Mercoledì delle Ceneri
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mercoledì 08 marzo 2000
"Ritornate a me con tutto il cuore,
laceratevi il cuore e non le vesti.
Ritornate al Signore vostro Dio poiché Egli è misericordioso e benigno, tardo all'ira e ricco di benevolenza e si impietosisce riguardo alla sventura.
"Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al vituperio e alla derisione delle genti". (Gl 2,12-18)
"Perdonaci, Signore, abbiamo peccato". (Sl 50)
"Lasciatevi riconciliare con Dio". (2Cor 5,20)
"Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza". (2Cor 6,1).
"Convertitevi e credete al Vangelo". (Mc 1,15)
"Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà". (Mt 6,6b)

Il mercoledì delle ceneri ci introduce al tempo sacro della quaresima, con l'austerità del rito ci disegna l'orizzonte in cui siamo chiamati a muoverci, ci dà le coordinate di un cammino che deve essere scandito dal digiuno, dalla preghiera e dalla carità, ci richiama al dovere della conversione come dimensione permanente del battezzato, ci offre nella parola, nella penitenza e nel sacramento gli elementi fondamentali della pedagogia quaresimale. Il richiamo del profeta, fatto proprio dalla Chiesa, in nome di Dio è chiaro e inequivocabile: "Ritornate a me con tutto il cuore, laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio poiché Egli è misericordioso e benigno, tardo all'ira e ricco di misericordia si impietosisce riguardo alla sventura". (Gl 2,12-13). Dobbiamo prendere coscienza di aver deviato dalla retta via, di esserci allontanati dai giusti sentieri, di aver seguito altri insegnamenti, di aver adorato altri dei, di aver abbandonato la legge del Signore. Il mistero di iniquità inquina le coscienze e le conduce nel buio cieco dell'insensibilità verso il bene, del falso convincimento che porta ad osannare il male e a misconoscere il bene. Una coscienza retta, ben educata e sensibile ai richiami della legge sa riconoscere bene e male, prova disgusto per il male e gioia nell'aderire al bene. Una coscienza erronea non riesce ad avere senso alcuno di colpa, non sa distinguere il bene dal male, è portata a vivere nell'inganno e nella trasgressione. La coscienza va affinata, educata, illuminata, indirizzata verso ciò che è luce, verità, bene, giustizia, amore, solidarietà, umanità, senso vero del vivere, legalità. Solo acquisendo il senso vero della vita, aprendosi all'altro e all'Oltre, la coscienza diventa guida sicura verso la piena autorealizzazione, verso la pienezza di umanità. L'uomo non è un assoluto, ma creatura che dice rapporto - dipendenza dal Creatore. Dio solo è l'Assoluto il Quale fissa all'uomo i suoi limiti, dona le regole del vivere. Calpestare le leggi, vivere senza regole è diventato norma per tanta umanità che vive allo sbando, alla deriva, senza validi punti di riferimento, confusa e frastornata da una propaganda edonistica ed epicurea. Il libertinaggio viene scambiato con la libertà, l'uomo emancipato da tutto ciò che sa di norme e di leggi vive la sua stagione di bravate, di inganni, di trasgressioni e di malvagità. "Ritornate a me con tutto il cuore". (Gl 2,12) Ritornare a Dio è ritornare alla sua legge, ascoltare la sua Parola, seguire i suoi insegnamenti, convertirsi, credere nel bene, voler aderire pienamente a Cristo e al suo Vangelo. "Convertitevi e credete al Vangelo". Questo ritorno a Dio è possibile a condizione che:
  1. ci riconosciamo peccatori.
  2. riconosciamo Dio misericordioso e buono, tardo a l'ira e ricco di benevolenza.
La conversione è l'azione volontaria dell'uomo che prende coscienza del suo peccato e si volge decisamente al bene. Anche questo moto dell'anima nasce dal preveniente amore di Dio. È Lui, infatti, che bisogna lasciare lavorare in noi: "Lasciatevi Riconciliare da Dio" (2Cor 5,20) "Invano, infatti, faticano i costruttori se non è Dio ad edificare la casa" (Sl 26,1). Non basta riconoscersi peccatori, ma è necessario pentirsi. Il pentimento è la condizione indispensabile per un cammino vero di conversione. Il Santo Padre Giovanni Paolo II invita la Chiesa, in questa quaresima dell'anno 2000, anno del grande Giubileo, alla purificazione della memoria, a compiere cioè un sincero esame di coscienza per individuare le colpe passate e presenti di cui si è resa responsabile la comunità cristiana e per chiedere pubblicamente perdono a Dio e ai fratelli. La giornata del perdono è il cuore pulsante di questa Quaresima. Vorrei che tutte le nostre comunità ecclesiali, si mettessero in atteggiamento penitenziale, si disponessero a un sincero esame di coscienza al fine di individuare eventuali colpe della Chiesa che è in Trapani. La conversione e la riconciliazione sono aspetti fondamentali della "metanoia", radicale conversione della mente e del cuore a Dio richiesta come condizione indispensabile per vivere in pienezza il mistero della Pasqua del Signore. Il piano pastorale di quest'anno "Riconciliati camminiamo insieme verso Gerusalemme" e il quarto segno del Giubileo "la purificazione della memoria e la richiesta di perdono da parte della Chiesa" ci indicano la bontà del cammino da compiere. Il cammino quaresimale deve essere segnato dalla coscienza del nostro peccato e dalla necessità di accostarci a Cristo, di credere più fermamente e decisamente a Lui per trovare salvezza. Nell'Incarnationis misterium così si esprime il Papa: "La storia della chiesa è storia di santità.... E' doveroso, tuttavia, riconoscere che la storia registra anche non poche vicende che costituiscono una continua contro - testimonianza nei confronti del cristianesimo.... per quel legame che nel corpo mistico ci unisce gli uni gli altri, tutti noi portiamo il peso degli errori e delle colpe di chi ci ha preceduto. Come successore di Pietro, chiedo che in quest'anno di misericordia la Chiesa, forte della santità che riceve dal suo Signore, si inginocchi davanti a Dio e implori il perdono per i peccati passati e presenti dei suoi figli". Confrontandomi con verità davanti a Dio, pensando alla realtà della nostra Chiesa trapanese, guardando alla sua storia e ai mali della società in cui essa ha vissuto e operato, ho individuato alcuni motivi di riflessione che pongo come interrogativi davanti alla nostra coscienza. Le diocesi della Sicilia occidentale, tra le quali quella di Trapani, vivono in un territorio che è storicamente la culla del fenomeno malavitoso tristemente noto con il nome di "mafia" mentre la massoneria, sistema perverso e di un progettare politico, economico e sociale , anima di un sistema burocratico che blocca lo sviluppo del territorio e schiavizza le coscienze, ha messo le radici profonde sulla nostra città, condizionandone la vita e lo sviluppo. Guardando a questi mali, i più grandi della nostra società, vorrei che con verità e sincerità ci interrogassimo sulle nostre responsabilità e chiedessimo umilmente perdono a Dio e ai fratelli per raggiungere riconciliati Gerusalemme. Una Chiesa riconciliante è una Chiesa penitente, che prende coscienza del suo peccato e si fa pellegrina nella fede verso il suo Signore e Padre, Dio che accoglie e perdona. Non possiamo operare riconciliazione se noi per primi non siamo capaci di chiedere perdono. La nostra Chiesa abbia una coraggiosa apertura della mente e del cuore a Cristo disponendosi ad abbandonare le opere delle tenebre per vivere la profezia della luce. Le parrocchie e le interparrocchialità, durante questa Quaresima, troveranno i modi e i tempi più opportuni per vivere nella verità e nella sincerità del cuore questo impegno. L'affievolirsi del senso del peccato si accompagna allo sconquasso della vita morale. Salga dal nostro cuore il grido penitente: "Perdonaci, Signore, abbiamo peccato". (Sl 50) Ritorniamo a fruire del dono della misericordia divina accostandoci con fede e più frequentemente al sacramento della Riconciliazione. Notiamo con amarezza la diserzione dai confessionali e per contro un generale accostarsi alla comunione. Mi chiedo: i peccati gravi sono stati banditi dalla vita di battezzati? Magari così fosse! I sacrilegi non esistono più? Comunicarsi al corpo e al sangue di Cristo in stato di peccato non è profanare questo augusto sacramento? I nostri giovani, nel cammino verso la giornata mondiale della gioventù, ricevono, stasera, il terzo segno del loro spirituale impegno formativo. Dopo il Vangelo e la preghiera dell'angelus, consegno loro la croce. La croce gloriosa è lo scandalo e il paradosso su cui siamo chiamati a misurarci. Dalla croce e per la croce riceviamo vita e salvezza. Carissimi giovani, innamoratevi della croce di Gesù. Le varie iniziative proposte dalla pastorale giovanile servono a farvi prendere consapevolezza della centralità del crocifisso nella vostra vita. "Convertitevi e credete al Vangelo." Camminate decisamente verso il Signore, abbiate il coraggio di dire basta al male e alle logiche aberranti del maligno, indirizzate i vostri passi verso Gerusalemme, la Chiesa cioè che vi è madre e maestra, segno e strumento di salvezza per tutti gli uomini di buona volontà. "Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza". (2Cor 6,2) Quanto riuscirete, con la grazia di Dio, a fare del bene questo non rimane sconosciuto ai suoi occhi. Egli che tutto vede e sa, vi comprende, vi ama, nota i vostri sforzi, vi viene incontro, vi ricompenserà. Coraggio e avanti. Con la croce, sulla croce e per la croce il mondo troverà salvezza. Trapani, 8 Marzo 2000