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Omelia - Veglia Pasquale PDF Stampa E-mail
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sabato 22 aprile 2000
L'alleluia, la luce, la gioia esplode nella veglia pasquale, madre di tutte le veglie. La chiesa gioisce della gioia profonda e vera della Resurrezione, verità centrale, fondamentale da cui prende l'avvio il suo essere nel mondo. Siamo chiesa per testimoniare la Resurrezione, per gridare a tutti questa grande e meravigliosa verità: la vita ha vinto la morte, la grazia ha sconfitto il peccato, l'amore ha trionfato sull'odio. Cristo è risorto. La sentenza del mondo non ha potuto azzerare la potenza divina del Cristo. La sua parola è verità e, all'alba del terzo giorno, come aveva predetto Egli risorge per non mai più morire. "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere"(Gv.2,19). La luce ha preso il sopravvento sulle tenebre. La luce, che sul calvario era stata spenta dalla cattiveria umana, si riaccende e splende luminosissima, richiamo per tutti gli uomini, di tutti i tempi e di tutte le regioni del mondo. Cristo è la luce del mondo: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita"(Gv.8,12). Camminare nella luce significa seguire Cristo, porsi alla sua sequela, avere Lui come maestro e guida. "e non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo"(Mt.23,10). Il discepolato richiede lo sforzo di abbandonare tutto per seguire Cristo, di lasciare ogni cosa per metterci alla sua sequela. "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua"(Lc.9,23). Cristo è la stella polare che guida gli uomini nel mare infido del mondo. Luce è la sua parola,
luce i suoi insegnamenti,
luce il suo Vangelo,
luce è la chiesa e i credenti,
luce che si è sprigionata con forza divina da quella tomba rimasta vuota e che ci raggiunge oggi e qui. "Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino"(Sl.118,105). Quanta abbondanza di Parola di Dio non abbiamo ascoltato in questa liturgia della Veglia Pasquale! La nostra mente deve aprirsi alla luce, alla verità che salva. La Parola rinnova la memoria degli eventi salvifici, dà forza ai segni sacramentali, riattualizza il mistero. Quante umane, deboli, fuorvianti, parziali, inquietanti verità non corrodono la nostra vita; quante parole e pensieri non inquinano il retto vivere; quante logiche strane e perverse non uccidono e mandano in frantumi l'umanità! Non c'è luce, ma tenebre in chi si lascia irretire dal facile guadagno del malaffare, della delinquenza organizzata, del racket, del pizzo, delle tangenti, del contrabbando. Non c'è luce, ma tenebre sui marciapiedi dove alligna uno squallido commercio di sesso, nelle strade dove tanti bambini vivono violentati e violenti perché privi di famiglie vere alle spalle, dove i giovani vivono da sbandati, soli e fragili nei loro sogni proibiti. Non c'è luce, ma tenebre nei palazzi del potere dove si è eclissata la legalità, il bene comune, il senso della giustizia,
nelle case dove non c'è più fedeltà, manca l'amore e non vige il rispetto vicendevole,
nei posti di lavoro dove non c'è il senso del dovere e dove gli interessi privati prevalgono su tutto e su tutti.
Non c'è luce nella chiesa che ha perso di vista Cristo, dove non si coltiva la fede con l'ascolto - meditazione della divina Parola, con la preghiera, con la liturgia, con la carità senza limiti.
Non c'è luce nei cristiani senza Cristo. Non c'è luce, ma tenebre nei cristiani senza l'obbedienza della fede. Non c'è luce nei cristiani senza carica di amore. Non c'è luce, ma tenebre nei cristiani senza lo spirito della speranza. Non c'è luce nei cristiani accecati dal potere. Non c'è luce, ma tenebra nei cristiani paurosi e tiepidi. Non c'è luce nei cristiani senza slancio missionario. Non c'è luce ma tenebra nei cristiani che non perseguano l'ideale della comunione. Non c'è luce nei cristiani che non scommettono ogni giorno la loro vita sul Vangelo. Non c'è luce, ma tenebra nei cristiani omologati con le logiche del mondo. Il cero pasquale è il segno luminoso di Cristo, "veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo"(Gv.1,9). La nube luminosa guida il popolo dall'Egitto alla terra promessa, la gloria di Dio si manifesta sul volto luminoso di Mosè che scende dal monte Sinai, sul Tabor Cristo si trasfigura e una nube luminosa avvolge i discepoli mentre il corpo di Cristo irradia luce. L'incontro con Gesù conduce l'uomo di fronte a un dilemma vero e in eludibile o rifiutare la luce di Cristo perché troppo abbagliante per la nostra vita; o lasciarsi investire dal suo fulgore e così diventare noi stessi luce, sale, lievito, misericordia, speranza di salvezza per i nostri fratelli. Trapani 22 Aprile 2000
 
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