Home arrow Documenti arrow Omelie arrow Omelia Convegno Ecclesiale
Omelia Convegno Ecclesiale PDF Stampa E-mail
Condividi
marted́ 28 agosto 2001

28 Agosto, S. Agostino

Agostino, vescovo di Ippona, filosofo, teologo, mistico è il santo del quale oggi la liturgia ci fa fare memoria. Vissuto nei primi secoli del cristianesimo egli è figlio di quell'Africa cristiana che il ciclone musulmano spazzò via ed è figura centrale nel pensiero e nella vita della chiesa. Nei secoli successivi e fino ai nostri giorni non pochi lo hanno come punto di riferimento. La freschezza, l'originalità, l'attualità del suo pensiero e della sua spiritualità ne fanno un maestro insuperabile e un saggio pedagogo che riesce ad accompagnare con stile semplice, chiaro ed incisivo quanti hanno la fortuna di imbattersi nell'avventura straordinaria e significativa di questo innamorato di Cristo, di questo pellegrino alla ricerca della luce. Agostino è spirito inquieto, penetrante, curioso, mai pago e sempre anelante al di più della conoscenza. E' l'emblema dell'uomo contemporaneo che ama la sfida, affronta l'impossibile, non si tira indietro, ed osa, ma l'uomo di oggi, avendo sganciato il suo pensiero dalla fede corre il pericolo reale di cadere nell'assurdo e nell'illogico, nell'irrazionale e nella follia dell'onnipotenza. Pensare nella fede per il battezzato è un bisogno dell'anima, è importante che il pensiero sia guidato dalla luce della fede per non cadere nell'assurdo, per non rimanere impantanati nel dubbio che tutto corrode e demolisce. La fede chiede l'esercizio del pensare proprio dell'intelletto umano, l'intelletto umano a sua volta chiede la luce e la forza della fede. Il cammino del credente dev'essere un cammino motivato e non sciocco, un cammino orientato e non senza meta, un cammino guidato e sorretto dalla luce e non a tentoni. La Parola di Dio è la sola grande luce che può rischiare il nostro cammino "Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino" (Sl.118). C'è il rischio di perderci nei meandri di un pensiero contorto, deviato e pieno di pregiudizi. E' questa l'insidia nella quale è facile cadere se non ci poniamo con l'umiltà dei discepoli alla sequela del divino Maestro. La sequela del Cristo nasce da una chiamata personale, è frutto della Parola di Dio che ci raggiunge nel profondo, ci interpella con forza e richiede l'assenso della mente e l'adesione convinta della nostra volontà. Metterci alla sequela del Cristo è aprirci al dono della Luce, al Mistero della Verità che libera in un crescendo di adesione che ci fa custodire questa luce dolcissima nel cuore. "Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore"(Lc.2,19). L'umiltà del ricercare, l'ascolto docile, la meditazione della Parola di Dio sono condizioni indispensabili per un vero e proficuo cammino di fede. Nel suo "De catechizzandis rudibus" il grande Agostino si fa catechista solerte e comprensivo di chi non possiede le chiavi dell'alta cultura, ed in maniera franca conduce l'anima semplice a gustare la bontà dell'approdo in Dio, nel Quale l'animo umano riesce a trovare riposo. Lo spirito di Agostino è uno spirito libero, assetato della vera sapienza, proteso verso la fonte viva dell'eterno Amore. La sapienza è dono dello Spirito Santo. Ci rende capaci di gustare e vedere quanto è buono il Signore, ci fa amare ciò che è giusto, nobile e santo e ci fa rifiutare l'errore, il male e il peccato. L'inizio della sapienza è il timore del Signore. Il nome di Dio tremendo e maestoso è il mistero di luce che, come Mosè davanti al roveto ardente, ci vede prostati in adorazione e con il volto coperto. Il convegno, che ci vede convocati in questo Tabor della nostra chiesa diocesana, è un momento di grazia che il Signore ci concede di vivere per arricchire la nostra mente della sapienza divina e per dare una marcia in più al nostro pensare nella fede, al nostro progetto di pastorale diocesana. La Chiesa santa di Dio, popolo regale, profetico e sacerdotale, come corpo organico e compatto vive in questa nostra assemblea orante, vive nello sforzo dei partecipanti al convegno di penetrare il mistero che ci avvolge, vive nel cammino di questi giorni dedicati all'ascolto, alla riflessione, alla preghiera sulla parrocchia e per la parrocchia, soggetto ecclesiale da ripensare e da progettare con intelletto d'amore all'inizio di questo terzo millennio. La costruzione - edificazione della chiesa è l'obiettivo della missione dataci da Gesù e a cui intendiamo dedicarci con tutte le nostre forze. Non ci ha detto Gesù di pregare nel Padre nostro: "Venga il tuo Regno?" Quale conforto non ci è dato sperimentare nel saperci membra vive della chiesa, mistico corpo di Cristo che trova coesione e forza dallo Spirito Santo e perenne indefettibilità. La chiesa di Cristo è la mistica barca di Pietro, guidata oggi dal bianco vegliardo venuto dall'Est Giovanni Paolo II che, come strumento nelle mani di Dio, con fermezza ed audacia ci ha guidati a varcare le soglie del terzo millennio carichi della speranza che non delude. Questa chiesa noi crediamo, amiamo, intendiamo servire attivandoci perché la ministerialità sia compresa e vissuta da ogni battezzato nella consapevolezza che nella chiesa non ci sono ospiti ma ognuno è partecipe e responsabile della costruzione del Regno. Il vescovo S. Agostino ci ottenga la grazia di riflettere sulla parrocchia, cellula vitale della comunità ecclesiale e, nella prospettiva della speranza che non delude, ci renda arditi nel progettare una nuova immagine di parrocchia, casa e scuola di formazione permanente umana e cristiana.

Erice, 28 Agosto 2001
 
< Prec.   Pros. >
© 2024 Diocesi di Trapani
Progetto e Contenuti a cura dell'Ufficio Diocesano per le comunicazioni Sociali
Rendiconto 8xmille a cura dell'Economato Diocesano
Grafica MOOD comunicazione e design
Hosting & Coding ASSO Informatica Trapani su Joomla! un software libero rilasciato sotto licenza GNU/GPL.