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Omelia del Venerd́ Santo PDF Stampa E-mail
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venerd́ 13 aprile 2001
Il racconto della passione, lo svelamento della croce e l'adorazione, il silenzio orante e le lamentazioni ritmano la liturgia del Venerdì santo.

Il mistero della morte in cui siamo chiamati a immergerci ci porta a rivivere con la consapevolezza della fede il nostro battesimo.

Quell'immersione nell'acqua lustrale ci ha uniti vitalmente a Cristo che nella sua e con la sua morte ha distrutto la morte, la nostra morte, ha debellato l'antico avversario, ci ha riscattati dalla colpa di origine.

O felice colpa che ci ha meritato un così grande Redentore! Così canteremo nella grande veglia Pasquale, madre di tutte le veglie.

La croce è il trono regale di Cristo Gesù, trono scomodo, difficile da accettare che Gesù ci chiama a condividere:

"Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua".(Lc.9,23)

"Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto"(Gv.12,24). Contemplare la croce, adorare la croce è metterci sulla strada del Vangelo, sulla via stretta e in salita del bene, è perseguire l'ideale della santità accettando senza mezzi termini la radicalità evangelica.

E' esigente la croce. Il Vangelo traduce questa esigenza della croce portandoci a pensare, a progettare, a volere non secondo l'uomo, ma secondo Dio.

Escludo la croce dalla mia vita quando faccio la scelta del vivere borghese, quando escludo il sacrificio dalla mia vita, quando mi rifiuto di piegare la mia volontà alla volontà di Dio, quando scelgo il male e non il bene, le tenebre e non la luce, l'imbroglio e non la verità, l'odio e non l'amore, l'egoismo e non la solidarietà, la contrapposizione e non la comunione, il rancore e non il perdono per il male ricevuto, l'essere servito e non il servire.

O croce benedetta e santa, voglio abbracciarti con fede, non voglio escluderti dalla mia vita, non voglio buttarla sugli altri, ma condividerla con gli altri.

Dammi occhi, o Signore, per vedere la croce presente nel mondo, dammi occhi per scoprire il tanto dolore innocente, le tante ferite del cuore umano che sanguinano.

Sono i bimbi usati, abusati, abbandonati, le donne schiave del sesso, i drogati, i carcerati, le famiglie in grave sofferenza, i portatori di handicap, le persone anziane sole, depresse, i popoli vittime delle guerre, i 23 milioni di bambini che per l'egoismo dei paesi più ricchi ogni anno muoiono di fame, chi è senza ideali, senza fede, chi manca dell'accompagnamento amico e arranca nel buio della ricerca.

La chiesa è chiamata ad annunciare Cristo e Cristo crocifisso, a testimoniare Cristo crocifisso, a lasciarsi nel tempo crocifiggere con Cristo.

Solo la chiesa che porta alto il vessillo della croce è la chiesa che continua l'opera redentiva, salvifica di Cristo.

Maria donna del calvario, aiutaci ad accettare la croce, a stare con te sotto la croce, a con-patire, a partecipare alle sofferenze di Cristo per la nostra salvezza e per la salvezza dell'umanità tutta.

Riscopriamo il valore salvifico della sofferenza, non abbattiamoci davanti al dolore, alla difficoltà della vita; Cristo dall'alto della croce grida a noi: "Coraggio, io ho vinto il mondo"(Gv.16,33)

La fede che vince il mondo è la fede in Cristo crocifisso e risorto.

Non ci è lecito escludere la croce, edulcorare la croce, baipassare la croce. La croce è salvezza, la croce è riscatto, la croce è vita.

O Gesù, mio sommo ed unico mio Bene, crocifisso per me per amore, o Figlio diletto del Padre che soffri l'umiliazione della croce, o frutto concepito dallo Spirito Santo nel seno purissimo della Vergine di Maria, Tu che abbracci la croce abbandonandoti pienamente al volere del Padre, noi figli di questa chiesa che è in Trapani, vogliamo oggi solennemente fare la nostra scelta di campo, vogliamo stare con te, ripartire da te, contemplandoti amore crocifisso, cercando il tuo volto di misericordia e di perdono.

Vogliamo innamorarci di te, o Gesù, fare nostro il tuo Vangelo, vivere la passione per l'uomo del nostro tempo a cui intendiamo portare la ricchezza del tuo amore compassionevole, del tuo servizio salvifico, della tua speranza di vita nuova nello Spirito.

O buon Gesù, noi ti adoriamo e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Quel bacio alla croce è segno della nostra fede, il sigillo del nostro amore, la certezza del nostro impegno di vita al servizio di Dio e della chiesa.

Trapani, 13 Aprile 2001
 
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