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Misteri - Discorso in Piazza Vittorio PDF Stampa E-mail
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venerd́ 13 aprile 2001
Tutta la storia universale si collega in diretta con quella antenna sul Calvario di Gerusalemme: "Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me"(Gv.12,32).

Siamo chiamati a concentrarci sul fatto della croce, a viaggiare sulla stessa lunghezza d'onda.

La croce rappresenta davvero il fatto più tragico, il più importante nella storia; è una tragedia di portata cosmica: un uomo che muore sulla croce per salvare tutti gli uomini.

Paolo, prima persecutore dei cristiani e poi convertito sulla via di Damasco, pazzamente innamorato di Cristo, ci indica come sintonizzarci per captare gli insegnamenti della croce, la sua valenza, il suo significato, la sua forza salvifica, liberante nella nostra vita: "Ritengo in mezzo a voi, di non sapere altro se non d Gesù Cristo; e questi crocifisso..."(1 Cor.2,2)

La croce è scandalo, è follia per chi non crede, è sapienza e scienza per chi crede.

La scienza di Cristo è la vera sapienza di cui dovremmo essere avidi, dovremmo arricchirci, concentrandoci su questo segno issato sul Calvario: la croce di Cristo.

Non è ipotizzabile la comprensione di Cristo, del suo vangelo, della sua vita, senza il mistero della croce che illumina, specifica, dà senso alle parole dell'uomo – Dio, Cristo Gesù, il Figlio della Vergine Maria di Nazareth.

Abbiamo partecipato alla Messa in Coena Domini, facendo memoria di quanto nel cenacolo di Gerusalemme Gesù fece e disse, ci siamo fatti partecipi, abbiamo ascoltato con timore e tremore le parole sacrificali di Cristo: "Questo pane è il mio corpo, questo calice è il mio sangue" (Lc.22,20).

L'Eucaristia anticipa per amore la passione, che gli uomini effettuarono per odio il giorno dopo.

Oggi attraverso il racconto della passione nel suggestivo rito del Venerdì Santo, abbiamo contemplato nell'orto del Getsemani Gesù agonizzante. È Lui l'icona della totale miseria dell'uomo. Abbiamo visto riversarsi su di Lui, come responsabile volontario, tutti i peccati del mondo; nel suo cuore, come in un calice, tutta la sofferenza dell'umanità.

Cristo ha preso su di sè il peccato dell'uomo, si è fatto uomo, vivendo fino in fondo l'esperienza della fragilità del dolore, della sofferenza umana, della morte.

Uomo con gli uomini, compagno dell'uomo pellegrino sulla terra è Cristo, una compagnia che inquieta, che interroga, che affascina, che trascina, che chiama a responsabilità, che obbliga a fare delle scelte.

Nel groviglio della storia, esplosione di crimini, di sofferenze, di disordini, di ingiustizie, di imbrogli, di miseria, di peccati, s'erge la croce di Cristo: segno di un agonia che si perpetua nei secoli, tremenda agonia che dura ancora oggi.

Da quella agonia, passaggio, Cristo all'alba del terzo giorno, passa dalla morte alla vita, risorge.

Trapani, vivi la tua agonia, il tuo mistero della croce nei tanti, nei troppi disoccupati, sottoccupati, giovani in maniera particolare, nel centro storico dove la memoria incisa sulle pietre di quel barocco splendido delle chiese e dei palazzi si va sgretolando abbandonato com'è all'incuria e al degrado e dove gli spazi di vita sono angusti, le abitazioni più umili occupate dai terzo mondiali, che vivono nella più grande precarietà e al limite della legalità.

Trapani, vivi la tua agonia, nei nuovi quartieri senz'anima, anonimi, dove il degrado ambientale si accompagna al degrado sociale e morale, dove circola la droga, alligna la cultura delinquenziale, si registra il tasso più alto di non scolarizzazione, dove la violenza è di casa e la latitanza delle civiche amministrazioni è triste realtà.

Trapani, vivi la tua agonia in un porto che fa fatica a decollare come è nella sua vocazione, dove il degrado nel suo interland portuale è visibile e dà un benvenuto non gradevole a chi entra in città

Trapani, vivi la tua agonia nelle famiglie che hanno perso la voglia di scommettersi sull'unità, sulla fedeltà, sul compito educativo, sulla formazione delle coscienze.

Trapani, vivi la tua agonia sulla politica scarsa di contenuti etici parolaia e distante dai bisogni veri del popolo, dimentica del bene comune, senza programmi e poco professionale, inquinata da logiche di potere più o meno occulto che la gestisce a suo piacimento.

Trapani, vivi la tua agonia nella società senza pensiero, senza credo, senza ideali che si fa strada e coinvolge nel vortice del consumismo più bieco, dell'utilitarismo più deleterio tante persone dandole l'illusione di una felicità falsa e bugiarda, maschera di un disagio esistenziale acuto e tragico.

Trapani, vivi la tua agonia nella chiesa che stenta a stare al passo con i tempi, poco profetica, incapace di scommettersi per gli ultimi, a farsi voce di chi non ha voce, profezia di speranza.

Trapani vera sei tu, popolo di misteri! Da questo popolo che contempla la croce, che ama la croce in cui pende il Figlio di Dio, può venire la riscossa, la risurrezione.

Popolo dei misteri, non ti piegare alle logiche aberranti del potere clientelare, dell'apatia, dell'arrangiarsi per vivere, del non pensare delegando ad altri di pensare per te.

Ribellati a chi vuol manipolare la tua coscienza, aggrappati a Cristo unica verità che salva, vivi l'esperienza liberante del Vangelo, nella gioia – certezza che il bene, se lo vogliamo, potrà vincere sul male, l'amore sull'odio, la giustizia sull'ingiustizia, la legalità sull'illegalità.

Alla Madre Addolorata affido questo popolo dei misteri, perché l'attesa del terzo giorno sia un attesa di speranza e non di disperazione ed angoscia.

Sarà risurrezione per Trapani se insieme, sull'esempio di Cristo, saremo capaci di accettare la croce, di stare come Maria sotto la croce e non la evitiamo.

Trapani, 13 Aprile 2001
 
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