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Veglia di preghiera per la Pace PDF Stampa E-mail
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mercoled́ 23 gennaio 2002
Gennaio 2002 1) Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono.
Questo messaggio il Santo Padre ci dava il primo dell'anno invitandoci a vivere la giornata mondiale della pace. In questa veglia di preghiera per la pace ritorna l'invito del Papa pressante perché da parte nostra si dia spazio alla voce di Dio che grida: "Giustizia e pace si baceranno"(Sl.84,11). Abbiamo inneggiato a Cristo nostra pace che conduce alla vera libertà; con Lui siamo sicuri e nulla abbiamo da temere. Egli è nostra riconciliazione, strumento di unità, fonte del perdono, Egli è pastore e guida dell'umanità.
2) La pace nasce da un cuore rinnovato dal perdono.
La capacità di perdonare è data all'uomo da Dio: il perdono è dono che viene da Dio. Naturalmente non siamo portati a perdonare perché il cuore dell'uomo, inquinato dal peccato, è un cuore duro, di pietra che necessita della grazia della conversione. Il perdono ricevuto e sperimentato dall'uomo peccatore lo rende capace di chiedere perdono. "Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori"(Mt.6,12). "Vi supplico, così ci ricorda San Paolo apostolo, lasciatevi riconciliare con Dio"(2 Cor.5,20). È Dio che piega la durezza dell'uomo e lo rende disponibile alla riconciliazione. È Dio che agisce nell'intimo dei cuori perché i nemici si aprano al dialogo. È Dio che ispira sogni di pace perché i popoli si incontrino nella concordia. È Dio che conosce le vie per raggiungere e trasformare i cuori più induriti. È Dio che non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Egli è misericordioso e buono. È Dio che in Cristo Gesù ha annunziato libertà ai prigionieri, gioia agli afflitti. È Dio che con la forza dello Spirito Paraclito continua a radunare in una sola famiglia tutti i popoli della terra. Il perdono di Dio risana le ferite dell'anima, ristabilisce in profondità i rapporti umani turbati.
3) Il perdono di Dio è l'abbraccio di amore che Egli dà ad ogni persona e ad ogni popolo perché ciascuno, sciolto dalle catene delle proprie colpe, possa sollevare lo sguardo verso un futuro di pace.
Tutta la storia della salvezza è un continuo dispiegarsi della misericordia di Dio per l'uomo peccatore. Dio è misericordia: nessuno tocchi Caino. Nell'arcobaleno Dio ha posto il segno dell'alleanza con l'uomo, al tempo di Noè. Ha benedetto Giacobbe con il perdono di Esaù. Ha ascoltato le suppliche di Mosè dopo la deriva del vitello d'oro. Dio si è mostrato padre che accoglie e abbraccia il figliol prodigo, nel figlio suo Gesù Cristo mentre sul Calvario invoca il perdono per i suoi persecutori e accoglie nel suo regno il ladrone pentito, risorto augura la pace ai discepoli e dona loro il suo Spirito. Dio distrugge gli odi e placa i rancori, alimenta la passione per la verità, l'amore per la libertà, il desiderio del dialogo, conforta le vittime di ogni ingiustizia e accende nei cuori la fiamma della carità. Il libro dell'apocalisse parla del tempo futuro riservato ai giusti come un tempo in cui non ci sarà più lutto, né lamento, né pianto, ogni lacrima sarà tersa e vi saranno cieli nuovi e terra nuova.
4) Come il Poverello d'Assisi anche noi abbiamo cantato:
Signore, fa di me uno strumento della tua pace, del tuo amore. Dove c'è odio io porti amore dove c'è offesa perdono dov'è tristezza gioia dov'è errore verità dov'è discordia unisci dov'è dubbio fede dov'è angoscia speranza dov'è buio luce. E di luce ci ha parlato il Profeta Isaia. Quando viviamo nella luce inaccessibile e infinita di Dio allora camminiamo nella pace. Quando lo Spirito prenderà possesso di noi il deserto diventerà giardino e regnerà il diritto e la giustizia. La giustizia genererà la pace, il diritto produrrà sicurezza. Questa pace idilliaca è possibile e realizzabile solo se lo Spirito sarà accolto dall'uomo, solo se vivremo secondo lo Spirito.
5) E Gesù nel Vangelo di Matteo ci dà le indicazioni per vivere secondo lo Spirito.
La nostra giustizia deve superare quella legalistica, esteriore e di facciata degli scribi e dei farisei. Una giustizia legale non è la giustizia che Cristo Gesù propone. In nome della legge quante ingiustizie non vengono perpetrate! I ladri di pollo vengono facilmente rinchiusi nelle carceri e gli imbroglioni potenti scorazzano liberi per il mondo. In tempi in cui in Italia la giustizia fa tanto chiasso ed è diventata giustizia spettacolo, fortemente politicizzata questa parola viene a portare luce, a dare una sferzata a quanti manipolano a proprio piacimento la verità e si arrogano il diritto dell'immunità. Cos'è la giustizia e quando una cosa è giusta? Ecco il criterio datoci da Gesù: chi si adira contro il fratello, chi dice al fratello stupido o pazzo sarà sottoposto al giudizio di Dio e reputato degno della geenna. Incalza Gesù: se dunque presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
6) Da questo Papa, segno di contraddizione nella storia contemporanea, tanto fragile e vulnerabile nel suo corpo che stenta a muoversi, promana dalla sua persona una forza straordinaria.
È la forza del perdono che egli ha fatto germinare nel suo cuore e nel cuore della chiesa chiedendo perdono per i tanti peccati di cui nella storia della chiesa i suoi membri si sono resi colpevoli. La chiesa di Giovanni Paolo II, che chiede perdono, è la chiesa riconciliata con il mondo, la chiesa che non giudica e non condanna, ma fa esperienza lei per prima della misericordia del Signore e si fa dono di misericordia, strumento di misericordia per i fratelli. Nella nostra vita personale dovremmo lasciarci raggiungere sovente dal perdono di Dio, riconoscerci peccatori e abbandonarci fiduciosi tra le braccia del Padre, dovremmo spesso fare esperienza dell'amore misericordioso di Dio che cambia i nostri cuori di pietra. Sperimentando l'amore misericordioso di Dio non saremo duri e sprezzanti, né spietati giudici dei fratelli. Com'è triste sentire giudicare gli altri con giudizi senz'appello! Il cristiano, ammoniva il beato Giovanni XXIII, condanna il peccato, ma ama il peccatore. Il pubblicano pentito e il fariseo accusatore sono i prototipi dell'uomo riconciliato e dell'uomo che rimane nel suo peccato perché rifiuta di riconoscersi peccatore davanti a Dio.

Trapani, 23 gennaio 2002
 
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