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Discorso a conclusione della processione dei misteri. PDF Stampa E-mail
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sabato 14 aprile 2001
O Vergine Addolorata, o madre dolcissima e tenera di Gesù, vittima per noi sulla croce, madre pietosa e pia, Vergine dell'attesa e della speranza, donna del sabato, a conclusione di questa lunga, partecipata processione dei Misteri eccoci davanti a te quali figli della chiesa e tuoi figli a presentarti i nostri desideri, i nostri progetti di vita, le nostre ansie, i nostri problemi, i nostri propositi.

Siamo tuoi figli perché Gesù inchiodato sulla croce ti ha dato a noi come madre: "Giovanni, ecco tua madre"(Gv.19,27)

E' triste essere orfani, non avere le premure, le attenzioni, l'amore della mamma. Noi battezzati, discepoli del Signore Gesù, siamo parte viva della famiglia dei figli di Dio, abbiamo un Padre amoroso e ricco di misericordia e di perdono, il Padre nostro celeste che Gesù ci ha rivelato, abbiamo nostro fratello Cristo Gesù, figlio unigenito del Padre. Nel Figlio siamo stati fatti figli di Dio, abbiamo ricevuto in dono lo Spirito Santo che con i suoi sette santi doni ci dà la gioia e la forza di testimoniare l'amore effuso nei nostri cuori, la fede che come luce illumina le menti e riscalda i nostri cuori dando senso e sapore alla nostra vita. Abbiamo te, o Maria, quale madre che accoglie, che comprende, che si prende cura, che accompagna, che guida noi tutti verso Gesù il Salvatore unico, l'unica nostra speranza, ancora di salvezza.

La tua tristezza, o Maria, nasce dal nostro peccato, dall'aver noi tradito il tuo Gesù, dall'apostasia dalla fede di tanti cristiani di nome che vivono come se Dio non esistesse, che ignorano Cristo Gesù e il suo Vangelo, che calpestano la legge morale, che chiudono il loro cuore alla verità, all'amore, al perdono, che si servono del prossimo e non si pongono nella logica del servizio del prossimo, che vivono nell'llegalità, che privilegiano l'ingiustizia, che non accolgono, coltivano, promuovono la vita, che non servono il bene comune, che perseguono progetti di morte e non di vita.

Sei triste, o Maria, perché la croce, oggi, sul Calvario del mondo continua a torturare l'umanità innocente, i deboli, i poveri, gli indifesi.

Sei triste, o Maria, per l'ultimo strappo di questa Europa che dopo duemila anni di cristianesimo, nell'avanzata e progressista Olanda, ha reso legale l'eutanasia, il diritto a morire, ignorando la sacralità della vita e la forza obbligante del quinto Comandamento: "non uccidere"(Dt.5,17)

Sei triste, o Maria, per le tante guerre che insanguinano le nazioni, che vedono popoli in armi nemici di altri popoli, etnie contro altre etnie, religioni in guerra contro altre religioni.

Sei triste, o Maria, per l'economia globalizzata che schiaccia i paesi deboli, che rende i paesi poveri sempre più poveri, sempre più schiavi degli sporchi interessi di trafficanti d'armi, di governi corrotti, di dittature economico – bancarie da strozzinaggio.

Sei triste, o Maria, per l'insensibilità con cui gli uomini si pongono di fronte al creato, diventato una enorme pattumiera, in cui l'ingordigia e la follia umana ha prodotto e produce inquinamento condannando la terra all'inospitalità e disponendosi via via al suicidio.

Sei triste, o Maria, per le famiglie che hanno perso la bussola di orientamento e vivono nell'illogicità di un rapporto conflittuale permanente, sono chiuse alla vita, abdicano al loro compito educativo, promozionale e per le divisioni di pensiero e di valutazione nelle presunti unioni tra individui dello stesso sesso che pretendono di essere riconosciute famiglie, di avere diritto di cittadinanza.

Sei triste, o Maria, per i tanti, i troppi bambini non nati perché uccisi nel grembo della donna indotta ad abortire da una società sempre più chiusa alla vita, egoista, incapace di annunciare speranza.

Sei triste, o Maria, per le divisioni, le incomprensioni che gridano scandalo all'interno della comunità dei credenti del Figlio tuo Gesù Cristo.

Sei triste, o Maria, per il fariseismo di tanti cristiani che ostentano un cristianesimo di facciata, di occasione per interessi che non sono nobili, servendosi della religione e non servendo la religione.

Sei triste, o Maria, per la mancanza di senso civico che impera nell'odierna società dove la furbizia la fa da padrone e non l'onestà, il senso del dovere, l'osservanza delle regole sociali.

Sei triste, o Maria, perché questa nostra Trapani non risorge, vittima com'è di un torpore delle menti acquiescenti al male, impaurite dal male, schiavizzate dai potenti di turno.

Sei triste, o Maria, perché non decolla, non esplode la voglia di volontariato, di servizio nella chiesa e nella società, perché tutto è visto come scambio nella logica del "do ut des".

Sei triste, o Maria, per i vecchi e nuovi drammi di Trapani, città che vive la sua marginalità nell'economia, nella cultura, nella progettazione di un futuro rispettoso dell'uomo e delle sue tradizioni, della sua identità, della sua vocazione turistica, della sua potenzialità nel campo dell'arte, del commercio, dell'artigianato.

Sei triste, o Maria, per le inadempienze di un sistema politico – amministrativo che fa fatica ad innescare processi di sviluppo intelligente, produttivo,capace di dare risposte concrete alle attese dei giovani in cerca di lavoro.

Sei triste, o Maria, per le sofferenze nascoste di tanti poveri, materialmente e spiritualmente poveri, poveri perché non hanno valori dentro, poveri perché nessuno ha loro insegnato ad amare, poveri perché vittime della delinquenza e assoldati da essa si prestano al mantenimento di un sistema di controllo del territorio di stampo criminoso.

Sei triste, o Maria, perché la speranza non alberga nel cuore di tanti trapanasi, sfiduciati, abbattuti, resi apatici da una colpevole cultura del servilismo e della clientela.

O Maria, donna della speranza, noi vogliamo con te attraversare il dolore di questa nostra umanità alla deriva e giungere alla gioia della Pasqua, della risurrezione, della vita, del riscatto morale, dell'amore fraterno e solidale, del bene voluto, perseguito, testimoniato, della giustizia e della legalità.

O Maria, donna della resurrezione, noi vogliamo annunciare speranza, intendiamo organizzare la speranza, insieme, educandoci alla solidarietà, alla socialità, alla comunione.

Vogliamo essere, o Maria, noi credenti seme di comunione; vogliamo noi popolo dei misteri riscattare questa città dai suoi mali impegnandoci a coltivare in noi un pensiero credente, una cultura del bene e a costruire la civiltà dell'amore.

O Maria, non vogliamo più causarti lacrime, tu, addolorata sorridi a noi tuoi figli che devotamente ti invochiamo nostra madre, ci affidiamo alle tue cure, ti scegliamo come compagna di fede nel cammino verso la santità.

Trapani e Maria, Trapani e i misteri: ecco il binomio su cui bisogna costruire il tessuto nuovo della società trapanese, il futuro solare di questa terra benedetta da Dio per le bellezze naturali, artistiche, per le grandi possibilità di sviluppo che possiede.

Affido a te, o Maria, questa città, benedici tutti noi, ottienici la grazia di innamorarci di Cristo, unica certezza, speranza, forza della nostra vita.

A te va la nostra lode, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

Trapani 14 Aprile 2001
 
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