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La persona prima di tutto PDF Stampa E-mail
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mercoled́ 20 marzo 2002
Intervento di S.Ecc. Mons. Francesco Miccichè alla Provincia di Trapani in occasione della morte di Marco Biagi. Il valore della persona umana, oggi, è parecchio svilito ed è diventato via via sempre più relativo, secondario e marginale. Tutto ciò trova il suo humus nella cultura dell'odio e della contrapposizione che caratterizza l'odierna stagione politica. Delitti come quello di Marco Biagi, professore universitario stimato per la sua competenza e il senso del dovere, uomo libero e perciò capace di esprimere le sue convinzioni andando anche contro corrente, barbaramente freddato da mani assassine, sono il frutto marcio di un pensiero deviato, di una strategia della tensione alimentata da menti che si abbeverano alle fonti inquinate di una politica intrisa di fondamentalismo ideologico, di falsi miti. Bisogna dire di no alla contrapposizione aspra e al muro contro muro, è necessario e fortemente auspicabile lottare e adoperarci con tutte le forze perché si attivi un dialogo-confronto civile, democratico e costruttivo nelle sedi istituzionali piuttosto che nelle piazze e nelle tribune di una televisione parolaia e guerrafondaia. Nulla di buono può venire alla società civile e alle istituzioni dagli scomposti e arrabbiati movimenti di piazza che portano disordine e confusione e sono occasione ghiotta offerta ai gruppi eversivi per darsi visibilità e per imporre alla massa il linguaggio della forza bruta e della violenza. Gli uomini e le donne di buona volontà sono chiamati a dire il loro no deciso, fermo e irremovibile alla violenza e il loro si convinto, forte e consapevole alla dignità della persona umana ed alla inviolabilità della vita. Tutte le istituzioni, a partire dalla famiglia, devono ritornare al loro compito educativo e a porsi come spazio di autentica promozione umana, devono portare l'uomo a vivere l'esperienza dell'amore, della solidarietà, della giustizia e della legalità come esperienza liberante e costruttiva di un mondo nuovo, di una società vivibile e felice, a costruire la civiltà dell'amore. Bisogna ritornare a pensare con un pensiero forte e non a dare libero sfogo agli istinti più bassi. Questa nostra città e provincia di Trapani, vittime di una marginalità che ne penalizza le sue risorse di storia, di cultura, di natura chiedono uno sforzo congiunto a tutti i cittadini onesti e alle istituzioni per tentare di disinquinare i cuori e le menti e per creare le condizioni di una convivenza pacifica, serena e civile. Facciamo sì che il nostro pensiero sia impastato e permeato di solidarietà, di amicizia cordiale, di amore, di rispetto per l'altro, di dialogo, di ascolto degli ultimi. Su tutti invoco la materna protezione di Maria e la benedizione del Signore, mentre il pensiero di suffragio va a questo martire della democrazia, a questo testimone dei valori del retto vivere sociale.

Trapani, 20 marzo 2002
 
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