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Con Gesù, Pane di Unità PDF Stampa E-mail
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mercoledì 14 giugno 2000
Attraverso il profeta Ezechiele la Parola di Dio giunge al suo popolo e reca un lieto messaggio: "il legno di Giuda e il legno di Giuseppe diventeranno una cosa sola in mano mia".(Ez.37,19). Li prenderò dalle genti, li radunerò, li ricondurrò, farò di loro un solo popolo. Farà con loro un'alleanza eterna di pace, li stabilirò, li moltiplicherò...in mezzo a loro porrò la mia dimora: Io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo "Le genti sapranno che io sono il Signore" (Ez.37,28) "Raduna, Signore, il tuo popolo disperso". L'invocazione del salmo 31 carica di speranza, si alimenta della certezza della Parola del Signore e delle meraviglie che Egli ha compiuto verso la casa di Giacobbe. "Cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici" (Sl.31). L'apostolo Paolo scongiura gli Efesini: "non rattristate lo Spirito Santo di Dio" (Ef.4,30) e invita caldamente: scompaia ogni asprezza, sdegno, ira, clamore, maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate benevoli, misericordiosi, perdonatevi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. Camminate nella carità Gesù nell'ultima cena sigla il suo testamento con la preghiera rivolta al Padre: "Padre Santo, che siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. Io in loro e tu in me perché siano perfetti nell'unità" (Gv.17,21). "Padre giusto, l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro" (Gv.17,26) Cuore di questa divina Parola è la promessa: "diventeranno una cosa sola in mano mia" (Ez.37,19). E' assicurata la presenza del Signore in mezzo al suo popolo attraverso il tempio, e nel tempio il sancta sanctorum con l'arca dell'alleanza ove venivano conservate le tavole della legge date a Mosè sul monte Sinai. Nel sancta sanctorum prestavano servizio i sacerdoti dell'antica alleanza a turno. Cuore del tempio cristiano, delle nostre chiese è l'altare e il tabernacolo ove conserviamo l'Eucaristia. L'Eucaristia, memoriale della Pasqua, vede la chiesa riunita dallo Spirito intorno all'altare del Signore. Essa è la comunità dei figli di Dio radunata per celebrare l'amore del Signore che in Cristo Gesù si è rivelato in pienezza fino al sacrificio supremo. L'Eucaristia costruisce la chiesa, la rende popolo unito, un solo corpo in Cristo, "corpo mistico di Gesù". L'unità in Cristo va continuamente ricercata, voluta, pregata. La chiesa non è un club di persone che hanno una stessa filosofia, coltivano gli stessi hobbi, praticano gli stessi interessi. La chiesa è mistero che nasce dall'amore di Dio rivelatosi pienamente in Cristo Gesù. L'antica alleanza tra Dio e il suo popolo era stata sancita dal sangue del sacrificio: "Io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo" (Lv.26,12) La nuova alleanza tra Dio e il nuovo Israele, la chiesa, viene sancita nel sangue prezioso di Cristo, agnello senza macchia, immolato sulla croce per la salvezza di tutti gli uomini. L'unità della chiesa è esigita dal suo stesso esistere, la chiesa esiste, ha ragione di esserci perché è comunità salvata e la salvezza è comunione e unità, non è separazione, né contrapposizione. La salvezza è comunione, il peccato è divisione. Ciò che contrasta la comunione e ferisce l'unità è il peccato, la rottura del patto tra Dio e il suo popolo, patto sancito dal sacrificio di Cristo, icona dell'amore sommo di Dio per l'uomo. Se l'uomo sta al patto, se non dirotta verso vie diverse da quelle segnategli da Dio, se non accetta il compromesso e non distoglie la sua mente e il suo cuore dalla legge vive nell'unità. L'unità nella chiesa manifesta il volto dell'amore di Dio per l'umanità tutta. Chiave di questa tensione unitiva è l'amore: "l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro" (Gv.17,26). L'Eucaristia dice amore fino alla fine, amore concreto, amore che tende a creare unità profonda. L'Eucaristia è cibo a noi dato da mangiare, è sangue dato a noi da bere. Attraverso l'Eucaristia veniamo in Cristo trasformati, deificati, resi una sola cosa, fatti membra vive di uno stesso corpo, il corpo mistico di Gesù. S. Paolo ci invita a riflettere su ciò che insidia l'unità: asprezza, sdegno, ira, clamore, maldicenza con ogni sorta di malignità, e oppone ciò che favorisce l'unità: benevolenza, misericordia, perdono vicendevole. "Un regno diviso in se stesso è destinato alla rovina" (Lc.11,17). Si richiede unità nella fede, nella morale, nei sacramenti, nella prassi, unità non solo formale, proclamata cioè a parole, ma vissuta. Unità che ci rende credibili davanti al mondo. Dei primi cristiani i pagani notavano la capacità di amare e di perdonarsi, di essere un cuor solo e un'anima sola. L'Eucaristia è seme di unità, "chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita" (Gv.6,54), questa vita di Dio in noi ci fa essere come tralci uniti al tronco, vitalmente fruttuosi. Il frutto di questa vita divina a noi partecipata, alimentata e nutrita dal cibo Eucaristico, è quello di essere una comunità unita, solidale, in comunione, fraterna, disponibile al perdono, in pace. Non ci si può cibare di Cristo Eucaristia, e giocare allo sfascio, far vincere in noi l'egoismo, la cattiveria, l'odio, la rabbia. Il mondo coltiva le diversità, fomenta le contrapposizioni, dà spazio alla divisione. Cristo Eucaristia spiana la strada all'amore misericordioso e benigno, al perdono, all'unità. Su questa strada si costruisce chiesa vera una, santa, cattolica e apostolica. Mettere al centro l'Eucaristia significa per noi ricentrare il mistero della chiesa nella sua essenziale dimensione di comunionalità, di unità. Proponiamo di vivere di più Eucaristia e più unità, di più Eucaristia e più comunione, di più Eucaristia e più vita ecclesiale fruttuosa.

Paceco 14 giugno 2000
 
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