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Visita Pastorale 2002-2005 PDF Stampa E-mail
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sabato 14 settembre 2002
Io conosco le mie pecore
e le mie pecore conoscono me! (Gv 10,14)

 
Ai diletti figli della santa Chiesa di Dio che è in Trapani, che, nella fede, sento mia sposa fedele, pace e gioia nel Signore!

Sono giunto ormai al quinto anno del mio servizio apostolico a questa amata Chiesa di Trapani e sento il bisogno di farmi presente in maniera più puntuale, così come prevede la disciplina della Chiesa, attraverso la visita pastorale.

 

1. NATURA DELLA VISITA PASTORALE

“E’dovere, infatti, del Vescovo visitare ogni anno la diocesi, o tutta o in parte, in modo che l’intera diocesi sia visitata almeno ogni quinquennio”. “E’ in facoltà del Vescovo scegliere i chierici che preferisce, perché lo accompagnino e lo aiutino durante la visita”. (Can. 396 §1 2 CJC).

Mediante la visita canonica, il Vescovo “mantiene i contatti personali con il clero e con gli altri membri del popolo di Dio, per conoscerli e dirigerli, esortarli alla fede e alla vita cristiana, e inoltre per vedere coi propri occhi nella loro concreta efficienza le strutture e gli strumenti propri del servizio pastorale, ed essere in grado di valutarli debitamente”.

“La visita pastorale è un’azione apostolica, è un evento di grazia che riflette in qualche modo l’immagine di quella singolarissima e del tutto meravigliosa visita, per mezzo della quale ‘il Pastore Supremo’(1Pt 5,4), ’il Vescovo delle anime nostre’ (1Pt 2,25), Gesù Cristo, ‘ha visitato e redento il suo popolo’ (Lc 1,68)” (Direttorio Pastorale dei Vescovi n. 166). In questi cinque anni, in verità, non ho mancato di visitare più volte tutte le realtà ecclesiali della diocesi cercando di infondere speranza, di dare il conforto della Parola che salva, di indicare il cammino della santità e spingere questa Chiesa verso una ministerialità missionaria.

La visita pastorale si pone in continuità con quanto ho cercato di vivere e, in un certo senso, lo specifica, lo arricchisce, lo completa.

2. LO SPIRITO DELLA VISITA PASTORALE

L’immagine di Cristo buon Pastore è l’icona che ci accompagnerà in tutto il cammino di preparazione e di realizzazione della visita pastorale. Voglio muovere i miei passi di apostolo, di maestro e padre della Chiesa che è in Trapani, sull’esempio e nella persona di Cristo buon Pastore; tuttavia pensandomi io stesso come sua pecorella, con l’umiltà del credente e l’entusiasmo del discepolo, in cammino con tutto il popolo di Dio.

Vi invito, pertanto, a pensare la visita pastorale secondo questo spirito di vicendevole incontro. Ed è in questo spirito che essa diviene: - un dono di Dio da accogliere in atteggiamento di fede, in un clima di spiritualità cenacolare, eucaristica e mariana e nella docile fedeltà al Magistero della Chiesa; - l’occasione di una maggiore consapevolezza della nostra condizione di battezzati, figli del Padre che è nei cieli e membra vive della sua Chiesa; - un importante momento di riflessione comunitaria sui limiti della nostra azione pastorale, sulle prospettive d’impegno missionario, sulle decisioni da prendere per un domani ecclesiale più vivo, più propositivo, più efficace; - un richiamo alla responsabilità di ciascun battezzato perché si attivino le diverse ministerialità di cui la nostra Chiesa è depositaria e un invito a rivedere con intelletto d’amore le nostre parrocchie, a ripensarle nella logica del territorio e a porre mano a quel suo rinnovamento da tempo auspicato; - la possibilità, infine, di uno sguardo nuovo d’amore, impegnativo, responsabile e alla luce della fede, sul mondo e le sue dinamiche, sulle sfide della modernità, per imparare a superare gli ostacoli di un mondo ostile ai valori del Vangelo.

3. AMBITI DELLA  VISITA PASTORALE

La visita pastorale riguarderà:

1.      Le persone: laici, chierici, religiosi con cura d’anime, associazioni, parrocchie, etc..

2.      Le istituzioni cattoliche: scuole, centri superiori d’insegnamento, opere di religione e di carità, anche se dirette da religiosi, etc…

3.      Le cose: la sacra suppellettile, le reliquie e le immagini sacre, i legati pii, i beni ecclesiastici, i registri parrocchiali e l’archivio, etc…

4.      I luoghi sacri: chiese, oratori, cimiteri.

4. TEMPI E STRUMENTI DELLA VISITA PASTORALE

La visita pastorale si svolgerà nell’arco del triennio 2002-2005. Il primo anno, 2002-2003, interesserà la terza zona pastorale; il secondo anno, 2003-2004, la seconda zona pastorale; il terzo anno, 2004-2005, la zona urbana di Trapani-Erice Casa Santa (prima).

Il periodo di Avvento di questo triennio sarà dedicato alla preparazione della visita pastorale. A partire dall’Epifania e fino alla Santa Pasqua visiterò le parrocchie secondo il calendario che i vicari di zona predisporranno d’intesa con i presbiteri. Nomino come miei covisitatori i tre vicari di zona: Mons. Gaspare Impastato, Don Pietro Messana e Mons. Antonino Adragna.

Sarà cura dell’economo generale prendere visione di quanto riguarda l’amministrazione dei beni; del direttore dell’ufficio tecnico verificare lo stato dei luoghi, e dei direttori degli uffici (per la famiglia, giovani, caritas, liturgia e catechesi) prendere atto del cammino effettuato in questi settori pastorali della nostra Chiesa e delle prospettive di impegno futuro. Il loro lavoro, svolto sulla base del questionario che ciascuna comunità sarà chiamata a compilare, sarà a me utilissimo per un fruttuoso svolgimento della visita pastorale. Il questionario avrà come attenzione prioritaria: i giovani, la famiglia, i poveri, gli organismi di partecipazione ecclesiale, le zone pastorali, le interparrocchialità e le unità pastorali.

5. PREPARAZIONE:  LA MISSIONE POPOLARE

Perché la visita pastorale raggiunga gli effetti desiderati propongo che si vivano delle tappe propedeutiche di preparazione all’evento: ovvero una missione popolare che, prendendo le mosse dalla Lumen Gentium e dalla Cristifideles laici, possa far cogliere più profondamente la Chiesa che crediamo Una, Santa, Cattolica e Apostolica.

Lo spirito della missione è quello di far uscire i battezzati dal clima di indifferenza, di apatia e di relativismo tipico del tempo presente per farli essere più responsabili. L’obiettivo sarà quello di promuovere una Chiesa consapevole del suo essere e della sua missione, aperta alla novità dello Spirito; una Chiesa che non rifiuta la modernità e che intende stare dentro la storia con il suo specifico, con grinta e passione.

Mettere in stato di missione le nostre comunità parrocchiali significa chiamare gli operatori pastorali ad un supplemento di impegno: è attraverso loro che la missione si farà strada e porterà i suoi frutti di bene.

La missione accompagnerà il cammino della nostra Chiesa durante tutto lo svolgimento della visita pastorale.

6. METODO DELLA VISITA: PAROLA DI DIO E VERIFICA PASTORALE

Su che cosa sarà centrata la visita pastorale? Sul dialogo e il discernimento, alla luce della Parola di Dio e delle indicazioni pastorali del Magistero.

Alla luce della Parola di Dio, in primo luogo, ci confronteremo, dialogheremo, faremo il giusto e sapienziale discernimento. La Parola Rivelata sarà al centro del nostro interesse pastorale. Essa cementerà la comunione ecclesiale, darà la spinta a nuovi e più significativi traguardi pastorali. Sulla Lectio divina si costruirà la parrocchia nuova; dalla luce amica del Vangelo prenderemo lo slancio per gettare le reti e raggiungere i cristiani della soglia, i tiepidi, gli indecisi, i lontani, tutti coloro che vivono la tragedia dell’assenza di Dio. È’necessario, in questo senso, e già a partire dalla preparazione della Visita, rivedere l’impostazione pastorale che basa tutto sulla Messa moltiplicandone senza necessità la celebrazione. “Meno messe e più Messa” non è uno slogan ad effetto, ma un obiettivo pastorale necessario e prioritario da perseguire.

In secondo luogo, lo Spirito del Signore chiama la nostra Chiesa a verificarsi, guardando al Magistero: sul cammino di attuazione del Concilio Vaticano II; sulle linee di progettualità pastorale offerteci dal Santo Padre Giovanni Paolo II, soprattutto con la “Tertio Millennio Ineunte”; sugli orientamenti pastorali della Chiesa in Italia “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”, sui piani pastorali da me approntati in questi anni di servizio alla Chiesa di Trapani.

Il cammino da percorrere è senz’altro faticoso e impegnativo, ma anche esaltante. Da Chiesa ripiegata su se stessa siamo chiamati a diventare Chiesa missionaria, capace cioè di inventarsi modi nuovi di presenza e di testimonianza evangelica nel territorio: “Voi siete il sale della terra”(Mt 5,13); “Voi siete la luce del mondo”(Mt 5,14), ci dice Gesù nel Vangelo.

Mi auguro che la nostra santa Chiesa trapanese possa rinnovarsi nel solco della sua ricca tradizione di fede, della pietà popolare, delle iniziative pastorali generose e significative e che riesca a comunicare con gioia e convinzione il Vangelo all’uomo e alle donne del nostro tempo.

7. L’EVENTO DELLA  VISITA PASTORALE

Cuore della visita pastorale sarà l’incontro con le singole comunità ecclesiali. Desidero che sia un incontro paterno, veramente pastorale, che parta dagli ultimi, dagli ammalati, per arrivare ai giovani delle scuole di ogni ordine e grado, agli imprenditori piccoli e grandi, alle famiglie, al mondo del lavoro.

Sarà mia gioia condividere per più giorni l’esperienza di Gesù buon Pastore che consola, condivide, conforta, illumina, spinge, infonde speranza.

Auspico che il primo frutto della visita pastorale sia il nuovo assetto delle parrocchie nel territorio della diocesi. La parrocchia non è passata di moda, ma rimane la forma privilegiata dalla Chiesa per comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Tuttavia essa non può            rimanere ingessata, imbalsamata, sclerotizzata, ma deve trovare la forza e l’entusiasmo per rinnovarsi ed essere, con l’uomo e per l’uomo di oggi, strumento di salvezza, luogo teologico di vita nuova nello Spirito. A tutti viene richiesta un’apertura al nuovo senza pregiudizi di sorta; una disponibilità a lasciarsi guidare dallo Spirito, a pensare, progettare, scommettersi con vero spirito ecclesiale.

8. UN INCONTRO  DEL PADRE CON I FIGLI

Sarà mia gioia incontrare cuore a cuore i parroci, i diaconi permanenti, i religiosi, le religiose, i membri del consiglio pastorale e per gli affari economici, gli appartenenti a gruppi, movimenti e associazioni ecclesiali, gli operatori pastorali impegnati nella costruzione del Regno, il popolo santo di Dio: con tutti vorrò pregare e celebrare la divina Eucaristia. 

Sarà mia premura visitare le membra ammalate, mi farò pellegrino negli ospedali e nei cimiteri, chiederò di incontrare le civiche amministrazioni, soprattutto vorrò con forza e dolcezza farmi compagno fedele, padre premuroso, pastore solerte dei giovani, delle famiglie, dei poveri.

Dio mi guardi dal venire a voi come giudice e ispettore; è con cuore di padre che mi appresto a compiere questa desiderata e impegnativa missione nel segno della carità pastorale.

Con i presbiteri vorrò rinsaldare i vincoli di comunione, sperimentare la preziosità della loro saggezza e del loro ardore pastorale, confermare e lodare la loro volontà di servizio e di dedizione a Dio e alla Chiesa. Sono convinto che dalla visita pastorale sarò io per primo ad uscire edificato e confortato dall’esempio di vita dei figli e fratelli presbiteri.

Con gli operatori pastorali prenderò atto di quanto fanno con generosità; rinsalderò i loro propositi di bene e li spingerò verso una più piena, consapevole e ordinata azione in ordine alla evangelizzazione, alla liturgia e alla carità. La fantasia dello Spirito susciterà nella nostra santa Chiesa iniziative molteplici.

Mi sarà di grande conforto verificare la bontà del percorso pastorale compiuto in questi anni sulla traccia dei piani pastorali che lo Spirito del Signore mi ha dato la grazia di proporvi.

9. LA PREGHIERA, ANIMA DELLA VISITA PASTORALE

La preghiera dovrà essere anima della visita pastorale, perché questa sia vissuta come visita del Signore al suo popolo. Senza l’aiuto del Signore nulla possiamo fare di valido e di santo. La grazia del rinnovamento della vita ecclesiale è frutto della preghiera, della fedeltà a Dio da parte della comunità ecclesiale.

Non possiamo essere fedeli all’uomo del nostro tempo, non possiamo dargli speranza se non attingiamo alla fonte che è Cristo. La preghiera carica la nostra pastorale di significato, le dà il “di più” del servizio gioioso, la fa essere efficace per l’uomo del nostro tempo.

Invito i monasteri di clausura a farsi partecipi del cammino pastorale della nostra Chiesa con un supplemento di orazione.

Durante tutta la visita pastorale sarà scelta una chiesa del territorio come luogo dell’adorazione perpetua.

10. ATTESE E SPERANZE

La visita pastorale non interferisce negativamente nello svolgimento del piano pastorale, che dovrà essere portato avanti con la diligenza e la propositività fattiva che contraddistinguono le nostre comunità ecclesiali. Il tema del piano pastorale di quest’anno è ricco e carico di suggestioni. Siamo impegnati sul versante della comunicazione della fede in un mondo che cambia: “Li sentivano parlare la propria lingua” (At 2,6).

Pongo i propositi, i desideri e le speranze che motivano e accompagnano lo svolgimento della visita pastorale nel cuore di Cristo mediante l’intercessione potente della Vergina Maria, Madre della Chiesa. A tutti chiedo collaborazione leale e spirito di vera ecclesialità. Con gioia, nel desiderio grande di incontrarvi, vi saluto con affetto e benedico.

 
Trapani, 14 settembre 2002

Festa dell’Esaltazione della Santa Croce

 
 
 + Francesco Miccichè, Vescovo

 
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