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Solennità del Corpus Domini PDF Stampa E-mail
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domenica 18 giugno 2000
1. "Beato il popolo che appartiene al Signore" Il Salmo 32 ci aiuta a comprendere quanto è ricco e felice l'uomo che accetta la signoria di Dio, vive il pieno abbandono alla sua provvidenza, attende da Dio la salvezza, in Lui soltanto spera, a Lui solo si affida. "Il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: e non ve n'è altro"(Dt.4,39). La supremazia di Dio, che è l'Assoluto, è richiesta necessariamente dall'essere stesso di Dio. Dio non sarebbe Dio se non fosse il solo, l'unico, l'assoluto, l'onnipotente, l'onnisciente, l'eterno, l'infinita bontà, misericordia e amore. Beato l'uomo che riconosce Dio e lo adora, asseconda la sua volontà e lo serve con amore. Il nostro Dio non è il freddo e distaccato Dio dei filosofi, ma è il Dio di Gesù Cristo, Padre amorevole, misericordioso e provvidente che si china a guardare le sue creature e le fascia con il suo amore, le protegge e le salva.

2. Gesù, il figlio di Dio fatto carne nel seno purissimo di Maria, rivela la Trinità Santissima Padre, Figlio e Spirito Santo, Dio unico nella natura e Trino nelle Persone. L'immenso Dio, eterno e misericordioso, ci ha donato la grazia di poter gridare nello Spirito: Abbà, Padre. Questa è la nostra grandezza: la creatura, misera e peccatrice, è stata innalzata a dignità incommensurabile e resa partecipe della vita divina. Dio, in Cristo Gesù per lo Spirito, ci comunica la sua stessa vita e noi con verità possiamo chiamare Dio Padre. L'esperienza cristiana consiste nel vivere la gioiosa ed esaltante esperienza della comunione trinitaria. Per il Santo battesimo siamo il tempio vivo dove Dio ha posto la sua dimora, siamo il tabernacolo prezioso della divina Trinità. Il rapporto di amore tra il battezzato e la Trinità si snoda e si specifica nel quotidiano della vita. La conoscenza, l'amore e il servizio, l'adorazione, la lode, e il ringraziamento, ci dispongono a lasciarci plasmare da Dio e a vivere ancorati alla sua volontà. Saremo felici se, comprendendo la grandezza del battesimo, ci impegneremo a viverlo ogni giorno! Tutta l'esperienza di Cristo ci apre ad orizzonti di vita vera. La vita, spezzata dal peccato di Adamo, ci è ridonata dal nuovo Adamo Cristo Gesù, il quale è per noi morto e risorto, è asceso al cielo e ci invia il suo Spirito. La Pasqua è lo svelamento del mistero trinitario, la vera epifania della gloria di Dio.

3. La celebrazione Eucaristica ci pone nel cuore del mistero Pasquale e coinvolge la nostra esistenza indirizzandola sulla strada del Regno, del già e non ancora. Struttura e costituisce, nel dinamismo della fede, l'Israele di Dio, popolo della nuova alleanza in cammino sui sentieri della storia verso l'escaton di gloria e di gioia senza fine. Qualifica l'esperienza dei salvati chiamandoci a vivere da pellegrini, "non abbiamo stabile dimora sulla terra". Ci spinge ad andare verso la Gerusalemme celeste, ad anelare verso il nuovo che sarà pienamente rivelato nella parusia, alla fine dei tempi. Cristo, il vivente Signore della storia, Dio con il Padre e lo Spirito, fa significativa, ricca ed esemplare, oggi questa assemblea, esperienza di popolo radunato nel vincolo della fede, sostenuto dall'amore effuso dallo Spirito nei ostri cuori, proteso alla speranza certa di un'alba nuova di luce.

4. Viviamo in tempi bui; l'uomo soffre la folle e titanica libertà dal "tabù" Dio; sperimentiamo la morte di Dio, l'assenza del credo in Dio. La crisi dell'uomo è crisi della società, crisi dei partiti, crisi delle istituzioni, crisi dello stato. Gli effetti del disancoraggio dell'uomo dai valori perenni sono sotto gli occhi di tutti. Non c'è limite al peccato, alla trasgressione che travolge tutto e tutti lasciandoci smarriti e sgomenti. Corruzione, disintegrazione delle coscienze, smarrimento e abbandono delle regole morali, ingiustizie, cattiverie di ogni sorte, inquinamento diffuso e generalizzato, acquiescenza dei più all'andazzo comune, alla logica perversa dell'avere, del piacere, dell'utile, egoismo dissennato, corsa spasmodica verso l'appagamento di ogni istinto sono i mali che travagliano questa umanità lacerata, questo sociale distorto, incompiuto e frammentato.

5. Siamo convinti che oggi l'umanità vive un momento di trapasso epocale e che non ci è lecito disattendere le sfide che la storia contemporanea pone. Siamo convinti, inoltre, che Gesù ci vuole luce, sale e lievito del mondo. Intendiamo proiettarci nella storia odierna con grinta e zelo apostolico, vivere in tensione missionaria - profetica, giocare la nostra credibilità con un impegno non episodico, ma permanente di promozione integrale dell'uomo. La salvezza vera dell'uomo passa per l'azione generosa e fedele della chiesa, discepola del Salvatore e si esplicita nel feriale della storia in un servizio puntuale alla Verità, alla Unità, alla umana solidarietà. La chiesa è segno e sacramento, è mistero e luogo teologico di salvezza. La chiesa è Cristo che oggi si fa pellegrino e compagno dell'uomo viatore. La paternità e maternità di Dio, la sua misericordia infinita, la sua carità senza limiti ci raggiungono nell'esperienza della chiesa madre che genera figli di Dio nella fede, maestra che accompagna nell'impervio cammino della vita gli uomini dispersi portandoli all'unico ovile dove Cristo è la Porta sicura, il capo da cui prende linfa, la salda roccia e il fondamento su cui si fonda la sua esperienza.

6. Intorno all'Eucaristia costruiamo più chiesa. Con l'Eucaristia viviamo la comunione. Per l'Eucaristia diciamo il nostro no all'egoismo, alle umane grettezze, agli stupidi steccati, ai vuoti campanilismi, alle illogiche divisioni. Ci impegniamo nel si alla comunione, all'unità, alla cristiana solidarietà, alla condivisione e alla partecipazione per costruire la chiesa di Cristo una, santa, cattolica e apostolica e il nuovo della società
fondata sul rispetto dell'uomo,
sostanziata dalla cultura della vita,
disciplinata dalle leggi,
pervasa dalla giustizia,
arricchita dalla solidarietà.
La civiltà dell'amore trionferà se Cristo Eucaristia e il suo intrinseco dinamismo saranno da noi mentalizzati, riconosciuti, avvalorati da un comportamento consequenziale.

7. Non sono motivi di opportunismo o di costrizione per l'affievolirsi delle forze giovani presbiterali che spingono la chiesa oggi verso una più forte tensione comunionale, ma una coscienza più forte del mistero della chiesa che nel dono del Concilio Ecumenico Vaticano II si è riscoperta nella sua dimensione ad intra "Lumen Gentium" e ad extra "Gaudium et spes" realtà di comunione in fieri. Di comunione ci parla l'Eucaristia, fonte e culmine della vita della chiesa. Quest'anelito - impegno di comunione abbiamo voluto, superando ogni ostacolo e rompendo ogni steccato, significare con questa straordinaria, imponente presenza di popolo orante insieme al vescovo in questa celebrazione liturgica del Corpus Domini. Abbandonare il vecchio per incamminarci nel nuovo non è cosa facile, implica sofferenza, conversione, comporta il morire ai nostri assodati convincimenti ed entrare in una logica diversa. Cristo Eucaristia ci rende uno; unità, comunione che promana dall'unico battesimo, dall'unica fede, dall'unico pane spezzato. Era ben giusto che ci ritrovassimo popolo uno, in comunione, insieme per fare memoriale della Pasqua e gridare al mondo la nostra fede nell'unico Signore e Salvatore. La processione che seguirà a questa solenne Eucaristia, l'unica voluta dalla liturgia, (tutte le altre sono sopportate e non hanno di questa la forza e l'importanza), prolungando la messa nella vita ci guiderà a riflettere sul nostro essere chiesa in cammino, chiesa sempre sostenuta e guidata dalla fonte di vita, il Cristo Pasquale, Gesù Eucaristico. Siamo qui con gioia, stiamo bene insieme. Prendiamo forza dall'Eucaristia per segnare la nostra esperienza di chiesa che vive in Trapani della tensione comunionale, una comunione pastorale ricca di prospettive operative, risolutiva dei tanti problemi dei giovani, delle famiglie, del socio politico, del volontariato, della catechesi agli adulti, degli emarginati, dei poveri. La luce della Verità non ci faccia mai ritornare indietro, ci preservi da nostalgiche retromarce e ci faccia camminare in sintonia a progetti pastorali sempre più mirati all'unità, ci faccia avere lo struggente desiderio dell'unità quale Cristo Gesù l'ha espresso nella solenne preghiera sacerdotale: "Padre che siano una cosa sola come tu ed io siamo una cosa sola perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv.17,21). Il culmine dell'anno Santo è la celebrazione del congresso Eucaristico Internazionale. La forza dell'Amore fattosi Pane, la presenza vera, reale sostanziale e non fittizia di Cristo nell'Eucaristia stimoli le menti, infiammi i cuori, rafforzi le volontà perché possiamo vivere ed operare nel difficile ed esaltante cammino verso la comunione. Saremo salvi se vivremo la comunione. Ci distruggeremo se vivremo la contrapposizione. Correremo invano se non ci abitueremo a vivere l'unità. Non porteremo niente di buono al mondo se mancheremo nella comunione. L'immagine che qualifica la primitiva comunità cristiana come ci appare dagli Atti al Cap.2, 42 è questa: "un cuor solo, un'anima sola, perseverante nell'ascolto del Vangelo e in preghiera con Maria la Madre di Gesù, nella condivisione dei beni e nell'esperienza del pane spezzato". Questo quadro rende credibile la chiesa e il suo annuncio evangelico. Non c'è salvezza se non nella comunione. Così credo la chiesa, così sogno la chiesa che è in Trapani, così da apostolo, padre e pastore delle vostre anime, la voglio: Unita, in comunione, solidale, tutti insieme pastori e laici nella varietà dei carismi e ministeri.

Trapani 18 Giugno 2000.
 
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