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Ai cultori dell'arte della danza della Diocesi PDF Stampa E-mail
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mercoled́ 08 dicembre 1999
Carissimi coreografi, carissimi ballerine e ballerini,
"come una danza il cielo sarà", sono le parole di un celebre inno in uso nella Liturgia, La danza è per eccellenza l'arte dell'armonia del corpo umano: nei movimenti ordinati delle membra si trasmette questo messaggio di libertà e di gioia, di sentimenti e di valori che viene dal suo mondo interiore. La danza, infatti, per realizzarsi impegna tutte le facoltà dell'uomo, fisiche, psichiche e spirituali. E solo nell'armonia di tutte le facoltà umane la danza può esprimere tutta la sua forza e la sua vitalità. Proprio nella danza il corpo umano esprime tutta la sua bellezza, libero di librarsi nell'aria. Che cosa tra le espressioni umane è capace di comunicare più della danza il senso della libertà? Non credo che sia esagerato affermare che, in qualche modo, la danza sia immagine dell'uomo risuscitato. Penso a quel dì, quando il nostro corpo mortale, libero da ciò che è terreno, sarà rivestito di immortalità e si muoverà anch'esso, libero, nell'aria. Allora, pur non essendo ballerini, tutti danzeremo la danza della gioia. Non è esagerato immaginare il cielo come una danza. Il nostro Creatore, oltre ad averci creato con la perfezione del corpo, ha saziato la sete di libertà, di eternità dell'uomo inviandoci il suo Figlio, per invitarci alla festa eterna. Ecco perchè nella Liturgia, presaghi del mondo che verrà, cantiamo: "come una danza il cielo sarà". È questo il motivo della nostra gioia. Questa gioia va annunciata in ogni modo e, tra questi, solo la danza, espressione di armonia e di libertà, ha la forza di esprimere il nostro cuore attraverso i movimenti armoniosi del corpo accompagnati dalla musica. Musica e danza sono un binomio inscindibile per la festa. Carissimi, suona la tuba del Giubileo e annuncia gioia: Cristo è nato 2000 anni fa e continua a portare gioia agli uomini. A coloro che odono questo messaggio di libertà e lo accolgono, porta in dono quella vita, che ci fa cantare i canti della gioia, ci fa suonare i ritmi della festa, ci fa danzare la danza della libertà. Nell'augurarvi Buon Natale vi invito perciò a questa grande festa. Vivremo il Giubileo degli artisti il 17 dicembre 2000. Sarei lieto se si potesse trovare prima di quella data, magari in prossimità della festa di San Vito, patrono dei ballerini, un momento di incontro. Vi apprezzo. Vi stimo. Confido nella vostra sensibilità. Trapani, 8 dicembre 1999

+ Francesco Miccichè
Vescovo

 
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