Convegno Ecclesiale Erice
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marted́ 22 agosto 2000
S. Messa Beata Vergine Maria Regina La Parola di Dio di questa santa liturgia, nella memoria della beata Maria Vergine Regina, ci mette davanti due meravigliose icone: l'una del figlio a noi nato, l'altra della Vergine sotto la croce. La prima icone è tratta dal libro del profeta Isaia ed è sul figlio della Vergine Madre che il profeta si sofferma: Egli è "il consigliere ammirabile, il Dio potente, il Padre per sempre, il Principe della pace"(Is.9,5). Il Salvatore Cristo Gesù, il figlio di Maria, è preannunziato come la rivelazione potente di Dio, come Colui che dovrà portare salvezza e pace al mondo intero. Bisogna leggere il passo in sinossi con l'altro del profeta Isaia "Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele"(Is.7,14). Ha voluto Iddio che il figlio suo, unico ed eterno, prendesse carne mortale nel seno di una madre vergine e il piano di salvezza fosse condizionato dal si di questa umile donna. "Chi ha creato noi senza Dio non salva noi senza di noi" (S. Agostino). Quanta accondiscendenza di Dio verso l'uomo, quanta benignità e amore non guidano i suoi interventi nella storia! Sceglie Abramo e lo fa capo del popolo dei credenti. Scegli i profeti come suoi messaggeri in Israele,
sceglie Maria e a lei affida la missione, straordinaria ed unica, di madre del Redentore Gesù Cristo,
sceglie gli Apostoli e li manda in suo nome fino agli estremi confini della terra ad annunziare la buona novella e a santificare tutti gli uomini. Lo stile di Dio non è quello di fare a meno degli uomini per salvare gli uomini, ma di affidare agli uomini i tesori del suo amore salvifico rendendoli strumenti preziosi di salvezza. Cristo, principe della pace, Padre per sempre, Dio Potente, consigliere ammirabile vive oggi nella sua chiesa, attraverso coloro che sono stati segnati dal suo Spirito. La chiesa è strumento di Cristo, sul volto della chiesa deve risplendere il volto di Cristo, ad ogni credente è ingiunto di testimoniare Cristo. Siamo la negazione del credo cristiano, viviamo la controtestimonianza,
quando ignoriamo Cristo,
quando disegniamo la nostra vita seguendo il nostro volere e non il volere di Dio,
quando ci attardiamo a pensare secondo la carne e non secondo lo Spirito,
quando abbandoniamo la via della croce e ci incamminiamo sui sentieri infidi del peccato, del comodo e quieto vivere,
quando rinneghiamo il Vangelo scomodo per accettare il compromesso con il mondo,
quando lasciamo di volare alto nei cieli di Dio con la lode, l'adorazione e il ringraziamento a Lui, Sommo Bene, e ci accontentiamo di strisciare terra terra, di vivere dimentichi di Lui, sazi del niente di un mondo chiassoso, parolaio, vuoto di valori. Dobbiamo con tristezza registrare che ci sono tanti cristiani senza Cristo.
Ciò è un assurdo, un illogico, ma è purtroppo vero.
Il cristiano senza Cristo è il cristiano senza identità, senza storia, senza appartenenza, è il cristiano che non si riconosce nella chiesa, che è il sacramento di Cristo e la rivelazione di Lui nella storia. Sul senso di appartenenza alla chiesa dovremmo riflettere un po' di più e sentirci fieri di esserne parte viva.
E' bello vivere il mistero della chiesa nel si alla grazia, ai sacramenti, alla Parola di Dio. Il mondo di oggi chiede con forza ai cristiani di proclamare la speranza annunziata dal profeta Isaia in questi termini:
cristiani, donate Cristo,
manifestate Cristo,
servite Cristo,
donate amore,
seminate speranza,
costruite pace,
elargite serenità,
promuovete fraternità
. Maria, la benedetta fra tutte le donne, è l'icona del credente. Il coraggio che l'ha sostenuta la renderà per sempre cara al cuore degli uomini ed essi, per lei, ricorderanno per sempre la potenza del Signore. Troviamo Maria, umile strumento di Dio per l'opera della salvezza, intrepida sotto la croce a sostenere il peso di una sofferenza immensa, la tragedia della morte ingiusta del suo figlio Gesù. Siamo chiamati, ci ricorda l'apostolo Paolo, a compiere nel nostro corpo ciò che manca alle sofferenze di Cristo. Unita intimamente a Cristo Maria partecipa alle sue sofferenze, diventa corredentrice del genere umano, è madre per elezione ed è ancor più madre per la partecipazione al mistero salvifico della croce. Bella e consolante verità per noi è l'affidamento di Giovanni a Maria e il dono di Maria madre a Giovanni! Questa divina, gioiosa maternità diventa sofferta maternità verso l'umanità tutta. Il si di Maria si allarga, prende le dimensioni del si del Verbo. "sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto. Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. Allora ho detto. Ecco io vengo. Sul rotolo del libro di me è scritto, che io faccia il tuo volere"(Sl.39, 7-9). Vivere uniti a Cristo come Maria per costruire storia di salvezza ecco il messaggio che ci arriva da questa Madre. "Non avete potuto vegliare un'ora con me? vegliate e pregate per non cadere in tentazione"(Mt.26,41). Gesù abbraccia la croce, si sottopone alla volontà del Padre, si dona fino alla fine e associa a se in questo mistero di sofferenza, di dolore e di croce Maria sua madre, l'attrae a se sulla croce e come Madre crocifissa Ella è data a Giovanni e per lui all'umanità tutta. Questa regalità-servizio di Maria fa ricca la chiesa, che può contare sulla potenza di Colei che nel suo seno ha racchiuso l'autore della vita. La regalità di Maria, la regalità della chiesa, la regalità del cristiano, il servizio espressione dell'amore che è da Dio ci conquisti sempre di più. Servire è regnare- servire è amare,
servire è perdonare.
Servire è offrirsi,
donarsi,
sacrificarsi,
immolarsi,
dimenticarsi,
scomparire,
marcire sotto terra,
lasciarsi potare,
modellare,
guidare,
illuminare dall'eterna Parola.
Servire è cantare, lodare, adorare Dio e il suo progetto di amore. Servire è lasciare tutto e perdersi in Dio. Servire è impegnarsi a vivere l'avventura della ricerca appassionata di Dio che i tantissimi giovani della giornata mondiale si sono impegnati a fare. O Vergine potente, Regina del cielo e della terra, aiutaci a vivere la dimensione del servizio, facci essere strumenti docili nelle mani di Dio. Tu, o Madre, sii madre che guida i nostri passi alla croce. Aiutaci a distenderci su di essa; sia croce luminosa, amica, croce giovane per un mondo giovane che canta oggi "Emmanuel".

Erice 22 agosto 2000