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Omelia - Messa in Coena Domini PDF Stampa E-mail
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gioved́ 20 aprile 2000
"Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza"(Sl.115). Pane spezzato e sangue versato è l'Eucaristia, dono di salvezza. Con il suggestivo rito della lavanda dei piedi si apre il triduo pasquale. Il Cenacolo è il luogo in cui Cristo Gesù con i suoi discepoli si dà appuntamento per celebrare la Pasqua. Il Cenacolo è un'ampia sala preparata a festa per il memoriale della Pasqua ebraica: la mensa con l'agnello immolato, il pane azzimo, le erbe amare in ricordo delle meraviglie compiute dal Signore in favore del suo popolo, liberato dalla schiavitù d'Egitto. Gesù, nel contesto di quella cena - memoriale, inserisce il nuovo memoriale del suo sangue sparso per la salvezza di tutti gli uomini; istituisce l'Eucaristia e con essa il sacerdozio, le due componenti essenziali e costitutivi della chiesa, popolo santo di Dio profetico, regale e sacerdotale. Gesù sa cosa l'attende: l'abbandono dei suoi, il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, il giudizio di condanna di Pilato, la cattiveria del popolo da lui beneficato, ma, "avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine". (Gv.13,1). Servo per amore è Cristo che si china a lavare i piedi degli apostoli. Il gesto riservato ai servi diventa il gesto dell'amore divino più significativo e più profondo. Cristo, servo di Javhè, si cinge i fianchi con il grembiule, prende un catino con l'acqua e compie un rito che lascia sgomenti gli apostoli, provoca la reazione sdegnata di Pietro: "Tu non mi laverai mai i piedi".(Gv.13,8). La solennità del momento, le parole che accompagnano il gesto, l'invito ai discepoli a fare altrettanto tra di loro, caricano il tutto di un significato che supera il momento e il luogo. E' un gesto che indica purificazione, umiltà e servizio; è un rito carico di amore; è un momento di grande dignità in cui il Figlio eterno di Dio, rivestito del grembiule, abito sacerdotale per eccellenza, che indossato non smetterà più, manifesta la sua volontà di servizio e rivela pienamente la sua missione: "Non sono venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita"(Mt.20,28), Chi si accosta all'Eucaristia dev'essere interiormente puro. A nessuno è lecito accostarsi all'altare con l'animo inquinato dal peccato. Le condizioni interiori per poter fruttuosamente ricevere Gesù Eucaristia sono: umiltà, volontà di servizio, amore. L'umiltà ci fa cogliere ciò che è essenziale e ciò che è marginale nella nostra vita. L'umiltà è verità,
è guardarci dentro nella fede,
è sentire forte il bisogno di arrenderci davanti a Dio come Pietro:
"Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo"(Gv.13,9). L'umiltà attira la benevolenza di Dio.
"Agli umili Dio dà la sua grazia, la nega ai superbi".(Lc.1,5). L'umiltà ci porta a fidarci di Dio e ad affidarci a Dio. Attraverso l'umiltà conquista solidità la fede e la carità si rende più vera ed efficace. L'umiltà ci svuota del nostro io per dare posto a Dio. L'umiltà coltivata è sapienza del cuore, slancio di amore, passione nel servizio. "Imparate da me che sono mite e umile di cuore" (Mt.11,29). Potessimo essere conquistati pienamente da questa virtù regina! "Cristo da ricco qual era si è fatto povero"(2 Cor.8,9), si è spogliato di se stesso facendosi schiavo. Quanto narcisismo non si nasconde a volte nella preghiera! Una preghiera non purificata dall'io è una preghiera distorta, interessata e non pura; non è la vera preghiera di lode, di ringraziamento e di adorazione. Spirito di servizio a Dio e ai fratelli ci viene chiesto da Gesù nel comandamento dell'amore. Amare è servire, un servizio che coinvolge la volontà, la mente, il cuore, la vita. Dio e la sua volontà devono essere il dolce nostro bene. Il "sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra" (Mt.6,10) del "Padre nostro" non può essere solo pronunziato, ma deve farsi vita, impegno quotidiano, sforzo continuo di piacere a Dio. I servi di Javhè hanno la mente e il cuore continuamente rivolti a Dio. Maria, la serva del Signore, accoglie, medita, vive la Parola; Cristo, servo sofferente di Javhè, compie fino in fondo la volontà del Padre, accetta l'umiliazione estrema della croce, si svuota "Sed semet ipsum exinanivit formam servi accipiens" (Fil. 2,7) e diventa re crocifisso; il suo trono regale è la croce. Servire è accettare la croce, servire è morire ogni giorno a noi stessi,
servire è amare e perdonare,
servire è chinarci ai bisogni di chi ci sta accanto,
servire è amare senza chiedere nulla in cambio,
servire è guarire, purificare, consolare, donare.
L'istituzione dell'Eucaristia si inserisce in questo rito solenne, si pone in un contesto di profondo e vero servizio in cui l'uomo è al centro. Guardiamo nella fede a Gesù Eucaristia come alla fonte e alla radice della nostra vita ecclesiale. Da stasera fino alla liturgia del Venerdì Santo noi adoreremo questo augusto Mistero. La nostra adorazione - contemplazione si carica dei sentimenti del Cristo povero, umile, servo per amore. L'Eucaristia è cibo e bevanda di vita: "chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita"(Gv.6,54). Meno chiese vuote, meno tabernacoli abbandonati, più assemblee adoranti davanti a Gesù Eucaristia sono la garanzia di un mondo riconciliato, di un'umanità salvata. Amare e fare amare la Divina Eucaristica presenza è lo sforzo di una catechesi, vero cammino di fede, rivolta ai fanciulli che si preparano a partecipare e a vivere in pienezza la santa Messa. Facciamo innamorare i nostri fanciulli e i nostri giovani di Gesù Eucaristia. Sta qui il segreto di una vita meno vuota e più pregnante di valori. Pensare di scommettere la propria vita in qualcosa di grande e di impegnativo non è difficile se viviamo una vita Eucaristica. E' cosa bella curare la ministerialità all'altare dei piccoli, dei giovani e degli adulti. Il fervore e l'ardore verso Gesù Eucaristica ci faranno crescere nella vita cristiana autentica, nell'impegno e nella testimonianza del Vangelo. Il nostro Seminario fiorirà se la nostra chiesa vivrà di Eucaristia. I nostri presbiteri saranno generosi apostoli e pastori solerti se l'Eucaristia avrà il suo posto eminente nella pastorale. I laici riscopriranno la loro missione nella chiesa e nel mondo se centreranno la loro attenzione orante sulla Eucaristia. L'Eucaristia è luce, è forza, è alimento dell'anima credente.

O Gesù Eucaristica,
prigioniero d'amore nei nostri tabernacoli
tu aspetti i tuoi figli per consolarli,
per dare forza contro le tentazioni
che distolgono dalle retta via.
Abbiamo bisogno, o Gesù, di Te.
Senza di Te non possiamo fare nulla.
Illumina, o Gesù, le nostre menti,
facci comprendere l'importanza della pietà Eucaristica nella nostra vita.
O Gesù vero pane disceso dal cielo,
uniscici intimamente a Te,
smuovici dal torpore,
sconfiggi la pigrizia,
infondi in noi gioia, entusiasmo, generosità nel servizio,
passione per il Regno di Dio.
Vogliamo vivere, o Gesù Eucaristia,
genuflessi davanti a Te;
vogliamo vivere
diaconi, presbiteri, vescovo, fanciulli,
giovani, adulti, anziani
cibandoci del tuo corpo e del tuo sangue,
contemplandoti e adorandoti, divina presenza di amore,
Gesù nostro unico bene e nostro tutto. Amen

Trapani 20 Aprile 2000
 
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