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Piano Pastorale 1998-1999 PDF Stampa E-mail
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marted́ 01 settembre 1998
Indice articolo
Piano Pastorale 1998-1999
Schede di Riflessione
Ascolto
Dialogo
Ministerialita'
Formazione
Speranza
4. La Formazione
"Bisogna dare visibilità e corposità alla fede; ad una fede intimistica, salottiera sdolcinata
e borghese, bisogna sostituire una fede
robusta, consapevole, motivata" (r. c. 3)

La formazione cristiana allo svolgimento di un ministero, pur ampiamente sviluppata in taluni settori, non è ancora pienamente sviluppata nella Chiesa. Essa ha a che vedere con la consegna della fede da una persona all'altra e da una generazione all'altra, quindi con la missione stessa della Chiesa, come anche con la grande questione educativa che mira alla promozione di personalità libere e forti. Se il carisma-ministero-operazione riguarda la persona in quanto tale, nel suo essere più profondo, allora viene investito il campo dell'educazione e quello formativo in genere.
Nelle molteplici occasioni e situazioni formative delle quali si gode nella società odierna, l'educazione si caratterizza per il rivolgersi alla personalità in modo diretto e prioritario, con l'intenzione di promuoverla e portarla al meglio delle sue possibilità.Ciò avviene secondo un quadro di riferimento generale, al cui centro sta un modo di intendere dell'essere umano, in connessione con una visione globale di società, di cultura, di storia, di sviluppo sociale.Spesso nell'azione concreta l'intenzionalità educativa può essere concomitante ad altre intenzionalità; intenzioni educative ed altri tipi d'intenzioni possono coabitare magari secondo una gerarchia di priorità d'intenti.

L'intervento educativo ha sempre ed in ogni caso il carattere d'aiuto, di proposta, anche quando indica o sceglie; anzi si tratta di un aiuto discreto.L'educazione non si risolve in un atto singolo o in un'azione di breve durata; essa richiede solitamente tempi lunghi, perché non si tratta di acquistare un comportamento o un'abilità conoscitiva o pratica momentanea.L'educazione tende piuttosto al conseguimento di disposizioni comportamentali collegate con l'intera personalità e la sua esperienza globale.Di qui l'itinerario, cioè una successione ordinata di tappe o momenti educativi che sono strutturati nei loro obiettivi particolari, nei loro contenuti e metodi, nei loro modi e tempi di realizzazione e nei loro mezzi e protagonisti, in modo da conseguire gli obiettivi educativi o didattici prestabiliti dalla comunità responsabile.Il destinatario sarà aiutato ad assumere decisioni responsabili in base ad una maturata identità, ad un'autonomia di giudizio sulla realtà circostante, ispirandosi ai principi di valore.

La scoperta e la valorizzazione della ministerialità della Chiesa secondo la linea dell'ascolto e del dialogo è coerente con l'istanza educativa qui prospettata e spinge più verso il pieno rispetto della persona in se stessa, unica e fondamentale ricchezza, e meno verso la sua capacità tecnica o professionale.L'accoglienza e la missione di qualunque ministro mirano a farlo crescere qualitativamente, per farlo diventare più uomo attraverso un giusto commercio dei suoi talenti.D'altronde nell'orizzonte della fede cristiana, la pienezza dell'umanità è commisurata con l'umanità di Cristo Risorto, primogenito di ogni creatura.Nel mistero dell'Incarnazione il Verbo ospita in sé tutto l'uomo, e questi si unisce perfettamente al Verbo.L'umanità di Gesù partecipa della Trinità, dove le persone vivono l'una per l'altra senza residui nel darsi e nel riceversi reciprocamente. L'umanità del Signore nella Trinità è la "paideia", la cultura formativa cui i cristiani devono educare le generazioni e a cui uniformarsi in ogni ministero: è la piena maturità dell'uomo interiore.

Nel rispetto dell'antico adagio secondo cui la grazia non distrugge la natura ma la suppone e la compie, la formazione al ministero dovrà intrecciarsi con l'ambito generale dell'educazione, rispettandone i fondamenti e coniugandosi con esso i destinatari e gli obiettivi, che variano con il variare del ministero.In ogni caso si tratta, come si accennava sopra, di un conformarsi a Cristo, secondo un modo personalissimo, e non soltanto nella fase germinale, come se ci fosse uno stato irreale del puro battesimo.Dal battesimo prende avvio una nuova storia dell'esistenza del battezzato, il quale è una persona con doni propri e che commercerà entrando a pieno titolo nella storia da nuova creatura.Prendere la forma di Cristo (Fil 3,10, 21; Rm 2,20; 8,29; Gal 4,19) significa entrare a far parte del suo stesso essere, diventare una sola cosa con lui senza che questo ci annulli.Il cammino del battezzato unito a Cristo si distende dunque lungo il corso della storia fino ad arrivare all'ultimo atto della storia personale: la morte.Paolo stesso vede nella propria morte la morte di Cristo che diventa realtà, che prende di nuovo forma visibile.La morte di Gesù per l'Apostolo non è solo un dato storico del passato, ma anche e soprattutto un evento del presente: anche se qui, come altrove, Cristo e Paolo restano due persone distinte.

La tradizione della Chiesa ci consegna due tesori, arricchiti da esperienza ormai secolare: il catecumenato, convertito poi nella formazione ai fanciulli e ai giovani in relazione all'iniziazione cristiana; il seminario, con modelli leggermente variabili, quale formazione specifica al ministero presbiterale.Il Concilio ha consegnato a sua volta la ricchezza di un sentire la Chiesa in tutti i suoi membri, che adesso ci spinge a chiederci perché non si dovrebbe procedere all'invenzione di altri e ben precisi itinerari specifici, con relativi luoghi, progetti formativi e educatori incaricati, per l'avviamento e la verifica della chiamata a tutte le forme della ministerialità.Solo se esistono luoghi precisi, i membri del popolo di Dio hanno la possibilità di guardare ad un segno, di interrogarsi, di verificarsi, di approfondire la propria chiamata.È vero però che si parte con persone concrete che già incarnano forme specifiche di ministero.

ATTENZIONE
  • La famiglia e la scuola sono i due principali ambiti in cui si effettua l'educazione; è diffusa la convinzione che operare in questi luoghi è esercitare un preciso carisma-ministero?
    Questi stessi luoghi sono preparati alle nuove sfide del duemila?
  • Quali sono gli elementi portanti per attuare una formazione "cristica"?
    È possibile studiare progetti che modulano tale formazione attorno ai principali nuclei di un'educazione umana?
  • Quali strumenti educativi sono da considerare oggi superati e controproducenti e quali invece nuovi, soprattutto nella formazione cristiana di fanciulli e preadolescenti?
  • Crediamo che la Chiesa possa diventare centro di formazione permanente e, se sì, attraverso quali momenti e strumenti?
  • Quali sostegni la Chiesa particolare può dare ai genitori nell'educazione cristiana dei figli?
    E nell'accompagnamento dei fidanzati al sacramento del matrimonio?
  • In che modo il seminario può preparare uomini nuovi del Tabor?


 
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