gruppi ecclesiali, insieme ad un seminarista e a un presbitero. Esperienza forte e intensa che ha visto impegnati vari relatori nella ricerca di tracciare delle possibili linee operative per l’impegno a favore dell’accompagnamento di persone in ricerca vocazionale. Iniziare dal saper riconoscere nell’amore di Dio un motivo di gratitudine che ci apre alla gratuità è stato il filo conduttore di tutte gli interventi che si sono susseguiti in queste tre giornate di lavori!
Ha aperto i lavori la lectio sul brano evangelico dei discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35), icona biblica del convegno, guidata dal vescovo di Piazza Armerina mons. Rosario Gisana, che ci ha condotti a riflettere sul passaggio dalla gratitudine alla gratuità nel cammino discepolare di configurazione a Cristo Gesù, attraverso la bella immagine di calcare le stesse orme del Signore per essere simili a lui.
Nel pomeriggio del primo giorno ci è stata presentata da don Massimo Naro, presbitero della Diocesi di Caltanissetta e professore di teologia dogmatica, la figura di santità e modello di accompagnamento vocazionale della Serva di Dio nissena Marianna Amico Roxas, fondatrice in Sicilia degli istituti secolari della Compagnia di Sant’Orsola e originaria di San Cataldo. La Parola di Dio è il fondamento di ogni vocazione in quanto luogo del dirsi e del darsi di Dio; Parola che ci invita ad essere nel mondo ma non del mondo per fare così riecheggiare con la propria vita l’incarnazione di Cristo Gesù. Tutto questo ci ha testimoniato la vita di Marianna Amico Roxas, attraverso la sapiente relazione di don Massimo. La presenza di Marianna ci ha tuttavia accompagnati anche il secondo giorno attraverso un meraviglioso musical offertoci da un gruppo teatrale nisseno, liberamente tratto dagli scritti della Serva di Dio.
Il secondo giorno è stato avviato dalla relazione del professore Nello Dell’Agli, presbitero della Diocesi di Ragusa e psicoterapeuta, che ci ha mostrato come arrivare al cuore di Dio passando attraverso il basso della nostra umanità. Per crearci, guarirci e salvarci Dio ha fatto tre voti: povertà, obbedienza e castità, che sono tre movimenti, per lo più verso il basso. Il movimento di povertà Dio ce lo rivela già nell’incarnazione. Questa è la povertà: occorre fare spazio ed imparare a stare in relazione, di fronte, cercare di aiutarci e stare anche un po’ contro. Obbedienza è certamente obbedienza a Dio, ma il primo che si è chiamato ad obbedire è Dio stesso, un Dio che si fa servo, si mette ai piedi. Il terzo movimento è la castità, che altro non è che il farsi puro. La castità è fedeltà e impegno, è lo sforzo per andare fino in fondo come Dio che si contrae, si prende cura e non si tira indietro.
Tutto il pomeriggio è stato dedicato a tre ateliers nei quali sono stati divisi i partecipanti al convegno. La tematica della gratitudine è stata poi scandita da tre verbi diversi: grati a Dio perché irrompe, dove si è continuato a discutere sull’aspetto psicoterapeutico; grati a Dio perché seduce, dove si è provato a sviluppare un metodo di animazione vocazionale attraverso la musica; grati a Dio perché sceglie, dove si è tentato di sperimentare una catechesi vocazionale attraverso l’arte.
L’ultima mezza giornata è stata dedicata alla relazione di don Nico Del Molin, presbitero e direttore del’Ufficio nazionale per la Pastorale delle Vocazioni, che ha riflettuto sulla pastorale vocazionale come annuncio di misericordia e di gratitudine. Essere isole di misericordia in questo mare di indifferenza del nostro tempo è il monito lanciato da don Nico, testimoniare con la nostra vita che servire Dio è bello e appagante è stato invece il suo invito. Educare al discernimento significa educare alle scelte di vita ed essere chiamati a vivere in pienezza le relazioni, sapendo che è essenziale essere feriti dall’amore per poi saper perdonare.Allora dobbiamo essere grati perché amati dal Dio della misericordia.
Ha concluso il convegno il nostro vescovo Pietro Maria Fragnelli con il suo invito rivolto agli animatori vocazionali ad essere agenti dello Spirito Santo, sapendo che la persona che li ascolta deve giungere al mosaico della Chiesa. I percorsi possono essere riassunti in tre tipi, ha affermato il vescovo: nel considerare la propria vita come un libro da scrivere e non da leggere, imparando a riscriverlo insieme al Vangelo; nell’annunciare che il peccato non è un qualcosa di imperdonabile; nel cogliere il fatto che il Signore ha bisogno di tutti, perché tutti sono importanti agli occhi di Dio.
Nei giorni del convegno oltre al bel clima di fraternità e di serenità, si è potuto percepire il paterno e affettuoso accompagnamento dei vescovi di Sicilia al lavoro degli animatori vocazionali anche attraverso la presenza del vescovo di Caltanissetta mons. Mario Russotto e del cardinale Paolo Romeo, che ha presieduto la celebrazione eucaristica conclusiva. Tutto questo ci ricorda di essere sempre grati al Signore perché amati da lui, pieni della sua misericordia e stracolmi della sua presenza nel nostro cuore e nella nostra anima; gratitudine che si deve mutare nella gratuità dell’annuncio del suo messaggio di Amore e di Salvezza.
Giuseppe Grignano
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