Progetto Pastorale PDF Stampa E-mail
Condividi
sabato 28 agosto 2004
Indice articolo
Progetto Pastorale
Introduzione
Il Linguaggio
...in un mondo che cambia
...gli incontri
...gli ostacoli
Risorse e Speranze
La sosta
Risorse nella Chiesa
Strumenti nella Chiesa
Conclusioni

Capitolo 1

Il linguaggio

Babele e Gerusalemme

L’epoca che viviamo è stata definita l’epoca dell’incomprensione e dell’incomunicabilità.
Ogni giorno sperimentiamo la difficoltà di comprendere e di comprenderci: sembriamo parlare lingue diverse. Eppure abbiamo nel cuore un desiderio di pace e di armonia, aspiriamo ad un’oasi di serenità dove vivere gli uni accanto agli altri con amore e senso di fratellanza.
Babele e Gerusalemme: in questi due nomi c’è tutto il contrasto che ci portiamo dentro, tra la realtà in cui viviamo e quella in cui vorremmo vivere. Ma mentre sogniamo Gerusalemme, viviamo a Babele!
Il desiderio di raggiungere la meta è grande e non possiamo sottrarci alla fatica del viaggio.
Partiamo, dunque! Mettiamoci in cammino da Babele verso Gerusalemme: è il cammino della comunione.

In cammino insieme

Il cammino che facciamo non può essere fatto da soli. Lasceremo la città della non comunione per camminare verso la solitudine? Quello Spirito che ci spinge a camminare verso la comunione non ha parlato in ogni lingua per far risuonare un’unica Parola di salvezza?
Il cammino, perciò, è quello di un popolo che si dirige, in comunione, verso la città santa.
Il camminare insieme è il proprium della Chiesa.
I navigatori solitari non contribuiscono ad edificare Chiesa.
La vera Chiesa è il popolo di Dio che cammina insieme verso Gerusalemme.

In cammino: la difficoltà a parlare la lingua dello Spirito

Il nostro viaggio, ovvero il viaggio della Chiesa santa che è in Trapani, di quanti cioè camminano sotto la guida del pastore, pellegrini verso Gerusalemme, deve affrontare una prima e cruciale difficoltà: la lingua.
Volendo incamminarci verso Gerusalemme, abbiamo consapevolezza che la lingua che parliamo e conosciamo meglio è la lingua di Babele cioè della confusione, della disarmonia, della discordia e della divisione. Siamo, allora, degli sconsiderati nell’intraprendere il nostro viaggio? Pensiamo che il cammino sia inutile e che non arriveremo mai alla meta?
Le difficoltà non ci debbono scoraggiare.
Se non chiudiamo il nostro cuore a Dio e ci lasciamo condurre dallo Spirito, il nostro linguaggio, anche se attraversato dal peccato, non riuscirà a distruggere la nostra adesione fondamentale a Cristo e la nostra volontà di fare comunione. Dio nella sua misericordia può condurre ad unità ciò che è disperso e frammentato.
La Chiesa, realtà santa e peccatrice, nello Spirito che grida nel cuore dei credenti con gemiti inesprimibili, trova la forza e il coraggio di riprendersi e di camminare verso Gerusalemme.

Il tempo dell’apprendimento della lingua della comunione

Occorre che tutti impariamo la stessa lingua. Il tempo del cammino sarà, perciò, il tempo del discepolato, dell’ascolto attento del Divino Maestro. Sappiamo che il miglior modo per imparare una lingua è praticarla. Perciò il miglior modo per imparare la lingua della comunione è vivere la comunione.

Il pastore, guida e maestro del linguaggio della comunione

Chi si pone in cammino verso Gerusalemme alla sequela del pastore, ma non nutre nel cuore il desiderio di imparare la lingua della meta (e la nostra meta è la comunione), anche se formalmente fa parte della carovana, in realtà non ha mai lasciato Babele.
Seguire il pastore è garanzia di seguire Cristo nel cammino verso Gerusalemme. Il pastore non per forza è colui che conosce meglio la lingua della città santa, ma certamente è nella sua persona che Cristo parla e guida il suo popolo.

La Bibbia, libro della lingua della comunione

Come in ogni viaggio, anche il nostro ha una guida che ci indica i sentieri, ci segna le soste e ci mostra la meta.
Questa guida è la Sacra Bibbia.
Senza di essa il nostro cammino sarebbe un vagare senza senso.
Ogni pellegrino deve portarla con sé, studiarla, consultarla, meditarla per verificare il cammino percorso, per conoscere la meta, per apprendere la storia di altri pellegrini che hanno raggiunto il traguardo.
Tuttavia, ciò che la guida insegna ad ognuno, diventa vera ricchezza e garanzia di verità solo quando ci poniamo comunitariamente in ascolto di essa.
L’ascolto comunitario della Parola e la sequela del pastore, che ne è l’interprete più autorevole, sono l’unica garanzia di successo per guadagnare la meta.



 
< Prec.   Pros. >
© 2024 Diocesi di Trapani
Progetto e Contenuti a cura dell'Ufficio Diocesano per le comunicazioni Sociali
Rendiconto 8xmille a cura dell'Economato Diocesano
Grafica MOOD comunicazione e design
Hosting & Coding ASSO Informatica Trapani su Joomla! un software libero rilasciato sotto licenza GNU/GPL.