Invocare, annunciare e attuare la misericordia per servire l'uomo nel mondo dell'informazione
Le e-mail, sms, reti sociali, chat possono essere forme di comunicazione pienamente umane. Non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione”. Questo il messaggio di papa Francesco – che entra nel vivo degli aspetti più attuali della comunicazione – a partire dal quale il vescovo Pietro Maria Fragnelli si è confrontato con il giornalisti trapanesi durante l’incontro di aggiornamento professionale svoltosi al Santuario della Madonna della Misericordia di Valderice.
Un’occasione di riflessione sul ruolo e le responsabilità degli operatori dell’informazione voluta proprio in occasione della 50ª della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali dedicata al tema “Comunicazione e Misericordia”. E proprio sulle “declinazioni” della misericordia, valore a cui il pontefice ha dedicato lo speciale anno giubilare in corso, monsignor Fragnelli si è soffermato sottolineando come – sempre citando papa Francesco che, a sua volta, cita Shakespeare – “la misericordia è capace di attivare un nuovo modo di parlare e di dialogare”.
“La comunicazione – ha detto ancora il vescovo – ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società” e “l’incontro tra la comunicazione e la misericordia è fecondo nella misura in cui genera una prossimità che si prende cura, conforta, guarisce, accompagna In un mondo diviso, frammentato, polarizzato, comunicare con misericordia significa contribuire alla buona, libera e solidale prossimità tra i figli di Dio e fratelli in umanità”. Comunicazione come sinonimo di “uscita dall’autoreferenzialità e dalla divisione, promessa di ponti che uniscono, di prossimità che accolgono e arricchiscono.
L’umano rinasce nella comunicazione verticale tra l’uomo e Dio e in quella orizzontale tra i fratelli in umanità”.
E, facendo riferimento all’attività quotidiana dei giornalisti, Fragnelli ha ricordato l’invito del papa: “Lo stile della nostra comunicazione sia tale da superare la logica che separa nettamente i peccatori dai giusti. Noi possiamo e dobbiamo giudicare situazioni di peccato – violenza, corruzione, sfruttamento – ma non possiamo giudicare le persone, perché solo Dio può leggere in profondità nel loro cuore”. È compito degli operatori dell’informazione “denunciare la cattiveria e l’ingiustizia di certi comportamenti per liberare le vittime e sollevare chi è caduto” ma senza, per questo, ergersi a giudici o, peggio, a giustizieri.
Accanto all’intervento del vescovo si sono succedute delle brevi testimonianze di “concretezza della misericordia” a cura di Gino Gandolfo, referente regionale per la Sicilia della campagna nazionale “Mettiamoci in gioco” contro l’azzardo, di suor Maria Goretti, della fraternità “Servi di Gesù povero” di Trapani e della giornalista Ornella Fulco su attività di volontariato in carcere.
Fonte: Trapanioggi.it
La preghiera del vescovo Pietro Maria Fragnelli per servire la buona buona notizia
Preghiera per servire la buona notizia
In questo Anno Santo della Misericordia donaci, Signore, di riflettere sul rapporto tra la comunicazione e la misericordia. Insegnaci la vicinanza alla gente e la preghiera, che sono la chiave per vivere un umanesimo cristiano popolare e umile, generoso e lieto.
Liberaci dal pericolo di perdere il contatto con il tuo popolo fedele, perché così perdiamo in umanità e diventiamo schiavi di poteri economici e culturali che ci rubano la nostra dignità di uomini e di donne, di professionisti e di cittadini.
Noi sappiamo che la Chiesa, unita a Cristo, incarnazione vivente di Dio Misericordioso, è chiamata a vivere la misericordia quale tratto distintivo di tutto il suo essere e il suo agire. Sappiamo che ciò che diciamo e come lo diciamo, ogni parola e ogni gesto dovrebbero poter esprimere la compassione, la tenerezza e il perdono di Dio per tutti.
L’amore, per sua natura, è comunicazione, conduce ad aprirsi e a non isolarsi. E se il nostro cuore e i nostri gesti sono animati dalla carità, dall’amore divino, la nostra comunicazione sarà portatrice della forza di Dio.
Sappiamo che siamo chiamati a comunicare da figli di Dio con tutti, senza esclusione. Insegnaci il linguaggio e le azioni capaci di trasmettere misericordia, così da toccare i cuori delle persone e sostenerle nel cammino verso la pienezza della vita.
Donaci il fascino profondo di Gesù Cristo, che risveglia in noi la grazia dell’annuncio e della testimonianza.
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