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All'Ente Luglio musicale Trapanese, PDF Stampa E-mail
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mercoled́ 08 dicembre 1999
Carissimi,
tra le attività dello spirito umano il teatro, la recitazione occupano un posto di primo piano. Il desiderio che l'uomo ha infatti di raccontare il suo "mondo" di sentimenti, di affetti, di drammi, di visioni, di fantasia, di gioia o di dolore ha una diretta relazione con la libertà dello spirito, esperienza di cui l'uomo è sempre assetato. Perciò l'arte (e il teatro in particolare) ha questa forza di rappresentazione del mondo interiore, dell'umanità in maniera che la vita e i valori dell'uomo di ogni tempo si sentano e si trasmettano attraverso l'esperienza privilegiata che chiamiamo estetica. Quest'esperienza, muovendo dai sensi dell'uomo, ci porta a contemplare, a vedere e sentire nello spirito il "bello" con i sentimenti che l'arte ci propone. A chi non è capitato di commuoversi di fronte alle passioni umane delle opere di Euripide; a chi non è capitato di ridere gioioso assistendo alla esilarante comicità di Plauto o, per citare qualcuno a noi più vicino, a quella di Martoglio? Chi non ha pianto di fronte a Tosca che grida a Dio la sua disperazione? "Vano è delle scene il diletto, se non mira al ben dell'intelletto". Quest'epigrafe che si trova sul frontone del massimo tempio dell'Arte del Teatro in Sicilia e tra i più grandi d'Europa, ci ammonisce sul valore dell'arte. L'Arte, slegata dal cuore dell'uomo, dal suo mondo, dalla sua vita perderebbe ogni significato. Perderebbe quella capacità di produrre esperienza di estasi, di contemplazione nello spirito dell'uomo. Cari artisti, la Chiesa vi segue con attenzione anche quando può sembrare, all'occhio meno attento, che non ci sia rapporto tra teatro e fede, quasi siano due mondi che si ignorano a vicenda. Anche se è vero che la Chiesa ha un tradizione nobilissima di collaborazione con altre espressioni artistiche quali l'architettura, la scultura, la pittura, la musica, l'artigianato, il canto etc... ciò non significa che non conosca la nobiltà dell'arte del teatro e della recitazione. La Chiesa vi stima e sa che la vostra arte si rivolge allo spirito dell'uomo e ne è espressione di libertà e creatività. A questo stesso spirito si rivolge la Chiesa e propone la fede come esperienza di libertà, di liberazione, di creatività e oblazione. La Chiesa e il teatro non sono in concorrenza; la Chiesa infatti annunzia valori, porta un messaggio, che possiamo indicare con una parola: "Gesù". Di questo nome tutti conosciamo la grandezza. Nella misura in cui la vostra arte allarga i cuori e aiuta le coscienze a crescere, possiamo dire che, in qualche modo, fa spazio nei cuori perché Cristo vi possa entrare. Cari artisti, nel servizio all'uomo noi non siamo concorrenti; ma ciò non basta: dobbiamo essere solidali. Spero che durante l'Anno Santo 2000 si creino occasioni di incontro per conoscerci e apprezzarci sempre più: ne avremo, credo, un mutuo guadagno. Vi prego di annotare, tra i vostri impegni, il 17 dicembre 2000. È la data del Giubileo del mondo dello spettacolo: il Papa incontrerà a Roma gli artisti. Sarebbe bello che anche noi, qui, potessimo insieme, nella stessa data, dare vita al Giubileo degli artisti. Lo propongo alla vostra considerazione. Confido nella vostra sensibilità. Con l'augurio che la luce di Cristo inondi la nostra vita. Buon Natale! Trapani, 8 dicembre 1999

+ Francesco Miccichè
Vescovo

 
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