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Piano Pastorale 2004-2005 PDF Stampa E-mail
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sabato 28 agosto 2004
Indice articolo
Piano Pastorale 2004-2005
La Casa Perduta
Mamre: il progetto di una nuova casa
La casa di Davide stabile per sempre
La Famiglia di Gesu': la Parola al centro
La Chiesa: casa e famiglia di Dio
La Parrocchia
Lettera alle famiglie

APPENDICE

lettera alle famiglie


Carissima famiglia,

ciascuno di noi vive la sua esperienza radicato nella famiglia che l'ha generato alla vita, lo ha aiutato a crescere, lo ha accompagnato nell'arduo cammino della maturità umana, sociale, culturale e religiosa.
Alla famiglia come luogo privilegiato in cui facciamo esperienza dell'amore cristiano intendo rivolgere la mia attenzione vigile di pastore.
La mia ricerca della famiglia non è per catturarla e carcerarla come purtroppo tante agenzie oggi fanno, ma per contemplarla quale Dio l'ha sognata nel suo piano di amore per l'umanità.

1. Padre e madre sono nomi impegnativi che bisogna meritarsi sul campo.
Non è la semplice generazione nella carne che dà diritto ai genitori ad essere padre e madre, ma è la loro consapevolezza di dover svolgere una missione delicata, difficile e necessaria che li accredita in tal senso.
È la missione di educare i propri figli, di desiderare e volere il bene dei figli che fa dei genitori dei veri papà e delle vere mamme.
Le famiglie, luogo primario dell'educazione dei figli, sono il santuario della vita ove sboccia, cresce, matura la bontà, l'amore, l'abnegazione, la misericordia, il perdono, la socialità, la solidarietà, il senso della giustizia, del bene comune, della legalità, il senso profondo del vivere e la religiosità.
I genitori educano i loro figli educandosi all'amore oblativo, rispettando i tempi dell'altro, aiutandosi a vicenda, prevenendosi nei bisogni, assecondando i desideri dell'altro. La latitanza dei genitori dalla vita dei figli è il male oscuro che insidia e mina la famiglia di oggi.

2. Voi genitori educate i figli vivendo con loro, amando stare con loro, non fuggendo dalle vostre responsabilità, sentendovi gratificati anche a costo di grandi rinunzie per servire, accudire, perdervi per i vostri figli.
Dovete stare accanto ai figli, essere loro prossimo, portare insieme la croce, farvi cirenei, giocarvi la vita con loro e per loro andando lieti e fieri di dovervi spendere per loro, non mugugnando né facendolo per forza.

3. Oggi si fa a gara a chi arriva per primo all'abbandono dei figli.
È la mamma tutta presa dall'affermazione di sé fuori dalla casa?
È il papà troppo intento a guadagnare per rendersi conto che i figli reclamano la sua presenza e il suo intervento?
Si ruba il tempo ai figli e si tacitano le coscienze sommergendoli con regali spesso inutili e dannosi: gite, vacanze, soldi.

4. Date il vostro tempo ai figli.
Perdetevi per loro. Siate disponibili all'ascolto. Imparate l'arte dell'ascolto e non abbiate fretta. Sappiate attendere, leggete i silenzi dei vostri figli, i corrucciamenti, le tristezze scolpite nei loro occhi, gli interrogativi dipinti sul loro volto.

5. L'ascolto nasce dall'amore.
Chi non ama non ascolta, è distratto, non vede, non sente, non capisce, è catturato da altro, non può essere di aiuto.
Ascoltare è amare, è lasciarsi prendere dal bisogno, dal grido di aiuto che viene dall'altro, è condividere, entrare in empatia, dare se stessi, prestare il proprio braccio per sostenere l'altro. L'ascolto non è fatto di mutismo: esso genera dialogo, un dialogo rispettoso, pacato, sereno, improntato a rettitudine d'intenzione e a verità, scevro da ideologismi e da malcelate furberie.
I figli non vogliono genitori in cattedra, esigono autorevolezza, ma non sopportano e respingono i dictat d'autorità, abbisognano di educatori discreti e generosi che li accompagnino passo passo nell'esplorazione del proprio io e del mondo che li circonda.
Il dialogo tra genitori e figli non può essere impostato su un gioco di forza, non può avere i genitori nella posizione di chi è detentore della verità e i figli di chi è nella condizione di dover essere imbonito.
Il dialogo è possibile ed è fruttuoso a condizione che si guardi l'altro con l'occhio ammirato di chi vede nell'altro un mistero da scoprire, un valore da apprezzare, un bene da accogliere.
I figli rivelano agli occhi dei genitori la grandezza dell'amore di Dio che non si ripete mai nella creazione e che ha fatto ciascun uomo unico e irripetibile nella storia.

6. Lasciatevi condurre dall'amore che vi fa capaci di ascolto vero, continuato, appassionato, un ascolto che vi rende vigili, attenti, non invadenti, rispettosi, non gelosi dei vostri figli, disponibili a riconoscere le meraviglie che sono in loro, stupiti per l'inedito e lo straordinario che vive in loro.
Anche i vostri figli hanno qualcosa da insegnarvi, possono svelare ai vostri occhi ricchezze di bene insospettate.

7. Nel dialogo autorevole e rispettoso matura un'amicizia sincera e lo scambio dei doni diventa facile, arricchente, proficuo.

8. Siate amici dei vostri figli.
I primi, i più fedeli, i più fidati amici ai quali poter confidare, riversare ogni ansia, problema e speranza.
Abbiate la pazienza di seguirli nei loro ragionamenti, maturate la capacità di immedesimarvi nei loro problemi, entusiasmatevi per i loro progetti di vita, siate generosi nell'accogliere le loro richieste di aiuto, condividete e non prendete le distanze dai loro piccoli e grandi problemi, non meravigliatevi e non scandalizzatevi delle loro mancanze, rendetevi disponibili a fare tutta la strada con loro, dialogate senza la presunzione di essere i più bravi, fatevi umili portatori della verità che salva.

9. I modelli su cui i giovani si confrontano sono quelli patinati della televisione, modelli che come lampade spente li gettano nel tunnel di un sentire massificante, squallido, stanco, abulico, privo di senso.
Cantanti, sportivi, attori secondo un copione imposto dalla pubblicità si muovono in una telenovela senza fine dove il successo, il denaro, il sesso, la vittoria, si susseguono con una cadenza ossessiva che depista i ragazzi e i giovani dal senso vero della vita e li proietta in un mondo ipotetico, irreale, di sogni impossibili.
Scimmiottare questi modelli di vita diventa esercizio da manuale, un modo per evadere, per sfuggire alle proprie responsabilità chiudendo gli occhi alla realtà per tuffarsi nel trasgressivo dell'alcool, della droga, del sesso.

10. Offritevi ai vostri figli quali modelli di vita.
Siate testimoni credibili.
Voi genitori non potete e non dovete essere spettatori inerti, dovete starci dentro questo mondo per capirlo e saperlo discernere, per essere capaci di orientare i vostri figli.
Vivendo controcorrente, dando alla vostra vita la lucentezza e il calore dei valori veri accendete l'entusiasmo dei vostri figli verso ciò che conta e dà senso alla vita, sviluppate in loro la capacità critica, il sano discernimento sui falsi modelli autodistruttivi e inceneritori del bene.
Non tiratevi indietro, affrontate le problematiche che investono i vostri figli, non accantonatele e non rimandatele al domani, non lasciatevi travolgere dall'onda malefica di chi dice "non c'è nulla da fare" e si adagia nel "tutti fanno così".
Date ragione di quanto vivete, di come vivete, del perché vivete e fate determinate scelte di vita.

11. I giovani vivono oggi un'adolescenza prolungata, lunghissima, infinita.
C'è una fragilità strutturale che prende i giovani e non li lascia più.
Le scelte di vita si rimandano a dopo, si ha paura di scegliere, di fare quel salto verso la maturità, verso la vita adulta che consiste nel saper donare qualcosa e nel donarsi, nell'assumersi le responsabilità della vita, nell'orientarsi e nel fare esperienze significative e forti.
I figli crescono e non crescono solo fisicamente, richiedono di essere accompagnati nella loro crescita globale, di essere introdotti alla vita adulta responsabilizzandoli, mettendoli a parte delle problematiche familiari, condividendo con loro sacrifici e rinunce.
Le loro spalle si abitueranno gradualmente a sopportare il peso dell'esistenza, ad affrontare da adulti la vita non relegando ad altri le responsabilità, né attendendo dagli altri le soluzioni ai loro problemi.
Stare dentro la vita con la sua complessità, con i suoi chiaroscuri, con le sue esigenze e starci da adulti è impresa non facile, ma non impossibile.

12. Dovete stimolare i vostri figli a crescere: essi devono crescere davanti ai vostri occhi. Non vedeteli e non considerateli sempre bambini da accudire, da proteggere, da imboccare.
Fate in modo che i vostri figli non rimangano schiacciati dalle responsabilità, sappiate dosare con intelletto d'amore i pesi sulle loro spalle, sappiate guidarli, condurli per mano, amorevolmente ma decisamente verso quegli spazi di responsabilità e di libertà che fanno una persona adulta e matura.

13. Nel cammino della vita ci sono gioie e dolori, tristezze e angosce che affliggono l'uomo, lo esaltano, lo deprimono, lo schiacciano.
La sofferenza la incrociamo quotidianamente, ci interpella con forza, ci schiaffeggia, ci inquieta. La sofferenza è scandalo, ma è anche palestra di vita, è scuola di umanità. Nella sofferenza si riscopre il bene della vita, bene troppo spesso vilipeso, accantonato, svilito al confronto con i beni del mondo.
L'egoismo gretto e meschino che impedisce di farci prossimo dell'altro è il male oscuro dell'odierna società che lascia morire gli anziani nella solitudine più nera e nell'abbandono, che chiude il cuore al grido di dolore di chi soffre, è solo, chiede aiuto e non trovandolo si dispera e chiude tragicamente con la vita.
Tanti egoismi messi insieme causano il vuoto di umanità che è sotto i nostri occhi.

14. Carissimi genitori, fate incontrare i vostri figli con la sofferenza, scuoteteli dal mondo fatuo in cui sono proiettati, date una virata alla loro vita facendoli passare attraverso le ferite della sofferenza perché diventino feritoie per vedere e valutare la vita in maniera più vera e più piena.
La sofferenza non è un'occasione per odiare, ma per amare. Cristo in croce è l'icona della sofferenza per amore.
Apritevi e apriteli al volontariato.

Invogliate i vostri figli a fare esperienze negli ospedali, nelle case di riposo, nei gruppi di volontariato Caritas, nel volontariato civile.
"Condividere" è la parola d'ordine se non volete fare dei vostri figli delle monadi assenti, asettiche, insapori e incolori. Dovete punteggiare ogni giorno di piccole opere buone da vivere in famiglia, nella parentela, con i nonni, con i vicini di casa. Dai piccoli gesti di ogni giorno costruirete e strutturerete la personalità adulta dei vostri figli che domani saranno capaci di servizio generoso e altruistico.

15. Una famiglia che prega è una famiglia che si regge, che sta insieme bene, che si costruisce giorno dopo giorno.
I genitori che pregano insieme sono la lezione più forte che i figli possano ricevere, quel pugno nello stomaco benefico che interroga e incide nelle coscienze.
La famiglia in preghiera è la famiglia che assume come stile lo sguardo di Dio, che cattura l'amore di Dio e lo fa proprio, che riesce gradatamente a spogliarsi del superfluo per vivere dell'essenziale, che gioca la sua esistenza sul Vangelo e non sui calcoli e gli interessi umani, che sposa la causa di Dio e la porta avanti con gioia.
Le case atee, vuote di Dio sono prive di luce, gli occhi non risplendono della luce di Dio, sono occhi gelidi che non sanno dare amore.
Pregare è entrare in sintonia con il volere di Dio, aprirsi al suo volere. Forti della preghiera non si progetta autonomamente, ma si ricerca il progetto che Dio ha su ogni uomo.

16. Siate esempio di vita orante.
Vi aprirete nella preghiera ad orizzonti di impegno e di missionarietà ecclesiale, scoprirete la gioia di essere comunità credente, piccola Chiesa, Chiesa domestica.
Con la preghiera del Padre Nostro nei vari momenti che scandiscono le giornate, esprimete la spiritualità della famiglia di Nazareth come affidamento totale alla volontà di Dio provvidenza infinita e carità solidale verso i fratelli.


Carissimi genitori,

aprite, spalancate il vostro cuore a Dio, non siate pigri nello zelo, siate ferventi nella carità, amate la Chiesa, le vostre comunità parrocchiali, state accanto ai vostri sacerdoti.
Riscoprite ogni giorno di più la vostra vocazione nella Chiesa, siate ministri del Signore per i vostri figli, amateli con il cuore di Cristo, seguiteli con la carità pastorale della Chiesa, serviteli con l'affetto e la dedizione che comporta il vostro essere mamma e papà.
La luce e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo, la forza e la potenza dello Spirito Santo pervada i vostri cuori e li renda docili alla sua azione vivificante e salvifica.
Maria, sposa purissima di Giuseppe e Madre dolcissima di Gesù, vi accompagni in questo esaltante ministero genitoriale e la santità matrimoniale rifulga in voi come luce amica alla quale potranno abbondantemente attingere i vostri figli.

Con paterno affetto
+ Francesco Miccichè
vescovo


 
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