Notte di Natale
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domenica 24 dicembre 2000
"Oggi è nato per noi il Salvatore"(Sl.95)

Questa è la lieta notizia che da duemila anni risuona nel mondo e se non trova resistenza nel cuore degli uomini e viene accolta diventa fonte di gioia vera, causa di salvezza.

"La grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, è apparsa a noi"(Tt. 2,11).

Il Natale è mistero di amore davanti al quale non ci è lecito rimanere indifferenti e neutrali.

Cristo ci chiama a scegliere: "chi non è con me è contro di me".(Mt.12,30).

Non possiamo far finta di niente e riempire il Natale del futile, dell'inutile, del nulla del consumismo, delle luci fatue, degli alberi stracolmi di doni superflui.

L'umanità oggi si trova ad un bivio, è ad uno snodo vitale. I processi innovativi sono così rapidi, così globali che rischiano di schiacciare l'uomo, di annullarlo in una frenetica rincorsa del nuovo, del sensazionale, dell' incognito.

Il delirio dell'onnipotenza oscura il Natale cristiano. Si manipola la vita, è un gioco d'azzardo la globalizzazione dell'economia che rende i ricchi sempre più ricchi, più sordi al richiamo della giustizia, più duri di cuore e i poveri sempre più poveri.

C'è Natale per chi vive ai margini della società? Per il popolo dei disoccupati, per i bambini senza famiglia, per gli anziani soli e abbandonati, per i carcerati, per i malati terminali, per i senza tetto, per chi non ha voce?

Vorrei gridare forte a tutto il mio popolo:

Oggi è nato il Salvatore, accoglieteLo.

Svegliati, mio popolo, accorri, adora, ringrazia, loda, gioisci.

O Gesù, che nascesti piccolo e povero nella capanna di Betlemme, accolto da Maria e da Giuseppe e ammirato dai pastori, vengo, in questa notte santa, anch'io ad ammirarti, a lodarti, ad adorarti.

Vengo con questo popolo santo di Dio che è in Trapani in devoto pellegrinaggio, in atteggiamento di fede, in umile e adorante contemplazione, riconoscendoti Signore della vita e della storia, Dio con il Padre e con lo Spirito Santo.

Intendo unirmi al coro degli angeli e cantare: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà".(Lc.2,14)

Vengo, o Gesù, con le mie miserie e il mio peccato, con le speranze e le gioie di ogni giorno, con le attese del popolo che vive in questo territorio diocesano e di cui mi hai costituito pastore.


Vengo a chiederti, o Gesù, il dono di

famiglie unite, credenti, accoglienti, santuari della vita, cenacoli di unità, palestre di virtù umane e cristiane, piccola chiesa, chiesa domestica,

famiglie che, sull'esempio della tua santa famiglia, vivano nell'abbandono fiducioso in Dio Padre provvidente, amorevole e misericordioso,

famiglie dove si respira Dio, si prega, si dialoga, si ama, si mette in pratica il Vangelo, si accoglie la vita e la si promuove,

famiglie aperte, testimoni della fede, canali indispensabili per il miglioramento della società, per il riscatto morale della gioventù, per il recupero delle virtù civiche, per la nuova evangelizzazione.


Vengo a chiederti, o Gesù, la grazia della

gioventù orientata al bene, tesa alla ricerca della verità, desiderosa di crescere e di maturare nella fede,

gioventù capace di ascolto, attenta e docile alla tua Parola, serena, riflessiva, disponibile al dialogo, attenta a non lasciarsi trascinare nel vortice dei falsi miti, delle ideologie malsane, dei cattivi maestri, dei distributori di morte, degli imbonitori di illusioni, di false speranze,

gioventù non irretita dal malaffare, non vittima della droga e del sesso,

gioventù sana, ricca di progettualità, impegnata nella costruzione di un futuro migliore.

Vengo a chiederti, o Gesù, il dono di amministrazioni civiche votate al servizio della città, al bene comune, all'onestà, alla legalità, al senso di giustizia per una migliore qualità della vita, per una convivenza civile bella e armoniosa.

Siano, o Gesù, i responsabili della cosa pubblica uomini coraggiosi nelle decisione da prendere, avveduti, moralmente corretti, animati dallo spirito della carità politica, veri uomini e non burattini manovrati con invisibili fili da pupari occulti, da potentati privi di scrupoli, interessati solo al proprio tornaconto e intenti a schiavizzare la città, a distruggere, a ghettizzare, a impoverire, a narcotizzare le coscienze, a carcerarle con la paura e con il clientelismo più bieco.


Vengo a chiederti, o Gesù, il dono di una chiesa luminosa di santità,

capace di scommettersi, simpatica, accattivante, propositiva, profetica,

ricca dell'intelligenza penetrante della Parola di vita, non imbrigliata in schemi precostituiti, in posizioni obsolete, in dinamiche di potere e di prestigio,

pervasa dall'ansia del bene, della carità verso gli ultimi e i poveri,

madre e maestra, immagine sulla terra della Gerusalemme nuova, carica della speranza che non delude e in perenne tensione comunionale,

piena di carismi e ministeri, spinta dal desiderio di andare incontro all'uomo senza la presunzione di catturarlo ma di farsi prossimo,

unita, in ascolto di te o Gesù, Signore e Salvatore, al Quale va la lode, l'adorazione, il perenne rendimento di grazie.


Vengo a chiederti, o Gesù, la grazia di un presbiterio unito, carico spiritualmente, preparato culturalmente, teologicamente e pastoralmente,

presbiterio non pauroso, non codardo, di vita morale ineccepibile,

non attaccato al denaro, libero da compromessi con il mondo, non ciecamente arroccato al passato, ma profeticamente

proteso al futuro, capace di capire i segni di Dio nella storia contemporanea, di promuovere un laicato maturo e responsabile, di donare la testimonianza di un amore senza smagliature a Cristo e alla sua chiesa.

L'immagine di te buon Pastore sia per ogni presbitero modello, guida, sprone a vivere, a spendersi per le anime senza sconti, fino al sacrificio supremo della vita.


Vengo a chiederti, o Gesù, la grazia di un Seminario vero cenacolo di giovani sereni, impegnati, carichi spiritualmente, motivati, pieni di buoni propositi, animati da rette intenzioni, protesi verso l'ideale sacerdotale, in ascolto docile del divino Maestro, abbandonati pienamente in Te, guidati e orientati dai superiori.


Vengo a chiederti, o Gesù, il dono di un mondo meno violento, dove regni la pace, l'armonia tra i popoli e le nazione, non segnato dai bruti, dai tiranni, dai despoti, dagli interessi sporchi che producono miseria, guerre e morte.

O Gesù, accogli le lodi di questo popolo che, unito al suo pastore, viene umilmente alla tua grotta come i pastori, per adorare, contemplare, cantare il tuo amore che è per tutti e per sempre.

Auguri fratelli e figli carissimi, Gesù sia la vostra vita e la vostra gioia, e il Natale sia un Natale senza fine. Amen.

Trapani 24 dicembre 2000