Giorno di Pasqua
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domenica 27 marzo 2005
Cattedrale
 
“Questo è il giorno di Cristo Signore: alleluia!”
Nel clima confuso di oggi attraversato dal nulla del pensiero, dallo scadimento morale, dalla logica del tanto peggio tanto meglio, dal titanico orgoglio che nell’esaltazione dell’io calpesta la solidarietà, l’alleluja della Pasqua fa fatica ad arrivare al cuore dell’uomo moderno. Quella tomba vuota è l’icona di una vittoria annunciata: “Distruggete questo tempio ed io in tre giorni lo riedificherò”.
La fede nella Pasqua riscatta l’uomo dal male che l’affligge, lo proietta nel mare di luce della verità che libera, dà un senso al suo vivere e al suo morire.
Riscoprire il senso vero della Pasqua è tuffarsi nel Mistero con la certezza che la vita vince sulla morte, il bene sul male, l’amore sull’odio, la giustizia sull’ingiustizia.
La società è attraversata da una voglia matta di godimento e bandisce il dolore, fa finta di ignorare le tante ingiustizie perpetrate contro l’uomo.
Ci sarà Pasqua per questa umanità alla deriva, ferita dalla guerra, sfruttata?
La Chiesa vive la Pasqua come evento centrale e fondante della sua fede, partecipa al Mistero divenendo essa stessa mistero di grazia, di vita.
Una comunità autenticamente cristiana è una comunità pasquale, comunità della vita, della gioia, della speranza.
L’alleluja è il canto della liturgia che traduce questa fede della Chiesa nel Risorto. La Chiesa è chiamata a far suo questo canto, ed essere comunità dell’alleluja.
L’alleluja pasquale promuove la vita, la Chiesa è strumento di vita come Gesù il Risorto: “Sono venuto perché gli uomini abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.
La vita di Dio a noi comunicata attraverso i sacramenti ci fa uomini e donne pasquali.
Gli auguri pasquali che ci scambiamo a vicenda in questa luce vogliono solo dire: che la vita di Gesù sia in te perché solo la sua vita in noi è ricchezza vera, il resto è solo spazzatura. Con Paolo apostolo avremo la certezza della Pasqua: “Il mio vivere è Cristo e il morire un guadagno”.

Auguri di cuore.

Amen.