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Omelia - Liturgia del Venerd́ Santo PDF Stampa E-mail
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venerd́ 21 aprile 2000
"Ecco il legno della croce in cui è appeso il Salvatore del mondo". Gli occhi, la mente e il cuore sono rivolti al crocifisso. La croce rimarrà esposta sul nudo altare dopo che processionalmente ci saremo incamminati verso di essa per l'adorazione e il bacio del crocifisso, gesto tenero di amore. "Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo". La Redenzione si attua nel sacrificio cruento di Cristo sulla croce; in Lui viene sancito il nuovo patto, nel suo sangue sparso per tutti noi vengono riannodati i rapporti dell'uomo con Dio. La colpa del primo Adamo ci ha portato la rovina, l'obbedienza filiale di Cristo, nuovo Adamo, ci ha portato la salvezza. Il mistero di iniquità è stato sconfitto sulla croce: morendo Gesù ci ha ridonato la vita, Dio nel suo amore senza limiti ci ha redento dalla colpa. Solo l'amore spiega l'immane tragedia del golgota, l'amore di Dio che è da sempre, gratuito, preveniente, infinito. L'amore non teme ostacoli, non si ferma davanti al dolore, al sacrificio e alla morte. L'amore vince ogni cosa. L'amore di Dio sconfigge il mistero del male. Cristo crocifisso è l'icona dell'amore che si offre, si sacrifica e si immola. Nella morte del Cristo moriamo anche noi al peccato, nella distruzione del suo corpo, sacrificio gradito al Padre, l'uomo, creatura peccatrice, annienta la propria colpa e trova accesso a Dio. La croce è preludio e strumento di vita e non di morte, è via alla resurrezione. Siamo chiamati a salire con Gesù sull'erta via del Calvario e a lasciarci inchiodare sulla croce. Inchiodiamo sulla croce il nostro egoismo. L'io troppo spesso va a briglie sciolte e non ci fa vedere le cose nella giusta luce e diventa così totalizzante, esclusivo e assoluto da mettere in ombra Dio. Morire al nostro io è scegliere l'umiltà come virtù regina della vita spirituale, è connotare la nostra vita di verità, è dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. Dall'egoismo discendono ogni sorta di male, ci ricorda l'apostolo Paolo nella lettera ai Galati al cap. 5 : "fornicazioni, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezza, orge e cose del genere" (Gal.5,19-21). La religione vera non è mero sentimentalismo, è impegno cosciente e coerente che coinvolge la nostra intelligenza, la nostra volontà, il nostro cuore. La sequela di Gesù è sequela nella via dolorosa del Calvario: "se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mc.8,34). Davanti a Cristo che pende dalla croce non si può rimanere indifferenti, ignorare, far finta di niente. Quella morte ci interroga, quel dolore innocente ci provoca, quella croce, scandalo e sapienza, è issata sul golgota del mondo ed è segno di grande contraddizione che non è consentito ignorare. La croce ci tocca tutti da vicino poiché un posticino l'abbiamo tutti sulla croce, piccoli e grandi, vecchi e bambini.
La croce non risparmia nessuno. Basta aprire gli occhi per accorgersene, basta andare dal vicino della porta accanto, negli ospedali, nelle case di riposo, luoghi della sofferenza, santuari della croce. Il mondo di oggi pone tutto sull'efficienza, la giovinezza, la forza, il tutto e subito. Son questi i miti di tanti giovani e meno giovani che una propaganda mass - mediale distorta diseduca ai valori e li rende parodia della felicità, chiassosa e sbiadita immagine della vita. Sano e salvifico realismo è adorare la croce, accettare la croce, vivere il mistero della croce come strumento di salvezza, come recupero di umanità. Nella croce e attraverso la croce guardiamo la vita con occhi nuovi, tutto ci appare nei suoi reali contorni, l'orizzonte cambia. O Gesù crocifisso, facci innamorare della croce, la piccola e grande croce che incontriamo sulla nostra strada non ci faccia paura: difficoltà di rapporti con gli altri, disagi economici e malattie, anche la morte. Se il grano di frumento caduto in terra non muore rimane solo, se muore dà molto frutto. O Gesù seme che muore sulla croce dell'egoismo, della cattiveria degli uomini, da te sgorga per l'umanità tutta il fiume benefico della grazia che salva. Inondaci con la tua grazia. Apri i nostri occhi perché possiamo vedere nel peccato la vera miseria che ci affligge e possiamo comprendere che solo in te, nel tuo amore crocifisso possiamo ottenere salvezza. Aggrappati alla tua croce sarà più facile sopportare le nostre croci quotidiane. Aiutaci, o Gesù. Sia la croce per noi strumento di salvezza. Facci desiderare, amare, volere la croce per noi. Solo così si annuncerà l'alba radiosa della Resurrezione.

Trapani 21 Aprile 2000
 
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