Chiusura del Grande Giubileo del 2000
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sabato 06 gennaio 2001
"Dov'è il Re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo" (Mt. 2,2). Una stella misteriosa guida i Magi verso Betlemme, una luce li porta alla fonte della luce, Cristo Gesu', "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo"(Gv.1,9). Nella pienezza dei tempi una luce rifulse nelle tenebre, la vita esplose in un universo di morte, Cristo, il Messia promesso nasce da una Vergine Madre. Il mistero del Natale chiama i pastori, l'umile gente di Betlemme, a recarsi alla grotta e questi, docili all'annuncio degli angeli, vanno e adorano il nato Bambino, chiama anche i Magi dal lontano Oriente, i quali senza indugio e dietro il segno della stella cometa, si mettono in viaggio alla ricerca del Messia. L'Epifania, manifestazione solenne di Gesù al mondo, è icona della chiesa inviata da Gesù nel mondo per manifestare, per essere Epifania di Cristo a tutti gli uomini. La stella cometa, che brilla nel cielo e accompagna i Magi dal lontano oriente alla culla del bambino Gesù, è immagine della fede che, quale luce amica, rischiara la mente e il cuore dell'uomo alla ricerca della Verità, di senso della vita. La fede porta l'uomo a riconoscere Cristo Gesù unico Signore e Salvatore, a vivere nella gioia l'incontro con Lui. Quel seme di vita ricevuto nel santo battesimo deve portare il suo frutto, quella lampada accesa al cero pasquale e a noi consegnata deve alimentarsi e diventare sempre più splendente e radiosa. La fede, dono gratuito di Dio, è una chiamata misteriosa, un segno forte che mette la nostra vita in movimento, alla ricerca. Non c'è esperienza di fede senza l'impegno a lasciare le proprie sicurezze, i propri progetti per assecondare la voce di Dio e l'impulso interiore a camminare verso il nuovo e l'imprevedibile. La fede di Abramo, di Maria, di Giuseppe, dei Magi è una fede messa alla prova, che lancia il chiamato in un avventura tutta da scoprire, senza nessuna certezza se non quella della chiamata. La fede non è una condanna a brancolare nel buio, non è un tuffo nell'irrazionale, non è una temeraria sfida contro l'impossibile, non è un giocarsi la vita per nulla, non è l'abbandonarsi ciecamente al destino, non è il rinunciare a capire, non è l'abdicare alla ragione, non è un alibi per non a lottare contro l'ingiustizia sulla terra. La fede è luce che rischiara il cammino, è conforto alla ragione, è splendida utopia per cui vale la pena spendere la vita, è forza e dinamismo interiore che ci abilita a lottare contro tutto ciò che è male. Il Profeta Isaia ci invita in maniera perentoria: "Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te"(Is. 60,1). Non ci è lecito restare nel nostro comodo e quieto vivere, non ci è lecito rimanere sordi al richiamo della grazia, non ci è lecito vivere in un perbenismo borghese fatuo e sciocco, non ci è lecito strisciare terra terra dimentichi del cielo, del puro, dell'infinito, non ci è lecito trascinarci stancamente in un'esistenza incolore, scialba, priva di prospettive, non ci è lecito rimanere supini, egoisticamente chiusi nel nostro piccolo mondo fatto di niente, non ci è lecito rimanere fermi poiché il nostro destino è il cammino. Noi siamo il popolo santo di Dio in cammino nella storia. In quest'anno giubilare abbiamo fatto esperienza di cammino. Siamo stati chiesa pellegrina nella fede e nell'amore, chiesa che ha inteso mettersi in discussione e farsi prossimo dei fratelli, chiesa in cammino con la volontà di intraprendere vie nuove e inedite di pastorale e di confrontarci con le realtà più diverse. Alzati, chiesa di Trapani e attrezzati pastoralmente; decidi con coraggio e fantasia; disponiti all'azione e non tirarti indietro davanti alle sfide del mondo contemporaneo. Rivestiti di luce; fatti discepola della Parola di vita; sii luminosa di santità, di generosità, di impegno, di pastoralità intelligente e significativa. Chiesa di Trapani, sei chiamata ad essere Epifania, manifestazione, testimonianza di Cristo. Devi vivere della luce, inebriarti della luce, incarnare la luce. "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo"(Gv.1,9). Solo così accorreranno a te i distratti, i lontani, gli indecisi, i dubbiosi, i tiepidi. "A quella vista sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché le ricchezze del mare si riverseranno su di te, verranno a te i beni dei popoli. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore"(Is. 60, 5-6). La nostra chiesa esce da questo giubileo con una più lucida e consapevole coscienza della sua dimensione diocesana, con un credo cattolico più convinto, con l'esigenza di attivare un servizio alle missioni, che ricadrà positivamente nel nostro modo di essere chiesa quì, in questo territorio dell'estremo occidente della Sicilia. Nel cuore del cristiano vero un solo canto deve esplodere: "Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra"(Sl.71). La salvezza non è arrivata solo per noi. Quanto abbiamo ricevuto in dono siamo chiamati a condividerlo con gli altri. La fede è questo dono dei doni che dobbiamo portare – manifestare – testimoniare perché "Cristo Gesù per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo". Riconoscere Gesù come unico Signore e Salvatore, e nel nome di Cristo, vivere la fraternità universale ecco l'ideale possibile, la meta che dobbiamo raggiungere. Quante divisioni nella storia non si sono perpetuate tra i cristiani, quante lotte fratricide, incomprensione e sospetti! Fa fatica ad affermarsi il cammino ecumenico e i fondamentalismi religiosi sono causa di stragi, di tanto sangue innocente: dall'Algeria all'Indonesia, dall'India alle Filippine, dalla Palestina ai Balcani. Cristo Gesù è venuto a salvare tutti gli uomini, di ogni tempo e di ogni razza. Egli è la sola e unica via obbligata della salvezza. L'imperativo dato da Gesù agli Apostoli: -andate, predicate, fate mie tutte le genti,- è l'imperativo che, ieri come oggi e fino alla fine del mondo, la chiesa è chiamata a sentire profondamente. Questa è la missione che qualifica la chiesa come chiesa cattolica. In quest'anno santo, milioni e milioni di pellegrini, provenienti da ogni parte del mondo, sospinti dal richiamo del giubileo indetto solennemente da Giovanni Paolo II, si sono fatti pellegrini nella martoriata terra di Gesù e a Roma. Giovanni Paolo II è stato la guida sicura, la stella che ha orientato i pellegrini desiderosi di incontrare Gesù Salvatore. Il Giubileo è stato tempo di conversione, immersione nel mistero dell'amore misericordioso del Padre, occasione propizia di ritorno alla grazia, all'amicizia con Dio. In questo spirito l'abbiamo anche noi vissuto in diocesi. Con entusiasmo e con la coscienza di compiere un cammino verso Cristo Signore, in docile ascolto della sua Parola, abbiamo centrato la nostra esistenza in Lui, abbiamo celebrato il suo amore, abbiamo adorato, lodato, ringraziato l'Eterno Dio per tutti i benefici concessici. Cristo Eucaristia, fonte e culmine della vita della chiesa, ci ha visti pellegrini per le strade dei nostri paesi in una settimana Eucaristica solenne, indimenticabile, arricchente per lo spirito. Tra i propositi più belli di questo straordinario anno santo c' è quello, da concretizzare e progettare nei particolari, dell'adorazione Eucaristica perpetua in diocesi. Prego il buon Dio che questo desiderio – proposito, messomi dallo Spirito nel cuore, possa realizzarsi in tempi brevi. O dolcissimo Gesù, vita dell'anima, speranza certa, unico Signore e Salvatore, donaci la forza di metterci come i Magi in viaggio verso di Te, lasciandoci guidare dalla stella luminosa che è la chiesa, madre e maestra. Vogliamo portare anche noi in dono qualcosa e non venire a Te a mani vuote. Vogliamo donarTi noi stessi, consacrarci a Te, fonte della vita. Uniscici a Te come tralci vivi al tronco, donaci la Tua vita, facci gustare la gioia della Tua amicizia. Vogliamo donarTi i nostri propositi le nostre ansie, i nostri dolori, le nostre speranze. Sei Tu, o Gesù, l'acqua limpida e pura che ristora, sei Tu il balsamo che lenisce le ferite, sei Tu il nostro consolatore, il rifugio sicuro, l'àncora di salvezza. Vogliamo donarTi, o Signore Gesù, la nostra vita, adorarti e riconoscerTi nostro unico Signore e Salvatore. O Maria, mostraci Gesù benedetto, donaci il frutto del tuo grembo, Tu Madre amabile, Tu aiuto dei Cristiani, Tu speranza nostra, Tu prima redenta, immagine e modello della chiesa, Madre di Cristo e dei cristiani. Fa, o Maria, che lo spirito del giubileo non finisca mai e che Cristo sia la nostra gioia. Viva, o Maria la nostra chiesa in perenne atteggiamento giubilare e canti senza fine il Magnificat al Dio grande, potente e misericordioso. Amen

Trapani Epifania 2001