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Ai presbiteri: Nuovo Rito Del Matrimonio PDF Stampa E-mail
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mercoled́ 23 marzo 2005
Prot. n.71/2005-03-23

Ai presbiteri della Chiesa Santa di Dio
che è in Trapani
 
Carissimi,
 
essendo ormai tutte le parrocchie fornite del Nuovo Rito Del Matrimonio ed avendo avuto i parroci e gli operatori di pastorale familiare in questo lasso di tempo la possibilità di presentarlo ai nubendi nei percorsi di preparazione al matrimonio stabilisco che nella nostra Diocesi il Nuovo Rito del Matrimonio vada in vigore a partire dalla Domenica in Albis, 3 aprile 2005.
Tengo a precisare che il discernimento sulla formula da privilegiare tra quelle previste dal Nuovo Rito è compito del parroco che istruisce la pratica matrimoniale. Questi non solo informerà i nubendi, ma motiverà le ragioni della scelta che, qualora comporti l’esclusione della Santa Messa, non deve essere vista come una punizione o un giudizio di demerito per gli stessi nubendi, ma deve essere uno stimolo per loro al fine di iniziare un cammino di inserimento vero nella comunità parrocchiale.
Ribadisco alcune regole d’oro che non ci è lecito disattendere:
1 Il luogo della celebrazione sia sobriamente elegante e si eviti ogni inutile sfarzo. I fiorai vanno educati al bello e non si può permettere loro che strafacciano;
2) I fotografi siano invitati a rispettare la sacralità della celebrazione e si diano a loro chiare indicazioni sui momenti da riprendere e sugli spazi in cui muoversi. Si ammettano solo i fotografi che siano muniti di un placet che l’Ufficio Liturgico diocesano rilascerà agli interessati dopo che avranno frequentato un apposito corso;
3) L’assemblea che partecipa al Sacro Rito sia opportunamente guidata a vivere con fede e con gioia il momento liturgico evitando che ci siano assemblee amorfe, distratte e disinteressate;
4) La Liturgia della Parola va preparata dal presbitero insieme ai nubendi i quali oltre a scegliere le letture saranno introdotti prima della celebrazione del matrimonio al senso di quella Parola nella loro vita attraverso la lectio divina. Il compito di lettori non può essere svolto dagli stessi sposi. Anche sulla scelta della formula del consenso e delle intenzioni il tutto sia concordato dagli sposi d’intesa con il celebrante;
5) Vanno riprovate le usanze che si stanno diffondendo in più parti di vivere all’uscita della chiesa un carnevale di spari, coriandoli e quant’altro che contamina nella continuità con la liturgia appena celebrata la sacralità del momento;
6) Pur non essendo proibito agli sposi di scegliere una chiesa che non sia la propria parrocchia per celebrare il sacramento del matrimonio, si faccia opera di convincimento perché gli sposi privilegino la propria parrocchia o la parrocchia dove si stabiliranno puntando al valore della comunità come fatto qualificante e non alla bellezza del luogo;
7) Il decoro della liturgia, la serietà con cui ci si prepara ad essa, il retto svolgimento della stessa devono starci sommamente a cuore. Nulla va fatto in fretta, in maniera raffazzonata e superficiale. È da lodare la bella abitudine che l’assemblea sia fornita del libretto della celebrazione preparato insieme al parroco;
8) È opportuno che il presbitero che istruisce la pratica matrimoniale si prenda cura di comunicare l’avvenuto matrimonio al parroco dove i novelli sposi andranno ad abitare affinché questi possano essere accolti nella loro nuova comunità e non si sentano ad essa estranei;
9) Si abbia cura di attivare percorsi di fede per i giovani sposi, riservando particolare attenzione alle problematiche relazionali tra gli stessi e dando loro il calore e l’appoggio di altri sposi sinceramente credenti ed attivamente inseriti nella vita della comunità parrocchiale;
10) Si valorizzi in particolar modo la festa della sacra famiglia nella quale gli sposi cristiani sono invitati a rivivere la grazia del sacramento del matrimonio rinnovando il loro patto di fedeltà e di amore.
 
Alla presente accludo una scheda preparata dall’Ufficio Liturgico diocesano che riassume in maniera chiara le premesse riportate nel Nuovo Rito del Matrimonio.
Sulla famiglia credente e responsabilmente impegnata nella vita delle nostre comunità parrocchiali dobbiamo decisamente puntare se vogliamo camminare nella linea della progettualità pastorale indicataci dalla CEI in questo primo decennio del terzo millennio.
 
Auguro a voi, alle vostre comunità e alle famiglie una Pasqua apportatrice di gioia e pace nello spirito.
 

Tutti nel Signore abbraccio e benedico

 
            Trapani, 23 marzo ’05

 
                                                                                      + Francesco Miccichè
                                                                                                 Vescovo
 
 
 
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