Relazione Convegno Nazionale Associazione Familiare del Clero
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marted́ 18 settembre 2001
CHI SEI TU, CHIESA? Siamo chiamati, stamattina, a scattare una foto sulla chiesa e a tentare di svilupparla, a disegnare l'identikit di questa realtà mistero che ci coinvolge, della quale proprio perché mistero possiamo balbettare. Parlo di mistero nel senso più pieno, teologico. La chiesa è mistero perché è epifania del divino, segno pregnante e luminoso dell'Invisibile ed Eterno. Le categorie sociologiche applicate alla chiesa travisano la sua essenza, la svuotano di significato, la rendono scialba e insipida, inutile. Nasce da qui la necessità di accostarci alla chiesa con un pensiero credente; vederla, contemplarla, studiarla partendo dalla fede, con gli occhi penetranti della fede. La fede è dono che viene dall'alto, è liberissimo dono di amore di Dio all'umanità, è la manifestazione - rivelazione di Dio creatore all'uomo creatura, è mettere a parte l'uomo della luce e della vita di Dio. Cristo è l'anello di congiunzione, la rivelazione piena e definitiva, il sacramento di Dio, il pontefice del rapporto di comunione tra Dio e l'uomo. In Cristo l'uomo trova accesso al Padre. Ci dona la sua vita e in Lui e per Lui possiamo rivolgerci da figli veri a Dio chiamandoLo Padre. La grazia della vita divina, a noi donata per Cristo nello Spirito, ci modella uomini nuovi, creature nuove, attua in noi una rinascita spirituale, un cambiamento di vita che nella sua pienezza si manifesterà allora quando chiuderemo gli occhi a questa realtà terrena e li apriremo all'eternità. Nel mistero e per il mistero di questo amore eterno, nel progetto salvifico del Padre trova fondamento, si specifica e vive la chiesa. Così i padri conciliari nella "Lumen Gentium" al Cap.1 n. 2 si esprimono in proposito: "L'Eterno Padre, con liberissimo e arcano disegno di sapienza e di bontà, creò l'universo, decise di elevare gli uomini alla partecipazione della sua vita divina, e caduti in Adamo non li abbandonò, ma sempre prestò loro gli aiuti per salvarsi, in considerazione di Cristo Redentore, "il quale è l'immagine dell'invisibile Dio, generato prima di ogni creatura" (Col.1,15) ", tutti infatti gli eletti, il Padre fin dall'eternità "li ha distinti nella sua prescienza e li ha predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché Egli sia il primogenito tra molti fratelli" (Rm.8,29). "I credenti in Cristo li ha voluti chiamare nella santa chiesa, la quale, già prefigurata sin dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d'Israele e nell'Antica alleanza e stabilita "negli ultimi tempi", è stata manifestata dall'effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fin dei tempi. Allora, infatti, come si legge nei santi padri, tutti i giusti, a partire da Adamo, "dal giusto Abele fino all'ultimo eletto", saranno riuniti presso il Padre nella chiesa universale". Quest'ampia citazione ci pone nell'orizzonte della fede che motiva il nostro interesse per la chiesa e l'interrogativo "chiesa, chi sei?" Non è lecito staccare la chiesa da Cristo, non è lecito disgiungerla dal Mistero di grazia e di salvezza del quale Cristo Gesù è la fonte e lo strumento. Vivendo Cristo piantiamo chiesa, edifichiamo chiesa, viviamo il mistero della chiesa. Cristo Gesù in quanto uomo occupa uno spazio e un tempo della storia, la Palestina e lo spazio temporale di 33 anni di 2000 anni fa, che lo circoscrivono e lo determinano come ogni altro uomo che è vissuto e vive sulla terra. È il figlio di Maria di Nazaret, il figlio frutto di un evento straordinario, di una concezione verginale avvenuta non con concorso d'uomo, ma per opera della Spirito santo. Egli vive pienamente incarnato nel suo tempo e tra la sua gente, lavora, soffre l'ingiustizia, si muove nel perimetro della sua terra, compie la sua missione affascinando e meravigliando quanti lo accostano per la straordinarietà della dottrina che insegna e per le opere che compie. Nella sua umanità gradualmente si rivela Dio, l'Eterno mistero nascosto nei secoli si fa visibile, Dio ha il volto di Cristo, Cristo è l'epifania del Padre "Chi vede me, vede colui che mi ha mandato" (Gv.12,45). Icona del Mistero è Cristo sulla croce, ma sarebbe quest'icona tragica e beffarda se non trovasse sfogo e compimento nell'icona del sepolcro vuoto. Gesù di Nazaret non è solo uomo, ma è uomo - Dio, il Verbo nel seno di Maria ha posto la sua tenda. Dio si è sacrificato, si è fatto uno di noi, ha svuotato se stesso, mistero della Kenosis, per farci divini, per elevarci a Dio, per comunicarci la sua vita. L'Evento che ha cambiato la storia, quella lieta notizia del mattino di pasqua dovrà risuonare attraverso i secoli nei cuori degli uomini e portare gioia e speranza. Cristo ritorna al Padre e invia il suo Spirito sugli apostoli riuniti nel Cenacolo timorosi e speranzosi, insieme a Maria sua Madre. Dal Cenacolo parte l'avventura della chiesa che arriva fino a noi e durerà fino alla fine dei tempi per sfociare nell'eternità dove la chiesa sarà definitivamente santa, realtà di grazia per tutti gli eletti. Cristo rimane presente e vivo nella chiesa e per la chiesa, Egli la vivifica e le dà forza con il suo Spirito. Cristo spiega la chiesa che di Lui è Corpo Mistico, noi credenti siamo le membra e Lui ne è il Capo. Non è lecito separare Cristo dalla chiesa, nè separare la chiesa da Cristo. La chiesa è impastata di Cristo; è il suo sacramento, è l'epifania di Cristo nella storia. In quanto la chiesa è Cristo e vive del suo Spirito la chiesa è Santa, partecipa pienamente della santità di Dio, tre volte santo. Il veggente di Patmos, l'apostolo ed evangelista Giovanni nell'Apocalisse vede questa chiesa scendere da Dio come una sposa adorna per il suo sposo, tutta splendente senza difetti né rughe, né alcunché di simile, ma santa e immacolata. La luminosità della chiesa, Luce delle Genti, la rende trasparenza di Cristo, rimanda a Dio fonte della Luce, a Dio verità Somma, a Dio nel Quale soltanto trova approdo e quiete il cuore dell'uomo. La vita in Dio è liberata dall'assurdo e dall'illogico, dal nulla eterno, precipizio senza fondo che butta l'uomo nel baratro della disperazione più nera, del nichilismo disfattista, dell'autodistruzione. La vita in Dio per Cristo nello Spirito è la grande e bellissima avventura che ci è dato di vivere nella chiesa e per la chiesa. Grazie o Signore, che mi hai chiamato nella tua chiesa che è per me grembo vitale in cui trovo conforto, ristoro, forza di vita. "Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla" (Gv.15,5). La chiesa ha questa missione da compiere: " " (Ef.1,10). La grande consegna dataci da Giovanni Paolo II nella Novo millennio ineunte, a conclusione del grande Giubileo del 2000, è questa: Riparti, chiesa, da Cristo. Ripartire da Cristo, ricentrare la nostra vita in Cristo, respirare Cristo, contemplare il suo volto radioso è vivere il mistero della chiesa, è fare - edificare chiesa. Chiesa sei tale se vivi di Cristo, con Cristo, per Cristo. Cristo nella mente, Cristo nel cuore, Cristo sulle labbra, Cristo artefice di vita segna la nostra esistenza di chiamati nella sua chiesa. Chiesa rivela Cristo, dona Cristo, annuncia Cristo, celebra Cristo, di questa realtà chiesa il mondo ha bisogno. Chiesa, abbandona le strategie umane e fidati di Dio, non porre la tua fiducia nelle cose, ma solo in Dio, non lasciarti irretire dalle lusinghe del potere, ma servi con amore, preferisci morire come il grano che caduto in terra marcisce e muore per dare il suo frutto. Proclama con coraggio la tua fede nel Risorto, contempla su un Tabor senza fine Cristo Gesù benedetto nei secoli. Il mio essere chiesa mi pone necessariamente nel circuito di grazia e di vita del Cristo che sono chiamato a conoscere, ad amare, a servire, a contemplare. L'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo. Fermati, cristiano, raccogliti nel silenzio e ascolta il tuo Dio. Ascolta, Israele "Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia". (Mt.7,24). "Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui" (Gv.14,21). "Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla" (Gv.15,5). Ruminare la Parola, accoglierla come Maria, diventare tenda del Verbo, incarnare la Parola è il nostro dovere - bisogno, è la nostra felice condanna. Cristo va conosciuto, la sua Parola va ascoltata, accolta, meditata. Non si dà fede viva, vita in Cristo secondo lo Spirito senza una continua, profonda, vitale conoscenza di Cristo. Alla catechesi ordinaria si aggiungano i ritiri e gli esercizi spirituali, le giornate di deserto, le oasi da creare intorno a noi e dentro di noi per ascoltare Dio che parla. Una vita Eucaristica intensa è condizione indispensabile di vera e fruttuosa partecipazione alla vita della chiesa. La chiesa celebra l'Eucaristia ed è l'Eucaristia che edifica la chiesa. Essa è fonte e culmine di tutta la vita della chiesa. Un'anima veramente Eucaristica vive, palpita, desidera, vuole, opera in sintonia con la chiesa. Ecco il proposito: Più Eucaristia perché ci sia più chiesa. Ecco il desiderio: Più partecipazione responsabile al sacrificio pasquale, più adorazione Eucaristica per la vitalità e l'efficacia della chiesa. "Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" (Mt.28,20). Quell'io sono con voi è la grande forza del cristiano e della chiesa. Tra le priorità pastorali al primo posto sta l'esigenza della santità. Il cristiano partecipa alla vita della chiesa, realtà santa e continuamente bisognosa di purificazione, nella misura in cui accetta la radicalità del messaggio di Cristo: "Voi sarete santi, perché io sono santo" (1Pt.1,16). Così dice il Papa "E' ora di riproporre a tutti con convinzione questa misura alta della vita cristiana ordinaria: tutta la vita della comunità ecclesiale e delle famiglie cristiane deve portare in questa direzione. E' però anche evidente che i percorsi della santità sono personali, ed esigono una vera e propria pedagogia della santità, che sia capace di adattarsi ai ritmi delle singole persone. Essa dovrà integrare le ricchezze della proposta rivolta a tutti con le forme tradizionali di aiuto personale e di gruppo e con forme tradizionali e con forme più recenti offerte nelle associazioni e nei movimenti riconosciuti dalla chiesa". Qualcuno potrebbe a questo punto obbiettarmi: ma non doveva dirci della chiesa? Non doveva tentare di rispondere all'interrogativo: chiesa, chi sei? Abbiamo sentito parlare di Cristo e dell'esigenza di vivere in Lui, con Lui e per Lui. E' questa la chiesa? La mia risposta è decisamente si. Tutto ciò che del mistero della chiesa possiamo dire: popolo di Dio, corpo mistico di Cristo, sacramento di Cristo, edificio spirituale la cui pietra angolare è Cristo, campo di Dio, è in un certo senso descrittivo di una realtà più profonda, di un mistero che si fa Evento di grazia, ogni giorno, nel mondo per la vita donata da Cristo alle anime che a Lui si accostano con fede, a Lui si affidano nella totalità del loro essere, nella radicalità della scelta evangelica. I cristiani innamorati di Cristo, radicati in Cristo sono i cristiani che fanno la chiesa, vivono la chiesa, credono la chiesa, amano e servono la chiesa. Familiari e familiare del Clero, voi siete membra predilette della chiesa, chiamati a servire Cristo presente nel presbitero, servi e serve per amore, donati completamente a Cristo, modellati su di Lui. Cristo vita dell'anima dovrà vivere in voi e per voi in tutti coloro che accostate. Dovete essere spugne impregnate di Cristo per poter edificare la chiesa. Ciò farete nell'umiltà, nella semplicità e quotidianità del vostro servizio. Siete le radici nascoste dell'albero della chiesa, voi date linfa a tutto l'albero, ma attenzione: siate radici sane, prendete forza, vita da Cristo. Amate Cristo, vivete di Cristo, sforzatevi di conoscerLo e di piacere a Lui con desiderio fortissimo di santità, così edificate chiesa, rispondete all'interrogativo: chiesa, chi sei?

Isola delle Femmine [PA], 18 settembre 2001

+ Francesco Miccichè
Vescovo