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Ordinazione Presbiteriale di Salvo Morghese PDF Stampa E-mail
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sabato 07 ottobre 2000
"Lo Spirito del Signore è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione".(Is.61,1). Le tue mani, carissimo Salvo, saranno unte con il sacro crisma, mani benedette che dovranno toccare il corpo di Cristo, benedire e consolare. Come il profeta sei inviato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l'anno di grazia del Signore. E in quest'anno di grazia, nel cuore del grande giubileo del 2000, tu vieni investito del potere sacerdotale che, quale forza interiore potente, porterà a spenderti per l'evangelizzazione, per l'esercizio della carità verso gli ultimi, per la conversione dei peccatori. La carità di Cristo diffusa nel tuo cuore devi spingerti nella stupenda avventura del sacerdozio cattolico. In Cristo e nello Spirito le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. La perenne novità del Vangelo risuonerà nel mondo ed avrà il tono della tua voce, la forza del tuo ardore apostolico, la credibilità della tua testimonianza di vita. Il sacramento dell'ordine costituisce l'eletto di Dio pastore sull'esempio di Gesù, non mercenario ma buon Pastore che conosce ad uno ad uno le sue pecore ed è da queste conosciuto. Egli dà la vita per le pecore. Il tormento del Pastore buono è di portare tutti all'ovile. La chiesa, il Regno di Dio, Cristo Gesù unico Salvatore sono l'ideale del presbitero innamorato della sua missione, veramente conquistato dal mandato ricevuto. L'icona del buon Pastore accompagni, guidi, illumini il cammino di quanti siamo stati chiamati e consacrati con l'unzione ministri dell'Altissimo. "Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla"(Sl.22). Su questa certezza la chiesa cammina sicura per le strade del mondo, certa che non sarà mai abbandonata o tradita dal suo Signore e salvatore Gesù Cristo, Pastore buono. Gioia grande, giorno memorabile, evento straordinariamente significativo rappresenta per la nostra comunità ecclesiale trapanese l'ordinazione presbiterale del diacono Salvo Morghese, figlio di questa Trapani città che stenta a esprimere credenti aperti al volontariato, al servizio agli ultimi, alla vita religiosa, alla ministerialità ordinata. E' l'inizio di una stagione nuova? E' l'alba di un giorno splendido?
E' l'epifania della speranza che si parte da questa cattedrale, mai così solenne e pulsante di vita come in questo giorno, dedicato dalla liturgia alla Vergine Santissima del Rosario. Abbiamo motivo di gioire e di ben sperare, sperimentiamo che il Signore non abbandona il suo popolo. "Darò pastori secondo il mio cuore"(Ger.3,15). Il nostro seminario minore, quest'anno, è formato da una piccola famiglia composta da sei giovani e due presbiteri che ne curano con amore la formazione globale: uno è don Salvo Morghese, vice Rettore, l'altro è don Francesco Mistretta, accompagnatore spirituale. Il seminario minore è un piccolo seme, che mi auguro possa diventare albero e dare copiosi frutti. L'abbiamo opportunamente fornito di un ambiente più caldo e più familiare. Abbiamo ristrutturato infatti, una parte del vasto e freddo Seminario e lo abbiamo reso accogliente e gradevole, uno spazio veramente educativo per i nostri giovani. Il nostro Seminario maggiore vive, da tre anni, presso una struttura presa in affitto a Palermo dove 19 giovani delle nostre parrocchie frequentano la Facoltà Teologica di Sicilia S. Giovanni evangelista. Sono con loro don Liborio Palmeri, rettore e don Antonino Raspanti accompagnatore spirituale. Don Liborio e don Antonino sono testimoni, fratelli, amici, sacerdoti secondo il cuore di Cristo che con sacrificio, spirito di abnegazione, intelligenza e spiccato senso ecclesiale aiutano questi tesori della chiesa trapanese a discernere il progetto di Dio su di loro e a camminare decisamente e con gioia verso l'ideale del sacerdozio cattolico. All'equipe educativa del Seminario, impegnata anche nella promozione vocazionale in diocesi, va la mia stima, il mio affetto e la mia grata ammirazione. So, per aver esercitato il ministero sacerdotale come direttore spirituale del Seminario di Monreale negli anni 70, quanto sacrificio e attenzione non si richiede da parte degli educatori del Seminario. La comunità cristiana è chiamata a seguire con amore e gli educatori e i giovani seminaristi aiutandoli spiritualmente con la preghiera e il sacrificio. Sarebbe bello e auspicabile se si potesse creare una catena orante davanti a Gesù Eucaristia, che in maniera ininterrotta, per tutti i 365 giorni dell'anno, innalzasse a Dio la preghiera per i chiamati al ministero sacerdotale! Se noi vogliamo, questa provocazione può diventare una felice e consolante realtà. Carissimo Salvo, il giorno desiderato è finalmente arrivato. Con verità ti trovi, stasera davanti a Dio, alla santa chiesa di Trapani, laici, presbiteri, diaconi, religiosi, religiose e vescovo, con il carico della tua umanità, dei limiti, dei talenti di cui il Signore ti ha dotato, delle grazie e dei desideri di bene che ti ha messo nel cuore, pronto a pronunziare l'eccomi definitivo, totale, gioioso ed entusiasta a Cristo Gesù che ti ha voluto suo ministro "alter Christus". Questo giorno si iscrive nell'eternità.
Sarai sacerdote per sempre.
Sarai consacrato con il sacro crisma ministro della nuova alleanza,
profeta di speranza,
maestro,
padre e pastore,
depositario e strumento della grazia di Dio, della salvezza ottenutaci da Gesù.
Il sacerdozio è dono e mistero. Tra i tanti giovani il Signore ha scelto te, ti ha amato di un amore più grande, ti ha chiamato per nome alla sua sequela. Quale onore, quale grazia più grande può essere data a creatura umana sulla terra? Il sacerdozio nobilita e innalza l'uomo a dignità sublime,
lo trasforma dal di dentro,
lo pone ontologicamente in uno stato di grandezza spirituale inimmaginabile e indescrivibile.
Cristo si lega a te, alla tua persona con un vincolo eterno,
ti assimila a sè,
si sottopone a te.
In forza dell'ordinazione presbiterale la vita, il pensiero, il cuore, i sentimenti e le azioni non ti appartengono, sono proprietà di Cristo.
Cristo agisce in te e per te.
Tu operi nella persona di Cristo.
O mistero insondabile!
O dono sublime di amore!
La tua vita, spesa totalmente per il Signore, sarà il piccolo, ma dovuto e sentito grazie a tanta benignità e a tanto amore. Servire, amare, donare, offrirti vittima, testimoniare, evangelizzare, consumarti per Cristo è la gloria, l'unica passione che devi sentire urgente e necessaria. Se non ti appartieni più, se sei proprietà piena di Cristo, la tua volontà non può non abbandonarsi fiduciosa in Dio.
Salvo, tu sei divino non solo perché la grazia battesimale è in te, ma perché sei abilitato a compiere l'azione salvifica, che è propria di Dio.
Tu manifesti, esprimi, operi in nome di Cristo, sei il Cristo che porta salvezza, oggi, tra la gente.
Pensa, Salvo figlio mio carissimo, quale oceano di grazia non si riversa sulla tua persona, quale dono ti avvolge, ti trasforma e ti trasfigura! Devi essere luminoso, splendente, solare.
Devi dare spazio a Dio.
A Lui solo, che ti ha conquistato, devi dire il tuo sì,
esprimere l'eccomi della consacrazione di tutto te stesso attraverso il dono del celibato,
della verginità per il Regno,
dell'obbedienza a Dio e alla chiesa,
della povertà vissuta nella fiducia totale alla Provvidenza lasciandoti guidare non da calcoli umani, ma dalla logica evangelica.
Una vita spesa per amore, una stupenda avventura di amore è la vita del ministro ordinato.
In lui l'Artefice primo è lo Spirito di Cristo. "Lo Spirito del Signore è su di me, Egli mi ha inviato ad evangelizzare i poveri"(Is.61,1). Questa ordinazione presbiterale, carissimo Salvo, mi dà l'occasione di riassumere in un decalogo l'ideale del presbitero nella linea del Concilio, del Santo Vangelo, dei padri della chiesa e del ricco Magistero di Giovanni Paolo II.
  1. Il presbitero è chiamato a coltivare un desiderio fortissimo di vita spirituale.
    L'alimenta e la sostiene con la lectio divina, la preghiera, l'adorazione Eucaristica, la liturgia, la tenera e filiale devozione alla Madonna.
  2. Il presbitero è l'uomo del grembiule.
    Come Cristo è l'uomo per gli altri, così egli è al servizio permanente di Dio e dei fratelli.
  3. Il presbitero è l'uomo della comunione.
    La comunione va ricercata, voluta, coltivata con lo stile dell'accoglienza, del dialogo e del tratto amicale.
  4. Il presbitero è il ministro dell'Evangelizzazione.
    E' chiamato ad essere discepolo attento della Parola, maestro, testimone entusiasta e annunciatore credibile del Vangelo.
  5. Il presbitero è votato alla santità.
    Deve volare alto nella purezza, nell'umiltà, nella semplicità dei costumi, nel tenore di vita povero e distaccato, nell'obbedienza.
  6. Il presbitero è consumato dalla passione per il presbiterio. Con la propria testimonianza e il proprio apporto si sforza di farlo diventare famiglia, luogo teologico dell'amore sacerdotale di Cristo.
  7. Il presbitero è pastore e padre.
    Si pone con amore nel cuore della chiesa, la ama, la crede, la serve con gioia e generosità.
  8. Il presbitero è ministro di grazia e di perdono.
    L'ascolto e l'accompagnamento spirituale devono stargli sommamente a cuore.
  9. Il presbitero è il discepolo del Tabor.
    Deve lasciarsi trasfigurare, deve lasciar trasparire, nella sua persona e nella sua vita, Cristo Gesù benedetto.
  10. Il presbitero è l'uomo della scelta radicale.

Non gli è lecito vivere nel e di compromesso.
Dio lo possiede, lo usa ed egli con docilità deve vivere il suo mandato sapendo di essere semplice strumento nelle mani di Dio.
Portiamo un grande tesoro in vasi di creta,
sappiamo che il divario tra quel che dovremmo essere e quel che siamo è enorme,
sperimentiamo il nostro limite e il peccato,
ma non ci è lecito disperare.
Cristo è la nostra forza,
Cristo è il Salvatore che ci riscatta e ci recupera col suo amore misericordioso.
Il sacerdote è ministro del perdono.
Saprà egli con intelletto d'amore esercitare questo ministero se saprà apprezzare e vivere nella vita la gioia di essere perdonato, la felice esperienza del ritorno tra le braccia del Padre.
Il sacerdote penitente, in ginocchio davanti al confratello sacerdote per ricevere l'assoluzione è l'icona del sacerdote che vorremmo incontrare,
a cui vorremmo aprire il nostro cuore,
da cui vorremmo ricevere il perdono delle colpe, il dono della riconciliazione.
Quando ci smarriamo nei meandri del mondo Cristo ci appare la luce amica, l'unico, il solo ideale per cui valga la pena di donarci, di tentare la stupenda avventura della sua sequela fedele. Il Maestro buono è sempre disposto ad accompagnarci con amore.
Il presbitero coltiva la coscienza, la educa ogni giorno alla luce del Vangelo.
E' esigente e severo con sé stesso, non si illude e non si culla quasi che l'essere sacerdote lo ponga in uno stato di santità, sa entrare ogni giorno con verità in se stesso, sa avere l'umiltà e il buon senso di affidarsi a un confratello presbitero e di lasciarsi guidare spiritualmente.
L'esame di coscienza quotidiano, particolare e generale, la meditazione, il breviario, il santo rosario, la confessione sacramentale frequente e la direzione spirituale, l'esercizio delle virtù teologali e cardinali, la formazione permanente attraverso lo studio sono gli strumenti con cui si costruisce il sacerdozio secondo il cuore di Cristo.
Coltivando lo Spirito non solo non togliamo tempo alla pastorale, anzi l'arricchiamo, la rendiamo più efficace e più incisiva.
Il tempo dedicato a crescere e a maturare nello spirito non è mai tempo perduto, ma guadagnato.
Le anime si convertono
non con il molto fare, ma con il molto pregare,
non con le troppe parole, ma con il silenzio orante e il sacrificio.
Il sacerdote zelante, il sacerdote pastore ama sostare davanti al tabernacolo, ama nascondersi, ama gettarsi nel cuore di Cristo nel Quale depone fiducioso ogni desiderio di bene, al Quale affida le anime, cosciente che "Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori"(Sl.126,1).
Obbediente allo Spirito, animato da retta coscienza e pieno di fede nel Signore ho pensato di destinarti al Seminario. Sono convinto che farai bene ed eserciterai il tuo ministero sacerdotale con cuore e stile giovane, con animo sereno e fedele.
Da giovane dovrai conquistare l'animo di tanti giovani a Cristo, dovrai innamorarli del bene, guidarli con tatto ed amore all'ideale possibile e desiderabile del sacerdozio cattolico.
Il Seminario è il tuo campo privilegiato di apostolato, la chiesa è l'orizzonte della tua vita sacerdotale, il presbiterio è la tua famiglia, il tuo caldo nido in cui devi rifugiarti e trovare amicizia vera, familiarità.
Cammina con i passi della chiesa, di questa chiesa che è in Trapani.
Non tradirla, non venderla, non accusarla mai.
Essa ti è madre e ad essa devi la tua vita di fede, il tuo sacerdozio, il bene grande della santa perseveranza.
E' bella, è ricca di carismi la nostra chiesa!
Dobbiamo andarne fieri.
Ai tuoi genitori, ai familiari che oggi partecipano alla tua gioia con l'animo ricolmo di riconoscenza per essere stati deputati degni di tanto dono mi sento di dire:
siate grati al buon Dio del dono ricevuto,
state vicini al vostro Salvo,
non fategli mancare l'affetto sincero.
L'avete generosamente restituito a Colui che ve l'aveva donato; crescete nella consapevolezza di essere stati segnati dall'intervento amorevole di Dio.
Essere papà e mamma di un sacerdote è il titolo di onore più grande dopo quello di essere cristiani.
Siatene degni con una vita di fede più impegnata, manifestate a tutti la gioia profonda di essere stati scelti per una missione particolarissima e delicata.
Sull'esempio di Maria e di Giuseppe, che seppero stare accanto a Cristo Gesù, unico, Sommo ed eterno Sacerdote con discrezione e con premura, anche voi, carissimi papà e mamma di Salvo, dovete stargli accanto con amore, lasciandogli la libertà di andare come Gesù, obbediente al volere del Padre, per il mondo a compiere la sua missione.
Non fermatelo, ma aiutatelo, stimolatelo a portare la croce, a vivere la gioia della missione sacerdotale unica, fantastica, straordinaria.
Salvo, punta in atto. Non ti contentare di essere un prete qualunque, ma tendi alla santità. Sii generoso, puro, casto, disponibile, umile, servizievole. Arda il tuo cuore della carità di Cristo,
non stancarti mai di pregare,
coltiva desideri di cielo,
ama la chiesa tua madre,
ama questa chiesa che è in Trapani,
spenditi totalmente per Dio e per i fratelli senza lasciare niente per te,
attrezzati pastoralmente,
non abbandonare lo studio,
costruisciti un sistema di vita ordinato, disciplinato, austero,
metti al bando il superfluo,
coltiva la pietà mariana,
abbi orizzonti cattolici,
non intristirti in pensieri gretti e meschini ma alimenta ogni giorno la tua mente dell'eterna Parola,
vivi con gioia,
non ti venga mai meno l'entusiasmo,
sprigioni la tua persona ottimismo,
sii carico della speranza che non delude,
mostrati sereno in Dio, semplice, lineare, trasparente.
Sii prete senza finzioni e senza sconti.
Non te ne pentirai.
Avrai gioia, gratificazione e pace interiore.
Cosa ti offre la chiesa? Onori, benessere, prestigio? Niente di tutto ciò. "Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna"(Mt.19,29).
Questo cento volte tanto è da individuare rettamente, è il tesoro nascosto nel campo che dobbiamo far nostro: -la passione per la croce, la scelta di essere chicco di grano che, nei solchi della terra, marcisce e muore per dar frutto, la certezza di essere amati da Cristo con un amore trasformante, unico, deificante che con l'apostolo Paolo ci fa esclamare: "tutto io considero spazzatura al confronto di Cristo"(Fil.3,8).
La chiesa ripone in te grande fiducia.
Dio pone in te grande fiducia.
Non tradire le attese di Dio.
Non tradire le attese della chiesa.
Il sacerdozio è questione di amore.
Si gioca tutto sulla fiducia.
Non ti è lecito sciuparlo, né svilirlo con una vita incolore, insipida, scialba e banale.
Non ti è consentito essere mediocre, vivere nel compromesso, barcamenarti.
Sii esigente con te stesso e non mollare mai,
non allentare la tensione spirituale.
Rischieresti di rovinare paurosamente.
Aggrappati a Cristo, Lui solo basta.

Trapani 07 ottobre 2000
 
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