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Veglia di Pentecoste PDF Stampa E-mail
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sabato 10 giugno 2000
1. Nel cenacolo prende il via la missione della chiesa. Con il dono dello Spirito Santo la chiesa è resa capace di testimonianza vera. La Pentecoste segna il tempo della chiesa, tempo dello Spirito inviato a noi dal Cristo risorto e asceso al Padre. La resurrezione senza la Pentecoste rende incompleta l'opera salvifica di Cristo. Solo nella Pentecoste i cuori e le menti degli apostoli si aprirono alla Verità senza remore e paure. Andarono per il mondo fidandosi di Dio e affrontando con gioia e con coraggio ogni ostacolo, disposti a dare, come in effetti diedero, la loro vita per Cristo. Era ben giusto che ci raccogliessimo in preghiera, in questa vigilia di Pentecoste, nella chiesa cattedrale, luogo privilegiato e significativo della nostra fede e cenacolo in cui la nostra chiesa ama raccogliersi per vivere i momenti più significativi della sua vita ecclesiale.

2. Nella meditazione-contemplazione del Mistero e nella preghiera vogliamo anche noi, uniti a Maria, la Vergine orante della Pentecoste, attendere, pregare, accogliere il divino Spirito. Vogliamo rinnovare la nostra fede nello Spirito Santo, terza persona della Santissima Trinità, Dio con il Padre e con il Figlio. Vogliamo lasciarci invadere e condurre dallo Spirito, vogliamo lasciarci guidare da Lui nei sentieri del bene, vogliamo lasciarci plasmare e usare dallo Spirito Santo. Vogliamo rompere ogni indugio e vivere secondo lo Spirito di Cristo una vita nuova, più impegnata e più santa. Vogliamo essere chiesa cenacolare che ama sostare con Maria in preghiera attendendo e accogliendo lo Spirito.

3. In questo contesto di forte valenza ecclesiale avrò la gioia di accogliere e istituire nel ministero dell'accolitato tre dei nostri seminaristi: Fabiano, Baldo e Ninni. Con questo ministero, carissimi, vi disponete a servire all'altare, sarete sempre più a contatto con il mistero Eucaristico e di questo sarete con la grazia di Dio, in un prossimo futuro, ministri. La Pentecoste di quest'anno Santo porta a voi questo grande e significativo dono: il dono di servire all'altare, di trattare le cose sante, il privilegio di aiutare più da vicino il diacono, il presbitero, il Vescovo nella celebrazione dei divini misteri. Venga in voi lo Spirito e porti un raggio della sue luce perché possiate comprendere il dono del sacerdozio a cui siete chiamati. Con timore e tremore dovete accostarvi al Signore. Come Mosè davanti al roveto ardente dovete coprirvi il volto e togliervi i calzari, dovete avere cuore e mani puri ed essere capaci di un servizio pieno e senza riserve a Dio. L'amore a Cristo, alla sua chiesa e alle anime vi spinge verso l'ideale del sacerdozio cattolico. E' il fuoco dell'amore, che a Pentecoste scende sugli Apostoli, a rendere le ossa aride realtà di vita, le bocche mute capaci di profezia, i vocati paurosi intrepidi testimoni. Carissimi Baldo, Fabiano e Ninni, voi avete un motivo in più per essere nella gioia. Stasera, vi disponete a servire il Signore da accoliti, da servitori dell'altare, da innamorati dell'Eucaristia e chiedete al divino Spirito la grazia di vivere, di amare, di servire la chiesa, questa santa chiesa che è in Trapani con tutto l'ardore, la passione, lo zelo di cui lo stesso Spirito vi rende capaci.

4. Lo Spirito Santo, ci dice S. Paolo, intercede per noi con gemiti inesprimibili. Non spegnete in voi lo Spirito ci ricorda lo stesso S. Paolo. La gioia della comunione con Dio, questa consolante verità che Cristo Gesù è venuto ad annunciarci e a realizzare vive in noi per lo Spirito. "Quando verrà lo Spirito Egli vi guiderà nella comprensione della Verità, vi confermerà nella Verità"(Gv.16,13). Per il battesimo siamo stati innestati in Cristo, uniti a Lui come tralci al tronco, vitalmente e dinamicamente inseriti nel suo corpo mistico. Il battesimo ci richiama alla Pasqua, mistero di morte e di vita, con il battesimo moriamo con Cristo e rinasciamo con Lui a vita nuova. Ma è per la Pentecoste che il dono di salvezza ricevuto nel Santo battesimo ci abilita ad essere testimoni e profeti. Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal seno di chi ha sete e va alla ricerca di Cristo e non si placa finché non lo trova.
"Come la cerva anela ai corsi delle acque così l'anima mia anela a te, o Dio"(Sl.41,2). Quand'è che la profezia vive nella chiesa?
Quando non c'è accondiscendenza alle logiche del mondo,
quando si accoglie il Vangelo "sine glossa",
quando non si accetta il compromesso,
quando si preferisce obbedire a Dio piuttosto che agli uomini, quando si ama volare alto e con forza ci si oppone a chi intende trascinarci in basso, omologarci nella mediocrità trascinandoci nel perbenismo borghese e nelle lotte per il potere. La profezia è la scelta dell'eroismo e del martirio,
è la scelta di essere nel mondo coscienza critica e voce di chi non ha voce,
è la scelta di chi ha incontrato la perla preziosa e vende tutto pur di comprarla,
è la scelta della testimonianza non banale, dell'eroismo non di facciata,
è la scelta dell'amore accolto e donato, del servizio intelligente e umile, dell'attenzione solerte ed efficace ai bisogni degli ultimi.
La profezia è consapevolezza,
è disponibilità,
è eroismo,
è santità,
è grazia.
E' annuncio che ricerca forme sempre nuove per dire oggi con senso ed efficacemente Gesù, per evangelizzare e convincere, per convertire i cuori a Cristo. La profezia fa la chiesa realtà viva, attuale, accattivante e non sclerotica, ammuffita e sorpassata. La profezia rende luminosa la chiesa, la fa maestra e guida delle anime, vera luce nel buio fitto di un mondo posto sul maligno. Le azioni dei credenti devono essere profetiche. E' la profezia della carità, che ieri come oggi e così sarà sempre, interroga, evangelizza, converte. C'è bisogno della profezia di Teresa di Calcutta e di Giovanni Bosco, di Francesco d'Assisi, di Francesco e Giacinta, di P. Pio, dei tantissimi uomini e donne, piccoli, giovani e adulti che si lasciano docilmente condurre dallo Spirito.

5. Ogni carisma che vive nella chiesa è dono dello spirito.
L'ecclesialità dei carismi sta innanzitutto:
nello spirito di docilità e di obbedienza alla chiesa,
nel non coltivare la eccentricità,
nel disporsi a vivere la ferialità della vita con la passione e l'ardore di chi ha incontrato l'amore e non può fare almeno di comunicarlo a tutti.
Ogni carisma è per l'unità e non per la divisione, è per l'edificazione del corpo mistico di Cristo.

6. O Spirito Santo, dolce ospite dell'anima, Spirito consolatore che purifichi e rinnovi, abilitaci ad essere testimoni dell'Amore verso i nostri fratelli. Abbiamo bisogno di profeti, veri profeti, abbiamo bisogno di apostoli, veri apostoli, abbiamo bisogno di testimoni, veri testimoni della fede e dell'amore. Risplenda la nostra chiesa della luce abbagliante dello Spirito Santo e nel sì della docilità e della disponibilità di ciascuno di noi possa diventare la nostra chiesa per questo territorio e per tutta la gente che qui vive ed opera luce di verità, lievito di bene, segno, testimonianza e strumento dell'amore di Cristo. Carissimi Baldo, Fabiano e Ninni, questo desidero per voi, questo vi auguro, questo dono imploro per voi dallo Spirito Santo nell'attesa feconda di poter imporre su di voi le mani per consacrarvi per sempre ministri del Signore.

Trapani 10 giugno 2000
 
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