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Discorso a chiusura della processione dei Misteri PDF Stampa E-mail
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sabato 30 marzo 2002
Piazza Purgatorio
Il buio più fitto, la notte profonda
cade sul mondo che ha inchiodato sulla croce
il Figlio di Dio nato dalla Vergine di Nazaret.
La tragedia che si consuma sul Calvario
ci interpella con forza,
ci costringe a prendere posizione:
o con Cristo o contro Cristo,
o con l'uomo o contro l'uomo
o con la giustizia o contro la giustizia,
o con la chiesa o contro la chiesa.
O Gesù crocifisso, che adoriamo
nel mistero della morte,
plasticamente rappresentata nei gruppi dei Misteri
dal Cristo nell'urna,
donaci la grazia di stare dentro
il tuo mistero di amore e di vita.
Tutto nel dolore e nel lutto
di questo venerdì di passione
parla di amore, di donazione
fino al sacrificio supremo.
Dio scrive il suo poema d'amore
con la creazione e lo suggella
con il sacrificio del suo Unigenito Figlio.
L'albero della croce su cui pende
Gesù Cristo, il Messia d'Israele
è la firma che autentica 
la grandezza, la larghezza, la profondità
dell'amore di Dio per l'uomo.
Grazie, o mio Dio, del tuo amore!
E' importante che ci lasciamo raggiungere
dai raggi infuocati dell'amore di Dio
che non sfuggiamo al suo richiamo d'amore,
che ci lasciamo inondare di amore.
Il mondo chiuso all'amore di Dio
è il mondo che nega la cittadinanza a Dio,
è il mondo che ignora Dio,
che vuol fare a meno di Dio
e grida il suo blasfemo: Dio è morto.
Il mondo chiuso all'amore di Dio
è il mondo che nella sua follia di onnipotenza
manipola e stravolge la natura a suo piacimento,
che distrugge, avido di potere e accecato dalle ricchezze,
il creato condannandolo a divenire
un arido e squallido deserto.
Il mondo chiuso all'amore di Dio
è il mondo degli uomini egoisti,
incapaci di condividere con gli altri
gioie, dolori, fatiche e speranze;
è il mondo di quanti coltivano
rancori, odi, pensieri di guerre.
Il mondo chiuso all'amore di Dio
è il mondo della micro e maxi delinquenza
che calpesta le leggi e produce povertà,
dolore, ingiustizie, morte,
è il mondo dei ricchi con il cuore di pietra
chiusi ai bisogni del Lazzaro di turno
il quale chiede anche solo le briciole
che cadono dalla mensa.
Il mondo chiuso all'amore di Dio
è il mondo del frivolo che impera nella televisione
dove scorre un fiume di fango
i cui ingredienti sono sempre presenti
a inquinare, appestare, distruggere
le coscienze dei fruitori:
sesso, denaro, piacere.
Il mondo chiuso all'amore di Dio
è il mondo dell'economia
che misconosce la legge della solidarietà
e sfrutta l'uomo asservendolo
alla logica del profitto;
è il mondo del mercato globalizzato
in cui i piccoli soccombono
schiacciati dai grandi
accrescendo in tal modo povertà su povertà.
Il mondo chiuso all'amore di Dio
è il mondo della politica
che non riesce a farsi carico dei deboli,
è sorda ai richiami del feriale
ed incapace di dare attenzione ai bisogni essenziali
della gente comune: pulizia, luce, acqua, strade,
traffico disciplinato, disponibilità al servizio dei cittadini.
Il mondo chiuso all'amore di Dio
è il mondo dei gruppi o delle lobby 
che non si adoperano per promuovere
cultura di solidarietà, di giustizia, di equità sociale;
è il mondo gretto e meschino
del provincialismo fatto di pettegolezzo,
di bassi interessi, di omertà, di favoritismi,
di piccoli e grandi imbrogli.
Il mondo chiuso all'amore di Dio
è  il mondo dei credenti
che non si aprono totalmente
alla luce di Dio, alla sua Parola di salvezza
e vivono nella tiepidezza, nell'indifferenza,
nel limbo di una fede rozza,
fatta di sterili pietismi, di vuote manifestazioni.
Il mondo chiuso all'amore di Dio
è il mondo dei devoti dei misteri
che pur seguendo la passione di Cristo
non si dispongono alla conversione,
non intendono celebrare
degnamente la Pasqua del Signore,
non manifestano un vero cambiamento di vita
in famiglia, nel posto di lavoro, nella società.
Il dolore di Cristo e il dolore della Madre
ci portino a fare un  sincero esame di coscienza,
ci facciano intravedere l'abisso di miseria in cui ci troviamo
a causa di una vita cristiana vissuta all'acqua di rose,
superficiale, non motivata, epidermide, 
emozionale, solo di tradizione.
Maria Addolorata, il tuo pianto
è il grido straziante dei tanti, dei troppi suicidi
che avvengono in questa città:
grida inascoltate, tragedie dimenticate celermente,
rimosse immediatamente dalla memoria.
Il tuo pianto, o Maria, è il pianto
dei bambini non nati, uccisi nel seno delle madri,
è il pianto della madre
nell'inferno delle strutture sanitarie della nostra città
dove si praticano gli aborti.
Il tuo pianto, o Maria, è il pianto
delle famiglie che si frantumano, si sbriciolano 
sotto i colpi della superficialità e della irresponsabilità dei coniugi.
Il tuo pianto, o Maria, è il pianto
dei piccoli che vengono usati e abusati,
violati nella loro innocenza,
feriti nell'anima da spettacoli indegni,
da adulti irresponsabili, da istituzioni latitanti.
Il tuo pianto, o Maria, è il pianto
dell'ammalato, dell'anziano solo,
dimenticato, non curato, abbandonato;
è il pianto del giovane disoccupato,
non orientato, né sufficientemente preparato alla vita;
è il pianto delle donne sfruttate
dai clienti del sesso;
è il  pianto degli imprenditori
strozzati da una burocrazia asfissiante
e dal malaffare criminale,
è il pianto del fedele
che chiede attenzione, premura pastorale
e non c'è chi possa o voglia dargliela.
O Maria, ottienici dal tuo Gesù
la grazia di comprendere il nostro stato di vita,
di iniziare un cammino impegnativo,
carico di responsabilità, di partecipazione,
di servizio e di testimonianza
dei valori della vita, della fede, dell'amore,
della solidarietà, della civiltà.
La nostra città possa cantare
l'alleluja della Resurrezione,
possa vivere oltre il Venerdì di passione
la gioia di una vita sociale meno oppressa,
meno segnata dal male,
ma più libera e più felice.
Possa l'uomo trapanese
sentirsi fiero, orgoglioso, contento
di vivere in questa città
dove finalmente la cultura della legalità, 
il rispetto dell'altro, l'armonia 
e la solidarietà non siano parole vuote
ma diano spessore e visibilità
alla civiltà dell'amore.
Amen.
 


Trapani, 30 marzo 2002
 
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