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Omelia Beata Maria Vergine di Custonaci PDF Stampa E-mail
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mercoled́ 29 agosto 2001
29 Agosto Tra le immagini più suggestive che i Padri della chiesa utilizzano per descrivere il mistero di Maria di Nazaret c'è questa: "Maria è l'arca della nuova alleanza". L'arca dell'alleanza è stata voluta da Mosè dopo che Jahvé, chiamandolo sul monte Sinai, gli consegnò le tavole della legge e gli ordinò che fossero conservate in un'arca preziosa e che questa trovasse posto in una tenda in mezzo al popolo in esodo. Solo i leviti poterono toccarla e essi la trasportarono in spalla durante i 40 anni dell'esodo. Questo prezioso tesoro spirituale troverà posto nel luogo più sacro del tempio di Gerusalemme: il Sancta sanctorum. L'arca dell'alleanza è il segno che esprime la presenza di Dio in mezzo al suo popolo, la volontà di amore, di perdono, di intervento potente e misericordioso di Jahvé in favore di Israele. In momenti di particolare difficoltà l'arca dell'alleanza viene portata dai leviti in mezzo al popolo stanco, stremato, in difficoltà e quella presenza sarà risolutiva per le sorti del popolo eletto. Maria è l'arca della nuova alleanza. E' Lei che accoglie l'Autore della legge nel suo grembo e Lo genera alla vita, Gli dà un volto, una voce, Lo allatta, Lo cura, Lo dà quale forza salvifica risolutiva, definitiva ed unica agli uomini, Lo accompagna intrepida fino al Calvario dove se ne sta impavida e addolorata sotto la croce. Maria è la Madre per eccellenza. È proprio della madre accogliere, custodire, difendere, manifestare la forza dell'amore che esplode nella vita nascente. Maria è Madre per divina chiamata e la madre non può essere dissociata dal figlio. Dov'è la madre ivi è il figlio e viceversa. Il mistero di Maria è legato indissolubilmente al Mistero di Cristo, la sua vita è in Cristo ed è per Cristo per sempre. La sua pienezza di Grazia, il suo rapporto intimo, vitale con la Santissima Trinità la rendono preziosa e unica, segno efficace di grazia a cui orientare lo sguardo credente. Ella è sacramento specialissimo dell'amore salvifico. S. Bernardo con il dire lirico dei santi in un crescendo di amore appassionato per questa mamma celeste invita il cristiano ad alzare lo sguardo e a invocare Maria: stella del mattino, aurora di salvezza, speranza dei viatori, rifugio dei peccatori, depositaria della grazia, arca della nuova alleanza. Il mistero della chiesa ha in Maria la sua immagine. Tutte le meraviglie in lei prefigurate trovano compimento, realizzazione nella chiesa. La pienezza di grazia della quale sovrabbonda Maria prefigura la santità della chiesa. L'una e l'altra sono debitori a Cristo, il santo per eccellenza. Maria vive di Cristo, in Cristo, con Cristo e per Cristo. Con fede si è abbandonata a Cristo divenendone suo possesso. È piena di grazia, cioè piena di Dio, appartenente a Lui soltanto. La chiesa è il corpo mistico di Cristo, i battezzati sono le membra e Cristo ne è il capo. Cristo vive nella chiesa e per la chiesa che Lo manifesta e Lo dona al mondo. Grandi cose l'Onnipotente ha fatto in Maria. Meraviglie di grazie Dio compie nella sua chiesa. La purezza dell'anima, l'ardore della carità dell'umile donna di Nazaret ci fanno invocare Maria come rifugio dei peccatori, aiuto dei cristiani, consolatrice degli afflitti, mediatrice di ogni grazia. Anima di ogni azione pastorale è la carità, il servizio agli ultimi. Una chiesa che non si lascia consumare dalla carità di Cristo è una chiesa che tradisce il suo fondatore e quindi non è la chiesa di Cristo. Le meraviglie di grazie che qualificano la chiesa sono le opere di carità che devono accompagnare il cammino pastorale catechetico - liturgico. Ecco perché la chiesa che è in Italia a conclusione del Convegno ecclesiale di Palermo 95 ribadiva la necessità che ogni parrocchia accanto ai luoghi della liturgia e della catechesi avesse il luogo della carità. I centri di ascolto, di cui molto lodevolmente in questi ultimi anni si è fatta promotrice la Caritas diocesana, sono luoghi privilegiati della carità nei quali si praticano il ministero dell'ascolto, della consolazione e dell'accompagnamento verso i più poveri, verso gli ultimi della società. Maria vive l'apertura al soprannaturale proiettata completamente in Dio, carica dell'ottimismo e della gioia evangelica, animata dalla grazia che sconfigge il grigiore della vita e dà le ali per volare nei cieli di Dio e per pensare, progettare e vivere nella libertà dei figli di Dio. Una chiesa priva di speranza è una chiesa triste, senza futuro e senza ottimismo. La speranza pone la chiesa nella prospettiva dell'escaton, nel travaglio del cammino verso i cieli nuovi e la terra nuova. Gli orientamenti pastorali di questo primo decennio del terzo millennio ci invitano a far volare la chiesa sulle ali della speranza, ricentrando la vita cristiana in Cristo, contemplando il suo volto radioso, dando al feriale il tono della Pasqua che è preludio della Pasqua eterna, dell'eterno banchetto nel quale Cristo riserva un posto ai suoi eletti. Gioia e allegrezza grande porta Maria in casa della cugina Elisabetta. E' Cristo che dà gioia a quella casa segnata da un evento di grazia straordinario: il concepimento di un figlio da una madre sterile e già avanti negli anni. "Il bambino le sussultò nel grembo"(Lc.1,41). Cristo è l'autore e la fonte della gioia, quella gioia pura che non è frutto delle cose possedute, ma dello Spirito assetato di verità, proteso al bene, innamorato di cielo. Per chi vive in Dio e di Dio nulla lo turba, nulla lo spaventa, trova in Dio gioia e pace. Le traversie del mondo non possono mai separarci dall'amore di Dio, il patire e il morire con Cristo sono prove d'amore e non ci distolgono dalla fonte della gioia. O Maria, sul tuo esempio e con il tuo aiuto vogliamo compiere un cammino di rinnovamento e di purificazione. Come te e con te vogliamo rendere grazie a Cristo, nostro unico Signore e Salvatore. Come chiesa pellegrina nella fede e serva per amore ti preghiamo, o Madre, soccorrici, difendici conduci noi tuoi figli al figlio tuo Gesù Cristo.

Amen.

Custonaci, 29 Agosto 2001
 
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