sabato 28 agosto 2004 |
Pagina 2 di 11 Tra gli interrogativi che i vescovi italiani si pongono, ci sono quelli legati alla trasmissione dei contenuti della fede e al linguaggio: “Dobbiamo chiederci: la comunicazione delle proposte che abbiamo formulato, anche attraverso convegni e documenti, è stata comprensibile per la gente e ha saputo toccare il suo cuore? Coloro che sono gli strumenti vivi e vitali della traduzione degli orientamenti pastorali – sacerdoti, religiosi, operatori pastorali – si sono coinvolti in maniera corresponsabile e intelligente nel cammino delle loro Chiese locali? […] E noi Vescovi abbiamo saputo dare gli impulsi necessari perché i nostri stessi orientamenti pastorali non restassero lettera morta?” (C o m u n i c a re il Vangelo in un mondo che cambia, 44) . Anch’io mi rendo conto che nel proporre il presente Progetto Pastorale il problema centrale è quello della trasmissione e della comunicazione dei contenuti della fede e, dunque, del linguaggio da usare. Negli stessi Orientamenti pastorali dell’episcopato italiano per il primo decennio del 2000, mi sembra di trovare un’indicazione per superare l’empasse. “È molto significativo anche il linguaggio scelto da Gesù per fare entrare i suoi interlocutori nella comprensione del Regno. Egli parla in parabole, ricorre cioè all’esperienza di ogni figlio del suo popolo: nelle parabole e nelle similitudini impiegate da Gesù troviamo allusioni alla vita di ogni giorno. In tal modo si svela una profonda capacità di trarre lezione e consolazione da ogni creatura e da ogni evento. Gesù sa discernere e far comprendere la bellezza della vita attraverso i simboli che si celano dietro alle esperienze umanissime della vita quotidiana. E fare appello all’esperienza significa coinvolgere la libertà di colui che ascolta” (Comunicare il Vange - lo…, 21). Perciò, nel delineare il nostro progetto, seguiremo lo stesso stile di Gesù, proponendo la metafora del popolo in cammino verso la comunione, dopo avere delineato i tratti della città di partenza (Babele) e della città di arrivo (Gerusalemme), alla luce della Santa Scrittura. Parleremo, dunque, della partenza e delle diff i c o l t à del viaggio, delle sue soste, degli incontri, delle risorse per affrontarlo e, infine, ne avvisteremo la meta.
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